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Giorno del Ricordo, ANPI Pescara: “Basta distorsioni e strumentalizzazioni”

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“Superficialità spesso nasconde scopi politici. Solo la conoscenza ridà dignità alle vittime”

PESCARA –  «Il Giorno del Ricordo riguarda gli annosi nodi e le tragedie sui confini orientali del nostro paese, ivi compresi la dittatura fascista e la seconda guerra mondiale, le foibe e l’esodo degli italiani d’Istria e Dalmazia, la Jugoslavia di Tito e la guerra fredda. Questioni molto serie, come si vede. Eppure, esse – anche dopo la legge del 2004 – continuano ad essere oggetto non di uno sforzo di conoscenza, bensì di distorsioni, fraintendimenti e polemiche strumentali. Ultime, le parole dello studioso Camillo Chiarieri, diffuse in un comunicato stampa del Comune di Montesilvano, che, invece di farci capire e conoscere meglio, si lancia in un’ardita definizione delle foibe come di “uno dei peccati originali dell’Italia democratica appena uscita dalla seconda guerra mondiale”». Lo afferma, in una nota, il comitato provinciale dell’ANPI di Pescara.

«Ora, la Repubblica e la nuova democrazia italiana nate dalla sconfitta del nazifascismo – si legge nel comunicato – hanno avuto limiti e omissioni, figuriamoci, ma appare francamente inaccettabile imputare a loro anche le foibe. Quei drammi tra 1943 e 1954 affondano invece le loro radici nelle profondità della storia, tra dittature, problemi etnici, interessi geopolitici. Per troppi anni la dimensione pubblica delle dolorose vicende delle foibe e dell’esodo di tanti italiani dalle terre istriano-dalmate è rimasta confinata alla dimensione delle rancorose rivendicazioni reciproche, mentre non riuscivano a diventare pubbliche le conoscenze che pure, da decenni, la migliore storiografia ha ormai accumulato su una delle questioni rimaste in ombra della storia dell’Italia contemporanea».

«Smettiamola con superficialità che spesso nascondono scopi politici: l’unico modo per ridare dignità alle vittime di quelle drammatiche vicende – conclude l’ANPI – è la conoscenza storica, a tutto tondo, partendo dal fascismo e arrivando fino al secondo dopoguerra».

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