CHIETI – Martedì 3 maggio ,alle ore 21.00 , a Chieti presso il Teatro Marrucino è in programma l’ultimo appuntamento per la stagione di Teatro Contemporaneo , curato da Stefano Angelucci Marino.A chiudere la stagione sarà lo spettacolo più conosciuto di William Shakespeare, Romeo e Giulietta in una rivisitazione in chiave moderna che non rinuncia al rigore del testo.
Romeo e Giulietta è la dirompente energia della giovinezza che non si chiede perché è al mondo, essa è “il mondo”, quella fame di esistere e di bellezza che da sempre accompagna i giovani e li rende il più importante fattore di innovazione e cambiamento nella società. La giovinezza è assoluta in tutto, nell’amore come nell’amicizia, è la purezza indomabile di una prima volta vissuta senza le difese che l’età matura costruisce e oppone.
Questo, in sintesi il Romeo e Giulietta dell’Atir (Associazione Teatrale Indipendente per la Ricerca), che è stato il primo spettacolo messo in piedi alla loro costituzione, nel 1996, e che oggi viene riproposto per celebrare i primi 15 anni di una compagnia che si è imposta all’attenzione nazionale per la qualità e l’originalità delle sue produzioni. La pièce fu subito un successo insperato e sorprendente, che permise alla compagnia di girare tutta l’Italia e l’estero.
Ha detto Serena Sinigaglia, direttrice artistica dell’Atir:
Quale miglior modoper festeggiare il compleanno che riproporlo? Il nostro gruppo compie la stessa età dei due protagonisti, e mai come in questi giorni bui per la cultura italiana (e non solo), sentiamo il bisogno di affermare, di fronte al mondo che ti sfinisce di indifferenza e di prepotenza, la nostra gioiosa, irriverente, infaticabile voglia di vita e di teatro.
Una delle caratteristiche dell’arte teatrale è che basandosi sul qui e ora dell’incontro tra spettatore e attore, muore nell’istante stesso in cui accade. Il mio film preferito lo posso vedere tutte le volte che lo desidero, il teatro, come la vita, lo vivo una sola volta, e poi è già passato. Il teatro è esperienza di vita, unico perché irripetibile. Fragile, terribile e meraviglioso insieme, come la vita. C’è solo un modo per poter, almeno in parte, ovviare a questo limite: riproporlo. Romeo e Giulietta è il nostro cavallo di battaglia: chi se l’è perso, chi l’ha amato e vuole rivederlo, sarà accontentato!
Un grande classico per “rivivere” ha bisogno di farsi carne e voce concrete, ha bisogno di diventare reale sul palcoscenico, come se le sue antiche parole fossero state scritte oggi per il pubblico di oggi. Con Shakespeare questo miracolo può accadere. È per questo, infatti, che Shakespeare è Shakespeare. Se solo glielo permetti, le sue parole ti parlano in maniera diretta e immediata. E ti riguardano sempre. L’amore di cui parla non è un romantico idillio astratto tra modelli che di umano hanno solo l’apparenza. L’amore di cui parla è l’amore travolgente e contraddittorio, tenero e comico dei ragazzi.Ed è desiderio sensuale, scoperta del sesso. Sono grata a questo grande autore per avermi indicato una via, per avermi insegnato un mestiere, con l’ironia e la leggerezza che rendono la sua opera un capolavoro ancora più attuale. Un grande classico non dovrebbe mai intimorire il pubblico o annoiarlo, bensì mettere in risalto la potenza comunicativa del mezzo teatrale, che sa colpirti più a fondo degli altri mezzi di comunicazione. Romeo e Giulietta è divertente, è molto più divertente di Zelig e del Grande fratello. È coinvolgente e commovente molto, molto più di qualsiasi sceneggiato o film d’azione.
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