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Voglio trovare un senso a questo Pescara (non) di Zeman

da Alessio Evangelista

Voglio trovare un senso a questo Pescara (non) di Zeman

Seconda sconfitta consecutiva e due prestazioni oscene da parte del Delfino che non è quello sognato da Zeman a inizio stagione.

PESCARA – Dopo la partita di ieri contro il Brescia ci sarebbe poco da dire, forse nulla visto che in campo non si è visto niente di ciò che appartiene alle idee di Zeman. Seconda sconfitta consecutiva, sei gol subiti nelle ultime due uscite ed un solo gol fatto. Se non è crisi poco ci manca: le due vittorie, arrivate quasi per caso, contro Parma e Avellino avevano illuso un po’ tutti ma la realtà, quella nuda e cruda, è venuta fuori ieri pomeriggio in cui Fiorillo ha dovuto raccogliere per tre volte il pallone in fondo al sacco contro un Brescia che ha aspettato, sofferto poco e colpito una difesa che non ancora un meccanismo ben oliato.

“Voglio trovare un senso a questo Pescara (non) di Zeman”. Non c’è frase migliore che possa esprimere il momento del Delfino che, come detto in precedenza, non ha nulla delle idee che circolano nella testa del Boemo. I dubbi sono tanti, pensieri sospesi tra l’incapacità dei giocatori di adattarsi al gioco del Boemo o i limiti evidenti che questa squadra ha. Ne esce fuori un mix abbastanza strano in cui l’ex allenatore della Roma, nelle prime dodici giornate, ha cambiato dodici volte formazione. Cosa rarissima visto che, nel suo primo anno in quel di Pescara, aveva trovato la quadratura del cerchio dopo cinque giornate. Certo, altri giocatori e altro campionato ma nessuno può negare che al momento regna una gran confusione all’interno della squadra. Non può reggere, anche in questo caso, la vicenda Pigliacelli.

Ci sarebbe nulla e tanto dire sulla partita, sul possesso sterile dei centrocampisti, sugli errori banali di Coulibaly (sostituito dopo quaranta minuti) e le clamorose amnesie difensive di cui il Brescia, ben disposto in campo con un 5-4-1 in fase difensiva, ha beneficiato segnando tre reti di cui due nel giro di pochissimi minuti. Il ferito Delfino è morto li, nello spazio temporale tra il 62′ e il 65′ in cui Caracciolo e Ferrante hanno allungato e chiuso la pratica. Poi solo il vuoto, i soliti errori e i mugugni di un ambiente che, per forza di cose, non ha la stessa fiducia che aveva un mese fa. Il risultato sarà anche bugiardo ma la sconfitta è più che meritata, Marino è stato bravo ad imbrigliare Benali e Brugman, le principali fonti di gioco, e ha costruito una montagna difficile da scavalcare salvo qualche sporadica sortita di Mazzotta e Zampano.

L’unica nota lieta è l’esordio dell’Uruguaiano classe 00′ Elizalde mentre continua a tenere banco il caso Ganz con l’ex Como che, in queste prime dodici giornate, ha giocato solo scampoli di partita e, nelle ultime quattro partite, non è mai entrato. Tanti rebus e tante domande ma si sa che la miglior risposta è sempre il campo. Venerdì arriva il Palermo che ha ritrovato fiducia, testa della classifica e gol con Nestorovski che ne ha fatti quattro nelle ultime due partite. Per il Pescara sarà un vero e proprio snodo cruciale.

Fonte foto: Pescara Calcio

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