Dopo due sconfitte consecutive il Delfino pareggia contro la capolista grazie a un buon secondo tempo. L’analisi di Pescara-Palermo.
PESCARA – Ripartire dall’atteggiamento del secondo tempo. Questo deve e dovrà essere il motto del Pescara all’indomani del pareggio casalingo contro il Palermo. Un 2-2 che smuove la classifica e, alla luce di quanto visto nel secondo tempo, da più fiducia a Zeman soddisfatto della prestazione come dimostrano le sue parole in conferenza stampa. Quello visto ieri sera si potrebbe definire un Delfino a due facce. Primo tempo da squadra ibrida, racchiusa nelle propria metà campo aspettando l’errore del Palermo che, in effetti, arriva dopo dieci minuti spianando la strada a Capone che insacca la sua quarta rete in questo campionato.
Tedino, pero, l’ha preparata bene questa partita: il suo classico 3-5-2 riesce a dare superiorità numerica a centrocampo visto che in fase di possesso Coronado si abbassa modificando lo schema in una sorta di 3-4-3 con Rispoli e Fiordilino altissimi e molto attivi sulle fasce. E’ proprio dal settore di destra dei rosa-nero, quello occupato da Rispoli, che nasce il pareggio con l’ex Parma che saluta Mazzotta trovando sul secondo palo Chochev. Il copione tattico resta inalterato per tutta la durata della prima frazione, Pescara ricacciato indietro ed impreciso in fase di impostazione. La squadra di Zeman, una volta recuperata palla, si ritrova sempre in inferiorità numerica dando vita facile ai tre difensori siciliani. La seconda rete, poi, nasce sempre dalla destra con Nestorovski fortunato nel velo e poi sublime nel depositare la sfera nell’angolo più lontano dove Fiorillo non può arrivare.
La giocata di Pettinari, nel finale di tempo, da la scossa a un Delfino che nel secondo tempo comincia con la faccia cattiva riuscendo a pareggiare dopo 50” con Brugman. Il copione tattico della gara viene stravolto, la squadra di Zeman comanda il gioco facendo girare il pallone velocemente e, soprattutto, in verticale mettendo in difficoltà la difesa del Palermo. Infatti, è da un’amnesia di Struna che nasce l’occasione colossale di Mancuso che, a tu per tu con Posavec, lo grazia. Poco dopo tocca a Pettinari ma Cionek salva quasi sulla linea. Una mezz’ora finalmente Zemaniana, con gli esterni molto alti e Mazzottta che riscatta l’opaca prestazione della prima frazione di gioco. Lo sforzo è tanto, la rete non arriva e il Delfino si spegne alla distanza ridando fiducia a un Palermo che dilapida, all’ultimo secondo, il gol vittoria sempre con Nestorovski.
C’è il miracolo di Fiorillo con annessi richiami a una squadra che negli ultimi sette minuti non ha visto il pallone. Solo sei minuti per Ganz, il Boemo poteva giocarsi l’ex Verona qualche minuto prima al posto di un Del Sole spaesato già dopo pochi secondi dal suo ingresso in campo. La sfida si chiude con un pareggio giusto, entrambe le squadre potevano vincerla e gli applausi finali del pubblico (dopo l’inutile contestazione da parte di pochi) sottolineano quanto di buono fatto almeno nella ripresa. Il Pescara deve ripartire da li, i punti sono diciassette e la classifica è corta. Domenica si va a Bari.
Fonte foto: Pescara Calcio