PESCARA – Ieri mattina 6 dicembre, presso le Torri Camuzzi a Pescara, si è svolto il 10° Congresso Regionale di Legacoop. Fernando Di Fabrizio è stato riconfermato alla presidenza. Lo stesso è intervenuto nell’assemblea invitando alla “partecipazione”.
Questo il suo intervento sugli obiettivi del suo nuovo mandato:
“L’obiettivo per il prossimo mandato è di riavvicinarci con più forza alla base associativa, coinvolgere maggiormente i soci e programmare attività ed iniziative con più frequenza. Questo sarà possibile grazie anche alla volontà e all’impegno di tutti, perché l’Associazione è come un mosaico, per funzionare bene ha bisogno che ogni tassello sia al suo posto”.
I temi principali della discussione sono stati la formazione e riqualificazione delle competenze, intergenerazionalità, legalità, innovazione, ricerca e collaborazione tra imprese. Nell’intervento del Presidente non è mancato il passaggio all’Alleanza Cooperative Italiane Abruzzo, sottolineando come l’aggregazione, soprattutto nel nostro territorio, sia un passaggio necessario e ineluttabile per la sostenibilità del movimento. L’Alleanza Cooperative in Abruzzo ha stimolato una collaborazione già esistente tra le Centrali e favorito il proliferare di numerose attività: il Progetto di Rigenerazione Urbana, l’Agricoltura Sociale, il Tavolo tecnico-Sindacale, la costituzione del Polo della Cooperazione, la proposta di legge sulle cooperative di comunità. Non poteva mancare un riferimento alle vicende di cronaca che hanno colpito la Cooperativa 29 Giugno. In particolare il Direttore Nazionale, Giancarlo Ferrari parla di “dolore e rabbia”, ma anche di “razionalità e coerenza”. Dolore per i soci e lavoratori della Cooperativa che hanno vista svanita la speranza di avere un’opportunità di recupero e reintegro nella società, e rabbia per il tradimento subito.
Commenta così il Direttore:
“Noi ci sentiamo vittime, Legacoop in questa vicenda è parte lesa e dobbiamo reagire per difendere il nostro modello e i nostri valori”.
Anche il Presidente Di Fabrizio parla di buona cooperazione, sottolineando come episodi isolati non debbano rovinare un modello sano e in grado di evitare le lacerazioni politico-istituzionale che portano alla deriva lo Stato sociale.