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200 ex libris rinvenuti nei magazzini del museo Cascella

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L’assessore Paoni Saccone: “É stato un ritrovamento di rilevanza molto significativa, perché sono opere di nostra proprietà che si pensava disperse durante l’alluvione del 2013. Di recente sono stati invece riscoperte, in maniera imprevista perché se ne erano perse le tracce”

PESCARA – Non meno di 200 grafiche ex libris riemerse dal passato, dall’oblìo in cui erano cadute. Fino a quando non sono state rinvenute in alcuni locali del Museo Cascella, nel capoluogo adriatico, dove erano state depositate a seguito dell’alluvione del 2013, quando il maltempo che colpì la città provocò l’allagamento del caveau del Museo Colonna di piazza Primo Maggio, dove erano state allocate in un primo momento. Si tratta di disegni provenienti dai grandi concorsi internazionali tenutisi a Pescara nel 1988, quando 550 partecipanti da tutto il mondo riprodussero soggetti dannunziani in occasione del cinquantesimo della morte di Gabriele d’Annunzio che ne fu oltretutto grande cultore e utilizzatore come segni distintivi delle sue opere; e nel 2003, a conclusione di un percorso che aveva avuto il suo avvio con un bando pubblico legato al Giubileo dell’anno 2000, per la produzione di immagini su temi sacri. Progetto questo di cui fu promotore, come assessore al Turismo dell’epoca, anche l’attuale sindaco Carlo Masci. L’amministrazione comunale di Pescara, rappresentata questa mattina dall’assessore Mariarita Paoni Saccone, e i vertici della fondazione Museo delle Genti d’Abruzzo hanno preso visione del materiale ritrovato e hanno anche iniziato a confrontarsi sulla destinazione degli ex libris, allo scopo di renderne pubblica la fruizione.

“Gli ex Libris che oggi restituiamo alla comunità pescarese, e non solo pescarese, rappresentano un patrimonio culturale importante – ha detto l’assessore Paoni Saccone – perché frutto di eventi che il Comune ha prodotto e curati, nel corso degli anni, da Giuseppe Cauti. E’ stato un ritrovamento di rilevanza molto significativa, perché sono opere di nostra proprietà che si pensava disperse durante l’alluvione del 2013. Di recente sono stati invece riscoperte, in maniera imprevista perché se ne erano perse le tracce. Sono quindi felice che nel più breve tempo possibile possa esserne garantita l’esposizione al pubblico collocandole in spazi comunali da definire. Per ora restano al “Cascella”, in attesa di una decisione definitiva che assumeremo a breve”.

Al sopralluogo di questa mattina hanno preso parte anche il presidente e il vicepresidente della Fondazione Museo delle Genti d’Abruzzo, Emilio Della Cagna e Luigi Di Alberti, la direttrice del Museo delle Genti d’Abruzzo, Letizia Lizza, e Alessandra Moscianese che, per conto del Museo delle Genti e insieme a funzionari dei Comune, sta curando l’inventario e la catalogazione dei pezzi rinvenuti. All’incontro ha partecipato anche Licio Di Biase, direttore dell’Aurum, il quale si è detto disponibile a ragionare circa la collocazione degli ex libris negli spazi dell’ex liquorificio. Ma per ora si tratta solo di un’idea.

Dall’invenzione della stampa nel Cinquecento, e fino all’Ottocento, questi veri e propri sigilli o timbri venivano utilizzati in senso araldico dai ceti nobiliari, molto spesso venivano posti sulle copertine dei libri per provarne la proprietà; in questo caso l’ex libris era seguito dal nome del proprietario, in genitivo. Nel tempo sono divenuti espressione artistica autonoma.

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