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39° Flaiano Film Festival Cinema: incontro con Dario Argento e Massimo D’Anolfi

da Redazione

PESCARA – Oggi penultima appuntamento al Cinema Massimo con il 39° Flaiano Film Festival che ha in serbo molte proposte e tutte da seguire, a cominciare dalla Sala 2 dove il regista pescarese Massimo D’Anolfi incontrerà il pubblico e presenterà il suo film-documentario “Il castello“: un film che racconta un anno dentro l’aeroporto intercontinentale di Malpensa, un luogo in cui la Burocrazia, le procedure e il controllo mettono a dura prova la libertà degli individui, degli animali e delle merci che da lì transitano. L’aeroporto è un luogo strategico in cui si concentrano tutte le forze dell’ordine esistenti in un paese. Qui si sperimentano le nuove forme del controllo: un laboratorio permanente sulla sicurezza come nessun altro spazio pubblico riesce ad essere.

Servizi Segreti italiani e stranieri, Polizia di Frontiera, Guardia di Finanza, Guardie giurate, cani anti droga anti valuta e anti esplosivo, telecamere ovunque e la paura sempre alimentata di un pericolo sconosciuto in arrivo. Osservando la vita dell’aeroporto componiamo, in quattro movimenti, il ritratto di una frontiera. Film corale, a volte drammatico, a volte ironico, a volte contemplativo che procede per situazioni emblematiche nel corso delle quattro stagioni.

Sempre in Sala 2 prima della proiezione di “Suspiria” alle ore 22,45 Dario Argento incontrerà gli spettatori.

Le proiezioni in Sala 2 prevedono alle ore 18,30 l’omaggio a Billy Wilder con “Testimone d’accusa“.

In Sala 1 si comincia alle ore 18,15 con “Diaz-Non pulire questo sangue” di Daniele Vicari: Luca è un giornalista della Gazzetta di Bologna (giornale di centro destra) che il 20 luglio 2001 decide di andare a vedere di persona cosa sta accadendo a Genova dove, in seguito agli scontri per il G8, un ragazzo, Carlo Giuliani, è stato ucciso. Alma è un’anarchica tedesca che ha partecipato agli scontri e ora, insieme a Marco (organizzatore del Social Forum) è alla ricerca dei dispersi. Nick è un manager francese giunto a Genova per seguire il seminario dell’economista Susan George. Anselmo è un anziano militante della CGIL che ha preso parte al corteo pacifico contro il G8. Bea e Ralf sono di
passaggio, ma cercano un luogo presso cui dormire prima di ripartire. Max è vicequestore aggiunto e, nel corso della giornata, ha già preso la decisione di non partecipare a una carica al fine di evitare una strage di pacifici manifestanti. Tutti costoro e molti altri si troveranno la notte del 21 luglio all’interno della scuola Diaz dove la polizia scatenerà l’inferno.

Alle ore 20,30 la commedia “Marigold Hotel” di John Madden: che cosa hanno in comune una vedova sensibile in cerca di indipendenza, una casalinga scontrosa e ‘claudicante’, un giudice benestante sulle orme del passato, un funzionario governativo mite e vessato da una moglie eternamente insoddisfatta, una pluridivorziata a caccia del successivo consorte e del vero amore, un single impenitente col vizio delle donne e della solitudine? Lo stesso volo, la stessa destinazione, lo stesso hotel, il Marigold. Ubicato in India e gestito con zelo e passione da Sonny Kapoor, un giovane uomo sospeso tra una madre conservatrice e una fidanzata decisamente moderna, il Marigold Hotel è strutturalmente impreparato a ricevere ospiti. Diversamente dalla brochure, evidentemente ritoccata, che ne decantava stile e servizi, l’albergo ha bisogno di essere rinnovato e riorganizzato. Eppure in quelle camere prive di agi e conforti, tra polvere e rubinetteria gemente, gli eclettici ‘turisti’ troveranno accoglienza e voglia di ricominciare, di restare, di andare. A casa o al di là.

Alle ore 22,45 è la volta dell’ultimo film di David Cronenberg, “Cosmopolis“: Erick Packer è un brillante giovane che controlla gli oscuri meccanismi dell’alta finanza. Tutto è a sua disposizione, a partire da una limousine bianca con tanto di autista e guardia del corpo. È una giornata difficile per Manhattan. C’è il Presidente degli Stati Uniti in visita e la viabilità è stata rivoluzionata. Ma Erick ha un obiettivo preciso: vuole raggiungere il suo parrucchiere di fiducia che sta all’altro capo della città. Per fare ciò è disposto ad affrontare le sommosse contro la situazione economica che stanno mettendo a ferro e fuoco New York. È pronto anche a trovarsi dinanzi colui che, secondo più di un segnale attendibile, vuole ucciderlo.

In Sala 3 alle ore 18,30 per la retrospettiva dedicata a Paolo Sorrentino “L’uomo in più“: Napoli, anni ’80. Tony è un cantante all’apice del successo. Sprezzante e apparentemente sicuro di sé, ma cocainomane incallito e con la morte del fratello sulla coscienza. Antonio Pisapia è uno stopper integro che non si presta ai trucchi del calcio scommesse. Tony verrà messo fuori gioco da una minorenne che gli si offre e poi lo denuncia. I due cercano di risalire la china, ma se Tony sembra disilluso, Antonio è convinto di potere essere un valido allenatore. Film interessante e ispirato a due personaggi reali: il cantautore Califano e il calciatore De Bartolomei. Si svolge in una Napoli diversa, spietata e cinica senza mai essere folkloristica.

Alle ore 20,45 sarà proiettato “In Time” di Andrew Niccol: Will Salas ha venticinque anni da tre anni e la volontà di resistere in un mondo in cui il tempo che resta da vivere è denaro. Nel futuro di Will, uomini e donne sono geneticamente programmati per raggiungere i venticinque anni, età dopo la quale avranno diritto a un anno extra e a una vita affannata e consumata a guardare il proprio orologio biologico. Un timer digitale che segna ogni minuto, ora,
giorno, mese, anno guadagnato lavorando o rubando. Figlio premuroso di una madre mai invecchiata, Will salva la vita a un uomo ricco di tempo che intuisce la sua nobiltà e lo ricambia con un secolo di vita. Un secolo che Will è deciso a investire, raggiungendo la Time Zone, dove i ricchi vivono blindati e a spese dei più miserabili, e sfidando l’ordine costituito. Lo aiuterà imprevedibilmente nell’impresa una ricca ereditiera dai grandi occhi e il grande cuore, pronta a ipotecare l’immortalità e a ‘spendere’ finalmente la propria vita.

Alle ore 22,45 di nuovo Sorrentino ed il suo “Il Divo“: c’è un uomo che soffre di terribili emicranie e arriva anche a contornarsi il volto con l’agopuntura pur di lenire il dolore. È la prima immagine (grottesca) di Giulio Andreotti ne Il divo. Siamo negli Anni Ottanta e quest’uomo freddo e distaccato, apparentemente privo di qualsiasi reazione emotiva, è a capo di una potente corrente della Democrazia Cristiana ed è pronto per l’ennesima presidenza del Consiglio. L’uccisione di Aldo Moro pesa però su di lui come un macigno impossibile da rimuovere. Passerà attraverso morti misteriose (Pecorelli, Calvi, Sindona, Ambrosoli) in cui lo si riterrà a vario titolo coinvolto, supererà senza esserne scalfito Tangentopoli per finire sotto processo per collusione con la mafia. Processo dal quale verrà assolto.

In Sala 4 alle ore 18,30 omaggio a Giuseppe Bertolucci, scomparso da poco, con “Segreti, segreti“: Laura, terrorista di estrazione altoborghese e duplice omicida, è il filo conduttore di una storia ambientata all’inizio degli anni ’80 che passa attraverso altre 6 donne, in un film fondato su una serie di rapporti madre/figlia. Il terrorismo è soltanto uno dei suoi temi: è una storia di donne che si parlano e che, dicendosi o strappandosi la verità, si sgretolano. Il terremoto dell’Irpinia, cornice dell’incontro tra la proletaria Rosa e sua madre, potrebbe essere una chiave di interpretazione: una metafora degli effetti del fenomeno terroristico (non delle cause). Su questo tema interagiscono quelli dell’infanzia, del gioco, della delazione.

Alle ore 20,45 ed alle ore 22,45 rassegna maghrebina con “Mascarades” di Lys Salem e “Barakat!” di Djamila Sahraoui.

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