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Teramo, “Guardare oltre” di Giuseppe Modica

da Annarita Ferri

Dal 6 al 30 novembre 2010 nella Forlenza Studio d’Arte di Teramo, a cura di Maria Cristina Ricciardi

TERAMO – Circa venti dipinti ad olio e ad acquarello,realizzati tra il 2005 ed il 2010 saranno esposti nella mostra personale del maestro Giuseppe Modica.

Personalità di rilievo della pittura italiana ed artefice delle più belle visioni mediterranee prodotte dalla cultura figurativa del nostro Paese. Sarà questo l’obiettivo di Guardare oltre esposizione organizzata da Forlenza Studio d’Arte di Teramo, a cura della dottoressa Maria Cristina Ricciardi, che si inaugurerà alle ore 18 del prossimo 6 novembre e resterà aperta al pubblico fino al 30 novembre 2010 rispettando i seguenti giorni e orari : lunedì: 17.30 – 19.00; dal martedì al sabato: 10.00-12.30 e 17.30 – 19.30.

Per maggiori informazioni, scrivere un messaggio e-mail all’indirizzo elettronico partner@dirittidiretti.it oppure contattare il numero telefonico della  Galleria Forlenza Studio d’Arte 338.3724131.
Nato a Mazara del Vallo in provincia di Trapani, nel 1953,dopo aver studiato  all’Accademia di Firenze, città dove ha vissuto dal 1973 fino al 1986, anno in cui si trasferisce a Roma.

Nel 1976 la Galleria La Stufa ospita la sua prima mostra personale a Firenze,del 1982 e 1984 sono le mostre di Firenze che riscuotono l’interesse della critica toscana più accreditata: Santini, Paloscia, Federici, Nicoletti. In questi anni conosce il pittore Bruno Caruso, al quale è ancora oggi legato da stima e amicizia, autore nel 1985 di un significativo saggio per la mostra alla Galleria Incontro d’arte, personale che costituisce il momento di partenza per un dialogo con studiosi che hanno poi soste nuto il suo lavoro: Dario Micacchi, Enzo Bilardello, Guido Giuffrè e Maurizio Fagiolo dell’Arco che da questo momento si interessa con viva attenzione all’evoluzione della sua ricerca.

Nel 1986 espone alla Galleria La Tavolozza di Palermo e lo scrittore Leonardo Sciascia manifesta interesse e apprezzamento per le sue opere, dedicandogli un lungo intervento sul “Corriere della Sera”. Nel 1989 vince la Cattedra di Pittura nelle Accademie di Belle Arti. Nello stesso anno, Vittorio Sgarbi scrive L’ammodicazione del sogno, testo per la personale che egli tiene alla Galleria La Tavolozza di Palermo e alla Jannone di Milano. La critica continua ad occu parsi di lui, fra gli altri Marcello Venturoli, Sebastiano Grasso, Giorgio Soavi, Claudio Strinati.

Soddisfatto per il grande successo ottenuto in recenti ed importanti personali,quali nel Convento del Carmine a Marsala, Museo Nazionale di Palazzo Venezia a Roma, Galleria Civica di Palazzo Loffredo a Potenza ed altri, l’artista siciliano di adozione romana tornerà nel capoluogo abruzzese a quattro anni di distanza dalla sua precedente mostra intitolata Una stanza in mezzo al mare del 2006.


Le opere presentate al pubblico testimoniano la capacità di mediazione tra l’uomo e il mondo, che quest’artista ha sempre saputo affidare alla propria pittura. Proprio perché “immagine del reale”, infatti, i suoi dipinti assumono un profondo valore conoscitivo, materializzando sulla tela il mistero che è dentro le cose della vita e che sembra poter essere svelato solo dall’occhio del pittore-poeta. All’iconografia di Modica va, dunque, il merito di stabilire un linguaggio in grado di parlare ‘oltre il visibile’.

Il titolo della mostra, Guardare oltre, nasce proprio dal desiderio di riscattare dalla nebulosità quello spazio esistente tra l’apparire e l’essere, che ha sempre affascinato il pensiero dell’artista

afferma la curatrice della mostra, Maria Cristina Ricciardi che continua descrivendo il pittore:

Modica non è solo un pittore, perché è pittore nella misura stessa in cui è pensatore e poeta. Grazie alla pratica dell’arte vocazionale, quotidiana e sentita, alla peculiare sensibilità che lo accompagna e all’alta qualità della sua pittura, egli ci fa comprendere il mistero di questa “zona franca” a metà tra visibile ed invisibile e ci permette di sperimentare la nostra emozione che, grazie al suo lavoro, viene fuori dalla percezione di qualcosa che va di là dalla rappresentazione stessa. In tal senso, le raffigurazioni di Modica consentono di vedere ben oltre ciò che si guarda e rispetto a quanto lui stesso ha percepito con i propri occhi.

Si comprende che, in questo tipo di comunicazione visiva, quello che diviene veramente importante è soprattutto il trasmettere la medesima intuizione scandagliata dall’artista a coloro che guardano il quadro. E questo può compiersi solo attraverso la complessa costruzione dell’immagine pittorica. Un’immagine la cui qualità ed il cui esito comunicativo risultano direttamente proporzionali alla profondità della visione del pittore ed alla consapevolezza tecnica della sua mano. Solo così il veduto ed il vedente diventano un’unica cosa: “l’immagine dipinta”, straordinaria porta di accesso ad una più grande comprensione della vita e delle sue contraddizioni, luogo di congiunzione tra l’irrazionalità della visione e la razionalità necessaria a “rappresentare”.

È vero che tutti noi disponiamo di fantasia e di immaginazione, ma bisogna essere veri artisti e veri poeti per compiere questo miracolo: la magia di accrescere la sfera delle capacità conoscitive e di aprire la nostra soggettività ad una più ampia dimensione ontologica.

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