“Gli ex Libris che oggi restituiamo alla comunità pescarese, e non solo pescarese, rappresentano un patrimonio culturale importante – ha detto l’assessore Paoni Saccone – perché frutto di eventi che il Comune ha prodotto e curati, nel corso degli anni, da Giuseppe Cauti. E’ stato un ritrovamento di rilevanza molto significativa, perché sono opere di nostra proprietà che si pensava disperse durante l’alluvione del 2013. Di recente sono stati invece riscoperte, in maniera imprevista perché se ne erano perse le tracce. Sono quindi felice che nel più breve tempo possibile possa esserne garantita l’esposizione al pubblico collocandole in spazi comunali da definire. Per ora restano al “Cascella”, in attesa di una decisione definitiva che assumeremo a breve”.
Al sopralluogo di questa mattina hanno preso parte anche il presidente e il vicepresidente della Fondazione Museo delle Genti d’Abruzzo, Emilio Della Cagna e Luigi Di Alberti, la direttrice del Museo delle Genti d’Abruzzo, Letizia Lizza, e Alessandra Moscianese che, per conto del Museo delle Genti e insieme a funzionari dei Comune, sta curando l’inventario e la catalogazione dei pezzi rinvenuti. All’incontro ha partecipato anche Licio Di Biase, direttore dell’Aurum, il quale si è detto disponibile a ragionare circa la collocazione degli ex libris negli spazi dell’ex liquorificio. Ma per ora si tratta solo di un’idea.
Dall’invenzione della stampa nel Cinquecento, e fino all’Ottocento, questi veri e propri sigilli o timbri venivano utilizzati in senso araldico dai ceti nobiliari, molto spesso venivano posti sulle copertine dei libri per provarne la proprietà; in questo caso l’ex libris era seguito dal nome del proprietario, in genitivo. Nel tempo sono divenuti espressione artistica autonoma.
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