Ieri mattina si è svolta presso la sala consiliare del Comune di Pescara la manifestazione a cura di Paolo Minnucci senza pubblico. Presenti solo alcuni rappresentanti delle associazioni di volontariato
PESCARA – “L’emergenza da Sars-Cov-19 purtroppo lascerà dietro di sé degli strascichi lunghi e pesanti in termini sanitari e oncologici. Per i prossimi mesi ci aspettiamo un incremento di ritardi nella diagnostica e delle stesse patologie, che significa trattamenti più pesanti ai danni dei pazienti, ovvero una pandemia oncologica nella pandemia. Oggi l’unica via per contenere un vaso che rischia di traboccare da un momento all’altro è potenziare la macchina della prevenzione portando fuori dall’Ospedale le attività di screening che sono urgenti e la Lilt ha già scritto alla Regione Abruzzo dichiarandosi pronta a supportare tale attività proponendo una convenzione”. Lo ha detto il Presidente della Lilt – Lega Italiana Lotta contro i Tumori – Sezione di Pescara, il professor Marco Lombardo, Presidente della Lilt Abruzzo, nel corso della premiazione dell’Associazione in occasione della diciannovesima edizione del ‘Gran Galà della Solidarietà’, organizzato da Paolo Minnucci e svoltosi nella Sala Consiliare del Comune di Pescara, senza pubblico per il doveroso rispetto delle limitazioni anti-Covid e alla presenza dei rappresentanti delle sole Associazioni, con il sindaco Carlo Masci, il Presidente del Consiglio comunale Marcello Antonelli e l’assessore alle Politiche Sociali Nicla Di Nisio.
“Il premio ricevuto – ha detto il Presidente Lombardo – è un riconoscimento che va a tutti i nostri volontari, medici e persone comuni, che pur nella pandemia, non hanno interrotto per un solo giorno le attività di supporto alla popolazione, anche reinventando la nostra presenza durante il primo lockdown. Infatti abbiamo potenziato le attività di formazione e prevenzione primaria nelle scuole ricorrendo, anche noi, alla formula della didattica a distanza; abbiamo lanciato la prima edizione del progetto ‘50 Sfumature di prevenzione’, sempre rivolto alle scuole, in collaborazione con altre Lilt territoriali, in particolare quella di Milano. Abbiamo istituito lo Sportello di supporto psiconcologico a disposizione dei medici, infermieri, di tutto il personale sanitario impegnato nell’emergenza Covid, e ovviamente per i nostri pazienti oncologici e i familiari.
Appena ci è stato consentito abbiamo riaperto i nostri ambulatori in via Rubicone per la campagna sulla prevenzione del tumore al seno, il Nastro Rosa, e da ottobre scorso non ci siamo mai fermati continuando le visite senologiche, dermatologiche e anche urologiche, per la prevenzione al maschile, ovvero anziché concentrare le nostre prestazioni in un unico mese, le stiamo diluendo per evitare assembramenti e garantendo ai pazienti luoghi salubri e sanificati grazie alla donazione di un sanificatore di cui la Lilt di Pescara ha beneficiato. Nel frattempo sono state rinnovate tutte le convenzioni con la Asl, la Regione oltre che le collaborazioni con il Comune. Ma ora dobbiamo fare di più – ha aggiunto il Presidente Lombardo -: siamo tutti consapevoli che tra qualche mese cominceremo a vedere purtroppo gli effetti della pandemia sulla malattia oncologica, e parliamo di ritardi diagnostici e terapeutici, perché molti cittadini, pur dinanzi a un sintomo, hanno magari scelto di rinviare un controllo per timore di frequentare gli ambienti ospedalieri in piena emergenza Covid, o semplicemente perché alcune prestazioni sono state cancellate per mesi, allungando le liste d’attesa.
Oggi deve mettersi in moto una macchina organizzativa capace di recuperare quel ritardo, e l’obiettivo della Lilt comunale e regionale è quello di supportare tutte le attività di screening e controllo che vanno svolte fuori dall’Ospedale e scaricate sul territorio. Noi abbiamo già avanzato una proposta alla Regione Abruzzo, mettendoci a disposizione perché vogliamo essere coinvolti nell’unico fine di tutelare il diritto alla salute dei cittadini. Ricordo che quando io ho cominciato a lavorare di tumore si moriva nel 90 per cento dei casi, solo il 10 per cento dei malati si salvava. Oggi guarisce il 60 per cento dei pazienti e con una ottima attività di prevenzione primaria e secondaria potremmo salvare anche il rimanente 40 per cento”.