Si è conclusa per la prima volta di fronte al Luogo della Memoria del Campo di concentramento di Casoli (1940-1943). Il sentiero che ripercorre la via di fuga di migliaia di prigionieri alleati e di giovani italiani
CASOLI (CH) – Si è appena conclusa la 17ª Marcia internazionale “Il sentiero della libertà” che ha ripercorso il sentiero che diventò la via di fuga di migliaia di prigionieri alleati e di giovani italiani che lottavano per la liberazione d’Italia, divisa dalla linea Gustav dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943.
La marcia, è partita il 28 aprile da Sulmona, dove in località Fonte d’Amore, alle falde del monte Morrone si trovava il “Campo 78”, un campo di concentramento per prigionieri di guerra.
La notizia dell’armistizio dell’8 settembre 1943 colse di sorpresa il comando italiano del campo che rimase nel dubbio se lasciare liberi i prigionieri ora alleati o consegnarli ai tedeschi ora nemici-invasori. Nella generale indecisione le guardie allentano la vigilanza e molti prigionieri si danno alla fuga con la speranza di passare il fronte e ricongiungersi alle truppe alleate al di là del Sangro.
I giovani prigionieri, che hanno bisogno di tutto, salgono sulla montagna o si rifugiano nei paesi che circondano la Valle Peligna.
“Casoli la libertà. Speranza e tragedia negli anni della seconda guerra mondiale. Speranza per i prigionieri fuggiaschi dai campi di concentramento abruzzesi tragedia per i prigionieri nei campi di internamento fascisti”.
Con queste parole Mario Setta commenta il lavoro realizzato sulla storia del Campo di concentramento di Casoli, istituito dal regime tra il 1940 e il 1943 per internare ebrei stranieri e sudditi slavi, che dal 27 gennaio di quest’anno è diventato un importante progetto di ricerca e documentazione on line (www.campocasoli.org) nonché un Luogo della Memoria ultima tappa della Marcia del Sentiero della libertà.
E aggiunge “Una memoria scolpita nei ricordi della nostra gente, un messaggio che grida, urla dalle pagine documentali. Il lavoro così attento, minuzioso, interessante di Giuseppe Lorentini, [autore del progetto di documentazione on line], non può passare e non passerà sotto silenzio. L’opera di ricerca, come sempre, è un open work, capace di nuovi approdi, nuove scoperte, nuovi lidi dove cercare di condurre una umanità dilaniata dalle tragedie, ma desiderosa di pace, nel rispetto della dignità di ogni persona sulla terra”.
Così la presidente dell’Associazione “Il sentiero della libertà / Freedom Trail”, Maria Rosaria La Morgia ricorda che la Marcia “vuole essere la memoria di un passato da non dimenticare perché non si ripetano guerre fratricide; l’impegno per conservare la libertà conquistata dalle decine di giovani caduti in guerra per la liberazione dell’Italia nella Brigata Maiella”.
Come l’esempio di Carlo Azeglio Ciampi che dichiarò: “Anch’io fui uno di loro, lasciai Sulmona, lasciai coloro che mi avevano accolto come un fratello, nelle loro case qui a Sulmona, la sera del 24 marzo 1944”.
Dopo Sulmona, Campo di Giove e Taranta Peligna, il 30 aprile si è arrivati a Casoli, di fronte alla sede dell’ex Campo di concentramento, ora Luogo della Memoria, inaugurato il 3 aprile scorso. Il sindaco Massimo Tiberini, ribadisce ancora una volta, che per fare Memoria bisogna prima di tutto fare conoscenza:
“Senza Memoria non si può costruire un futuro migliore per i nostri figli. Il Sentiero della Libertà è la dimostrazione plastica che la libertà è un bene prezioso da conquistare ogni giorno. I ragazzi ripercorrendo questo sentiero hanno potuto guardare con i propri occhi i posti dove più di settanta anni fa, altri giovani vissero giornate difficilissime, dure, ma con la volontà di riconquistare la propria libertà, la propria voglia di tornare a vivere. È così che il camminare riporta alla dimensione dell’uomo. I luoghi diventano degli spazi in cui le storie e le memorie si incontrano tra generazioni diverse”.
Anche la presidente dell’ANPI Casoli, Piera Della Morgia, sottolinea come per la prima volta, dopo 72 anni, il Campo di concentramento di Casoli diventa un Luogo della Memoria “un luogo simbolico in cui oggi ci incontriamo per ricordare due storie di due categorie diverse di reclusi, da una parte i prigionieri di guerra in fuga per la libertà, e dall’altra quella degli internati civili accusati unicamente perché considerati di razza ebraica o stranieri nemici. Per gli uni Casoli diventò un rifugio per riconquistare la vita, per gli altri è stato un campo di concentramento, senza filo spinato e torrette, ma pur sempre un luogo di segregazione, di promiscuità, di privazione della libertà e dei diritti civili. Ahimè, per alcuni ricordato come ultimo campo fascista di internamento noto prima di finire nella macchina dello sterminio nazista”.
Manuele Gianfrancesco, uno dei tanti ragazzi che hanno partecipato alla Marcia, commenta così il suo arrivo a Casoli “Come ricorda Pierre Nora, un «luogo della memoria» è un luogo dove il lavorìo del tempo ha prodotto un riconoscimento simbolico immediato”.
Casoli, centro importantissimo durante il periodo bellico, ha visto la formazione della Brigata Maiella nel Castello ducale, quartier generale degli alleati inglesi, dove agli inizi del dicembre 1943 l’avvocato Ettore Troilo cercò di convincerli, in particolare il Maggiore Wigram, a sostenere e fornire le armi al gruppo di volontari della Maiella.
Riuscì a conquistare la sua fiducia e da quel momento è iniziata la storia di una delle formazioni di Resistenza più importanti del centro/sud Italia, l’unica decorata con la Medaglia d’oro al valor militare. Una formazione, quella del Gruppo patrioti della Maiella, composta da persone di diverse estrazioni sociali, uniti dagli stessi valori di libertà.
Come ricorda il sindaco Tiberini “Quest’anno ricorre l’anniversario dei dieci anni della scomparsa di Domenico Troilo di Gessopalena vicecomandante del gruppo Volontari della Maiella, come noto organizzati da Ettore Troilo con il quale non ebbe nessun legame di parentela. Insieme a tanti altri patrioti risalì la penisola fino ad arrivare a Brisighella. E proprio lì, un altro patriota, un magistrato de L’Aquila, padre di 5 figli, Mario Tradardi, cadde in battaglia nel dicembre 1944. Due uomini, due costellazioni diverse, ma quel sentimento di appartenenza alla Brigata Maiella, la condivisione degli stessi valori, rompeva ogni barriera sociale e culturale. E per questo che è importante ricordare la loro storia, per imparare a ricordare che siamo uomini tutti uguali di fronte alla condivisione di valori universali, come quello della libertà”.
Per questo l’impegno dell’amministrazione del Comune di Casoli è quello di farne un centro per la Memoria sia sull’internamento fascista che sulla Guerra, la Linea Gustav e la Brigata Maiella.