CITTA’ SANT’ANGELO (PE) – Giornata da incorniciare per gli studenti dello Spaventa che, ieri, nell’elegante cornice del teatro comunale di Città Sant’Angelo, hanno incontrato il giornalista e storico Marco Patricelli. L’evento, organizzato dalla dirigenza scolastica del locale istituto superiore diretto da Domenico Terenzi e sotto l’egida dall’amministrazione comunale retta dal sindaco Gabriele Florindi, ho sollevato un palmare interesse tra i circa 200 allievi presenti che, nel corso della proiezione, hanno seguito col fiato sospeso le vicende dell’eroe polacco.
“In realtà”- ha confessato Patricelli– siamo di fronte ad un antieroe, Pilecki non cercava gloria e aveva tutto da perdere dal suo impegno diretto avendo, tra l’altro moglie e figli. Sono stati i suoi ideali di libertà e pace a spingerlo “oltre”. In lui, tuttavia-conclude lo storico– non é nemmeno mancata la forte componente di cattolico fervente”.E’ una delle risposte alle tante domande che gli studenti, alla fine del film gli hanno rivolto.
La pellicola di Miroslaw Krzyszkowski ( Pl, 2015, 80′, in polacco con sottotitoli in italiano) , con il patrocinio dell’Istituto Polacco di Roma, racconta, con bella perizia artistica, la storia dimenticata di Witold Pilecki che si è fatto rinchiudere di sua spontanea volontà nel campo di concentramento di Aushwitz, da cui successivamente é riuscito ad evadere. Poi, dopo aver combattuto il nazismo, é diventato vittima dello stalinismo.
Il docu-fiction é una fedele rappresentazione di saggio di Marco Patricelli, l’apprezzatissimo storico pescarese che gli é valso il Premio Acqui Storia ed è stato tradotto in polacco e in francese: in Polonia è un best seller, adottato anche dalle università. Il libro, edito da Laterza nel 2010 col titolo Il volontario, ricostruisce, con rigoroso metodo scientifico, la vicenda del polacco Witold Pilecki.
Il tenente di cavalleria Witold Pilecki nel 1940 ha 38 anni. Sotto falso nome si lascia arrestare, come fosse per caso, nel corso di una retata, della Gestapo ed entra ad Auschwitz per raccontare al mondo cosa accade: il suo è il primo documento dai campi arrivato agli alleati. È abile, astuto e fortunato. Evade rocambolescamente nel 1943, poi si batte nell’insurrezione eroica e disperata di Varsavia del 1944 ma, finisce nuovamente prigioniero dei tedeschi fino alla fine della guerra. Quando torna in Polonia, sa già che gli ideali per i quali ha speso i suoi anni e i suoi affetti non hanno trovato terreno fertile nella sua patria. È il tempo dell’Armata Rossa e dell’indottrinamento sovietico: tutto quello che Pilecki ha fatto non conta nulla per le autorità comuniste. È un uomo scomodo, un ‘traditore’, un ‘agente imperialista’, un ‘nemico del popolo’ da eliminare. Il suo destino è segnato: condannato tre volte a morte, viene giustiziato il 25 maggio 1948. Su di lui e su quello che ha fatto cala il silenzio. La damnatio memoriae è assoluta, vietato persino pronunciare il suo nome. Ancora oggi, a più di venti anni dalla caduta del Muro di Berlino, i famigliari ignorano dove sia sepolto.
Marco Patricelli, già giornalista del quotidiano Il Tempo, docente di Storia dell’Europa contemporanea all’Università D’Annunzio e consulente di Tg1 Storia, ha pubblicato molti libri quasi tutti inerenti gli eventi della seconda guerra mondiale. Tra le sue pubblicazioni: Liberate il Duce; Gran Sasso 1943: la vera storia dell’Operazione Quercia; La Stalingrado d’Italia. Ortona 1943: una battaglia dimenticata; Le lance di cartone. Come la Polonia portò l’Europa alla guerra; I banditi della libertà; La straordinaria storia della Brigata Maiella, partigiani senza partito e soldati senza stellette; L’Italia sotto le bombe. Guerra aerea e vita civile 1940-1945; I giorni della vergogna; Il nemico in casa. Storia dell’Italia occupata 1943-1945,
L’autore è insignito dell’onorificenza di “Bene Merito” della Repubblica di Polonia. Dai suoi libri sono stati tratti molti docu-film e docu-fiction trasmessi in Italia e all’estero. Un saggista molto impegnato anche per la sua intensa attività di conferenziere in Italia e all’Estero.