‘Miele’, ‘Benur’, ‘Il caso Kerenes’ e ‘The Rollin Stones’ tra gli appuntamenti più interessanti
PESCARA – Ampio cartellone per la giornata di oggi, giovedì 4 luglio. Partiamo dall’esordio alla regia di Valeria Golino con “Miele” in Sala 5 alle ore 20,30. Con il nome fittizio di Miele, Irene si occupa di suicidi assistiti all’oscuro dei pochi che frequenta e di una società per cui la sua attività è un reato. Chiamata al capezzale di persone a un passo dalla morte, in cambio di denaro, somministra Lamputal, un farmaco letale a uso veterinario che in dosi massicce assicura l’effetto anche sull’uomo. Un giorno, a chiedere l’intervento di Irene è l’ingegner Grimaldi, un intellettuale sulla settantina al quale consegna il barbiturico dando per scontata la criticità della sua situazione. Quando scoprirà che è in piena salute, si affretterà a tornare sui propri passi. Liberamente tratto da “A nome tuo” di Mauro Covacich, l’esordio nel lungometraggio di Valeria Golino appartiene a quella categoria di rare pellicole che sanno andare a fondo in problematiche sociali volutamente rimosse attraverso il particolare di una storia privata.
Opera severa, sofferta e spesso respingente, soprattutto nella prima parte, fornisce il ritratto di una trentenne che trova sacrosanto aiutare i malati terminali ad abbreviare un’agonia ormai opposta al concetto stesso di vita: che sia per motivi personali (la morte della madre malata) o per un’indipendente convinzione intima, entra per poco nella loro esistenza, li aiuta a morire per poi tornare a una routine di fugaci rapporti sessuali e allenamenti fisici.
Alle ore 18,30, ad ingresso libero, per il concorso italiano “Benur. Un gladiatore in affitto” di Massimo Andrei: Sergio e Maria sono fratello e sorella cinquantenni, abitano insieme nella periferia romana degradata e condividono una quotidianità fatta di piccoli rancori e grandi ristrettezze economiche. Sergio ha un “glorioso” passato di stuntman a Cinecittà, ma dopo un incidente sul set si ritrova a fare il finto centurione al Colosseo, dove i turisti lo fotografano per poche lire. Maria invece lavora per una hotline erotica, sprofondata in una profonda depressione dopo l’abbandono del marito. Ad interrompere il loro tran tran domestico si intromette Milan, un immigrato clandestino proveniente dalla Bielorussia pieno di voglia di lavorare e di buone intenzioni. Riuscirà Milan a scuotere Sergio e Maria dall’impasse e a restituire loro un po’ di entusiasmo? É difficile classificare Benur – Un gladiatore in affitto secondo un genere cinematografico, anche se a prima vista sembra una commedia: ma solo nel modo doloroso e sofferto in cui lo sono certe storie della cinematografia rumena contemporanea che riescono a raccontare il lato tragicomico della miseria, e della meschinità che quella miseria porta con sé. Il che non esclude che Benur appartenga anche alla nostra scuola cinematografica, e a certi ritratti di “miseria e ignobiltà” entrati a far parte del patrimonio della commedia all’italiana. La cattiveria di Sergio e Maria, dettata dall’abbrutimento e dal rancore, li rende “nuovi mostri” di questa Italia umiliata dalla crisi, in cui l’immigrato è allo stesso tempo risorsa da sfruttare e concorrente da temere.
Alle ore 22,45 Jasmine Trinca è l’intensa protagonista di “Un giorno devi andare” di Giorgio Diritti: Augusta è una giovane donna in viaggio. Lasciata l’Italia per il Brasile, si lascia portare dalla corrente del fiume, approdando sulle sponde e nella vita degli indios che suor Franca, amica della madre, vuole evangelizzare a colpi di preghiera e bambinelli luminescenti. Sorda al richiamo di qualsiasi dio e refrattaria alla condotta missionaria, Augusta sceglie laicamente di “essere terra”, proseguendo da sola e affittando una stanza a Manaus, capitale dell’Amazonas sulla riva del Rio Negro. Decisa a dare un senso alla sua ‘navigazione’ si stabilisce nella favela, dove la povertà è lambita da una ricchezza che compra uomini, donne e bambini. Accolta da Arizete, madre e nonna dentro una famiglia numerosa, Augusta trova nelle relazioni umane consolazione al suo dolore e al suo lutto: un bambino perduto, un marito dileguato, una vita disfatta. Ma l’afflizione di una nuova amica la persuade a riprendere il viaggio e il fiume. Sbarcata su un’isola si esclude dal mondo e dagli uomini, sprofondando nei silenzi interiori e nei suoni ancestrali della natura. Alla maniera dei suoi personaggi, i film di Giorgio Diritti sono gioielli (in)visibili che si affermano con la propria forza e la propria grazia. Orgogliosamente indipendenti, sfidano le logiche produttive e l’indifferenza dei distributori, scoprono mondi, volti, corpi e paesaggi come da tempo non si vedevano nel cinema italiano.
In Sala 4 alle ore 17,30 personale Tornatore con “Nuovo Cinema Paradiso”: Augusta è una giovane donna in viaggio. Lasciata l’Italia per il Brasile, si lascia portare dalla corrente del fiume, approdando sulle sponde e nella vita degli indios che suor Franca, amica della madre, vuole evangelizzare a colpi di preghiera e bambinelli luminescenti. Sorda al richiamo di qualsiasi dio e refrattaria alla condotta missionaria, Augusta sceglie laicamente di “essere terra”, proseguendo da sola e affittando una stanza a Manaus, capitale dell’Amazonas sulla riva del Rio Negro. Decisa a dare un senso alla sua ‘navigazione’ si stabilisce nella favela, dove la povertà è lambita da una ricchezza che compra uomini, donne e bambini. Accolta da Arizete, madre e nonna dentro una famiglia numerosa, Augusta trova nelle relazioni umane consolazione al suo dolore e al suo lutto: un bambino perduto, un marito dileguato, una vita disfatta. Ma l’afflizione di una nuova amica la persuade a riprendere il viaggio e il fiume. Sbarcata su un’isola si esclude dal mondo e dagli uomini, sprofondando nei silenzi interiori e nei suoni ancestrali della natura. Alla maniera dei suoi personaggi, i film di Giorgio Diritti sono gioielli (in)visibili che si affermano con la propria forza e la propria grazia. Orgogliosamente indipendenti, sfidano le logiche produttive e l’indifferenza dei distributori, scoprono mondi, volti, corpi e paesaggi come da tempo non si vedevano nel cinema italiano.
Alle ore 20,30 replica di “Vitriol” di Francesco De Falco (Ingresso libero).
Alle ore 22,45 cinema polacco con “Film rosso” di Krzysztof Kiéslowski.
In Sala 3 si parte alle ore 16,30 con “Après la bataille” dell’egiziano Yousry Nasrallah: raccontare la primavera araba al cinema. È quello che ha voluto fare il regista egiziano Yousry Nasrallah dopo aver documentato i reali accadimenti del suo paese del 2011 con la sua videocamera. Dopo aver filmato Piazza Tahrir e assistito agli eventi che fanno da cornice a questo suo film. Tutto, nel suo film, parte infatti dalla cosiddetta “battaglia dei cammelli”, gli scontri del 2 febbraio 2011 tra i manifestanti e cavalieri in groppa a cavalli e cammelli inviati dal regime per disperdere la folla. Nasrallah mette di fronte una benestante e illuminata rivoluzionaria, Riz, e uno di quei cavalieri poveri e manipolati, Mahmoud, ne segue le vicende singolari e incrociate, li fa attrarre e respingere, tutto per illustrare lo stato complesso e caotico che l’Egitto ha vissuto in quel periodo e vive tutt’ora. Girato con uno stile nervoso e diretto, che più che al documentarismo guarda al neorealismo di stampo rosselliniano, Après la bataille lascia che i suoi protagonisti, i loro conflitti e le loro azioni siano drammaturgicamente simboliche, affidandogli il compito di essere sguardi soggettivi e dall’interno di realtà in cerca di una complessa mediazione, di una rivoluzione che necessariamente deve riazzerare e ribaltare ogni certezza precostituita.
Alle ore 18,45 è la volta di “Materia oscura”, docufilm di D’Anolfi e Parenti: questo documentario racconta un luogo di guerra in tempo di pace: l’area del Poligono Sperimentale del Salto di Quirra, regione della Sardegna compresa tra le province di Cagliari e Nuoro, dove, per oltre cinquanta anni, i governi di tutto il mondo hanno testato armi nuove e dove il governo italiano ha fatto brillare i vecchi arsenali militari, compromettendo inesorabilmente il territorio. Attorno a quest’area si intrecciano un’indagine giudiziaria, un servizio fotografico, la vita di un paese e quella di due pastori. Con sguardo poetico, il film si addentra in questo territorio mostrandone la silenziosa quotidianità e rivelando la devastante convivenza tra gli elementi della natura – uomini compresi – e la fabbrica della guerra.
Alle ore 20,30 rock con “The Rolling Stones Crossfire Hurricane” di Brett Morgen: dal 1963 al 2013, i Rolling Stones compiono 50 anni di attività e si celebrano in un documentario che racconta i loro primi 30 anni. A partire dalla prima formazione, le cover blues e il successo devastante e immediato, passando poi per le prime canzoni originali, la scoperta come autori, i guai legali e un’immagine da ribelli continuamente rinforzata da media e polizia, il documentario racconta con rapidità anche la morte di Brian Jones e i fatti di Altamont.
Infine alle ore 22,45 sarà presentato “Il caso Kerenes” di Calin Peter Netzer: Cornelia ha sessant’anni, un marito di cui ha scarsa stima e un figlio, Barbu, di 34 anni che convive con una donna divorziata. Cornelia vorrebbe che Barbu continuasse a comportarsi come il bambino di un tempo ascoltando i suoi consigli e mettendoli in pratica. Il figlio la evita più che può fino a quando un giorno investe ed uccide con la sua auto un bambino. Cornelia decide di prendere in mano la situazione per evitare al figlio la galera. Le madri tigre che non consentono alcuna possibilità di autonomia ai figli neppure dopo che questi hanno lasciato la casa natale e tentano di creare un proprio universo non sono certo poche nella realtà e il cinema le ha ritratte in più occasioni. Ciò che è difficile è mantenere in luce questo aspetto allargando però lo sguardo a una società. È un’operazione che è riuscita a Netzer. Il quale descrive con grande precisione (supportato da un’attrice intensamente calata nel personaggio come Luminita Gheorghiu) il rapporto malato che Cornelia sa instaurare con chiunque la circondi (ivi compresa la colf). Il suo bisogno di controllo (mascherato sotto la forma di disinteressati consigli) è assoluto e conservato con la tecnica pugilistico-psicologica del lavoro ai fianchi. Il cavallo di Troia è sempre e comunque il senso di colpa che cerca di instillare nel figlio il quale è ormai incapace di affrontare qualsiasi altra opzione che non comporti la fuga dalle responsabilità. Sullo sfondo, ma messa a fuoco da una sceneggiatura capace di un work in progress efficace, c’è la Romania di oggi.
PROGRAMMAZIONE DI GIOVEDì 4 LUGLIO (presso Cinema Multiplex Arca di Spoltore):
Sala 5
18.30 Benur – Un gladiatore in affitto, Massimo Andrei, 98′ – ingresso libero
20.30 Miele, Valeria Golino, 96′
22.45 Un giorno devi andare, Giorgio Diritti, 110′
Sala 4
17.30 Nuovo cinema paradiso, Giuseppe Tornatore, 155′
20.30 Vitriol, Francesco Afro De Falco, 80′ – ingresso libero
22.45 Film rosso, Krzysztof Kieslowski, 99′
Sala 3
16.30 Après la bataille, Yousry Nasrallah, 122′
18.45 Materia oscura, M. D’Anolfi – M. Parenti, 80′
20.30 The Rolling Stones Crossfire Hurricane, Brett Morgen, 111’
22.45 Il caso Kerenes, Calin Peter Netzer, 112’.