Presentato dal Presidente Di Pino il programma che verrà realizzato in collaborazione con la Caritas di Pescara, la Provincia e il Comune di Montesilvano
PESCARA – Realizzato in collaborazione con la Caritas di Pescara, con la Provincia e il Comune di Montesilvano si chiama Progetto Rom la nuova sfida dell’amministrazione pescarese che, attraverso un investimento complessivo pari a 75mila euro, punta all’attivazione di azioni amministrative tese a favorire l’integrazione scolastica e lavorativa delle famiglie Rom presenti sul territorio.
E’ stato ufficializzato ieri mattina dal Presidente della Commissione Politiche sociali Salvatore Di Pino alla presenza anche dell’assessore alle Politiche dell’Accoglienza Carla Panzino e di Don Marco Pagniello, direttore della Caritas di Pescara.
Il programma prevede l’istituzione di un Laboratorio Interetnico che, dopo aver realizzato una mappatura aggiornata circa le presenze sul territorio, assumerà contatti diretti, anche domiciliari, con tali utenze, creando rapporti di fiducia, e avvierà un’opera di mediazione culturale per garantire una forma di tutoraggio a scuola, nei confronti dei datori di lavoro, coinvolgendo anche il mondo del no-profit.
L’obiettivo è quello di riuscire ad attivare almeno 15 progetti individuali capaci di contrastare il fenomeno dell’abbandono scolastico e l’inserimento all’interno del tessuto occupazionale, unico mezzo per allontanare soprattutto i ragazzini dalla strada e dalla microcriminalità.
Il progetto dunque, mira alla creazione di una rete collaborativa con tutti i servizi pubblici e privati che si occupano di rom con il coinvolgimento diretto di risorse pubbliche e del no profit nella realizzazione di progetti individualizzati e la messa in rete del programma con altre iniziative in favore dello stesso target,come ha sottolineato il Presidente Di Pino:
Si tratta solo dell’ennesimo progetto che la nostra amministrazione comunale, attraverso un assessorato ad hoc guidato da Carla Panzino, ha promosso per favorire l’integrazione delle etnie straniere sotto tutti i punti di vista, promuovendo occasioni di incontro e confronto.
Il Progetto Rom si rivolge a un target ben preciso, ossia i Rom, che da oltre 600 anni vivono in Abruzzo: in particolare sulla nostra costa, oltre ai gruppi stanziali, si sono stabilite molte famiglie che hanno lasciato la terra d’origine per situazioni di estrema povertà e vivono accampate in case abbandonate, sotto i cavalcavia o anche lungo il fiume.
e poi ha proseguito:
Purtroppo, come hanno dimostrato alcuni episodi già lo scorso inverno, la convivenza non è sempre facile: come è emerso da uno studio condotto dalla Caritas diocesana, la maggior parte delle famiglie Rom vivono in alloggi popolari, talvolta occupati anche abusivamente, nelle periferie, trasformate in ghetto; la scolarizzazione dei bambini è estremamente scarsa perché frequentano in modo discontinuo le aule sin dai primi anni delle elementari; molti gruppi vivono dei proventi derivanti da attività illecite o, in alternativa, di forme di assistenzialismo.
Ma è proprio partendo da tali situazioni che abbiamo deciso di intraprendere percorsi di integrazione sociale e lavorativa, soprattutto cercando di puntare sul recupero delle nuove generazioni per spezzare la catena dell’esclusione e scardinando gli atteggiamenti diffusi di razzismo e discriminazione.
I destinatari del progetto saranno coinvolti quindi,in un dialogo per confrontarsi con la restante popolazione pescarese,come ha illustrato Don Marco Pagniello,insieme a Di Pino:
Punteremo a promuovere il confronto tra le culture, con la convinzione che il superamento dei pregiudizi e degli stereotipi culturali passa, necessariamente, attraverso l’ascolto reciproco. E in quest’ottica il ruolo del mediatore culturale assume una funzione fondamentale, in quanto può favorire una corretta lettura dei bisogni delle famiglie rom.
Il primo passo sarà la realizzazione sul territorio di Pescara e Montesilvano di una sorta di censimento importante per la nostra amministrazione anche per disporre di un monitoraggio reale dal punto di vista statistico. A tal proposito la Commissione chiederà poi anche un feedback a fine progetto sui dati raccolti che ci daranno una visione chiara della città.
Gli operatori che saranno coinvolti nell’attività assumeranno poi contatti diretti, anche domiciliari, con le famiglie rom, cercando di istituire dei rapporti di conoscenza e fiducia.
Quindi si prevede la definizione di progetti individualizzati condivisi con il supporto del Centro di Ascolto Diocesano, con l’obiettivo di promuovere micro-progetti, ad personam, specie per i giovani rom, finalizzati all’integrazione scolastica, sociale e lavorativa, anche mettendo a disposizione la figura del mediatore culturale per una sorta di tutoraggio tra i banchi come sul posto di lavoro.