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“Giornata di Primavera” F.A.I. a Chieti

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Il  26 e 27 marzo aperto al pubblico Palazzo de Mayo

CHIETI – In occasione della “Giornata di Primavera”, evento nazionale promosso dal F.A.I. Fondo Ambiente Italiano, ormai giunto alla XIX edizione, la delegazione teatina si collegherà alle pubbliche celebrazioni per il centocinquantenario dell’Unità d’Italia aprendo al pubblico Palazzo de Mayo, recentemente restaurato dalla Fondazione Carichieti, con visite guidate a cura dei ciceroni volontari del F.A.I.
Programma:
Sabato 26 marzo: la mattinata di sabato sarà dedicata alle scuole di Chieti, cui è destinata, oltre alla visita al Palazzo de Mayo e alla Mostra di Mimmo Paladino, anche una breve rievocazione storica incentrata su Dorinda de Sanctis Ricciardone, nobildonna teatina che confezionò a mano il primo tricolore italiano in Abruzzo.
Domenica 27 marzo: Nel corso della giornata di domenica, dalle 9:30 alle 13:30 e dalle 16:00 alle 20:00 si svolgeranno le visite guidate al Palazzo de Mayo dove, alle ore 18.00, si terrà un concerto di canti patriottici a cura del coro “F. S. Selecchy”, accompagnato dalle letture degli allievi della Scuola di Recitazione del Teatro Marrucino.

Il 18 ottobre 1860 tutta la città di Chieti accolse festante Vittorio Emanuele II, che passò per il centro abruzzese nel corso del suo cammino verso Teano, dove di lì a poco avrebbe incontrato Garibaldi. Il Re rimase colpito dalla straordinaria accoglienza riservatagli dal popolo teatino: “A Chieti si erano fatte le cose sontuosamente. Ad addobbare il Palazzo dell’Intendenza, concorsero le famiglie più ricche. […] Durante il gran pranzo parteciparono diversi gentiluomini e le autorità compreso l’Arcivescovo. Una numerosa orchestra accompagnò un inno al re, scritto dal Pellicciotti, musicato dal maestro Enrico Sunnoner e cantato dai filarmonici della città” (R. De Cesare, Fine di un Regno vol. II, Città di Castello 1909).
Si racconta che Vittorio Emanuele II fu ospitato nel sontuoso palazzo dei Conti Mayo o de Mayo, Ricevitori della Provincia d’Abruzzo da generazioni, che mantennero l’Intendenza della Finanza anche dopo l’unificazione del Regno d’Italia.

Pubblicato da
Donatella Di Biase

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