PESCARA – Si svolgerà dal 31 ottobre al 1 novembre prossimi nel centro storico di Serramonacesca L’Aneme de le morte” – sagra della zucca. L’iniziativa che animerà le vie del paese è stata presentata ieri in conferenza stampa nella sala Figlia di Jorio della Provincia di Pescara alla presenza del sindaco di Serramonacesca, Franco Marinelli, e del vicepresidente e assessore alla Cultura della Provincia di Pescara, Fabrizio Rapposelli.
La tradizione popolare abruzzese è ricca di leggende, culti, credenze e racconti inerenti alle festività dell’1 e 2 novembre. Nei numerosi borghi nel corso dei secoli l’interazione fra riti pagani e cristianesimo ha dato vita ad interessantissime e peculiari tradizioni locali. Queste belle tradizioni però vanno man mano scomparendo in una società proiettata verso il futuro e dove il passato sembra non trovare più posto. Questa manifestazione vuole fare riscoprire le nostre radici culturali e mantenere viva la nostra tradizione popolare soprattutto per le nuove generazioni.
A Serramonacesca si narra che nelle nebbiose sere di ognissanti e di tutti i morti, le anime dei defunti vaghino per le vie del paese, fermandosi nelle case a chiedere che venga dato loro qualcosa. Tale credenza, comune a molte zone d’Abruzzo è sopravvissuta a Serramonacesca, dove l’anima dei trapassati è rappresentata da zucche lavorate a mo’ di testa. I bambini passano di casa in casa, recando con loro le zucche illuminate da una candela, e bussano alle porte. Come tradizione vuole, alla risposta del padrone “Chi è?” essi rispondono in coro:” L’ANEME DE LE MORTE”. Quindi i bravi Serresi elargiscono loro monetine, frutta secca, caramelle, ecc.
A rievocare questa leggenda, ci sarà dunque la Sagra della zucca e non solo organizzata dall’amministrazione comunale di Serramonacesca. In occasione della sagra verrà offerta una degustazione di vini accompagnati da castagne arrosto.
Hanno detto il sindaco di Serramonacesca, Franco Marinelli e il vicepresidente della Provincia di Pescara, Fabrizio Rapposelli :
questa manifestazione vuole essere un umile contributo ad una riscoperta delle nostre radici culturali, delle nostre peculiarità, un omaggio alla tradizione popolare abruzzese perché resti viva negli animi delle nuove generazioni, perché della memoria non resti uno sbiadito ricordo.
ore 21.00 “…la Callare”.
Cena a base di pecora. Menù fisso a numero chiuso. Obbligatoria la prenotazione. Info e prenotazioni 338.7987439
Programma 31 ottobre:
ore 19.00 “Apertura sagra”; ore 21.00 “La cungreghe de le canture”. Esibizione di gruppi abruzzesi, musiche, canti e balli presso lo stand ed intorno al fuoco. Tutti i cantori e i musicanti sono invitati. Ore 22.30 “Du botte… la gare”, gara di organetto abruzzese con giuria. Iscrizioni sul posto entro le 22. Primo premio un prosciutto.
Programma 1 Novembre:
ore 15.00 “Pe le ruve a sentì le fattarelle”.
Tradizioni, fiabe, leggende ed altre stregonerie per le vie del centro storico con Congregazione di San Macinello, spettacolo itinerante (animazione di strada, racconti, burattini, cantastorie, a cura del Teatro Del Giardino).
Ore 18.30 “La checocce chiò belle”, gara della zucca più bella. Cinque giurati daranno un punteggio da 6 a 10 alla zucca meglio lavorata (rigorosamente illuminata a candela dall’interno). Le iscrizioni si effettueranno in serata entro le 18:00.
Ore 19.00 “Apertura sagra”; ore 22.30 “Se fa tutte pe li solde”, rappresentazione in vernacolo abruzzese scritta e diretta da Carlo Belfiglio a cura della compagnia “La Conca” di Roccamontepiano.
Queste belle tradizioni vanno man mano scomparendo, prepotentemente scansate da una cieca proiezione verso il futuro, verso l’alternativo, dove il passato sembra non trovare più posto. Una sorta di estrema ricerca verso nuove culture, che paradossalmente fa dimenticare la propria. Questa manifestazione vuole essere un umile contributo ad una riscoperta delle nostre radici culturali, delle nostre peculiarità, un omaggio alla tradizione popolare abruzzese perché resti viva negli animi delle nuove generazioni, perché della memoria non resti uno sbiadito ricordo.
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