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Anniversario Marcinelle, il ricordo della politica

L'8 agosto del 1956 un vasto incendio si sviluppò all’interno della miniera di carbone di Bois du Cazier: 136 minatori italiani morirono

da Marina Denegri

REGIONE – Oggi, 8 agosto, ricorre il sessantottesimo anniversario della Trgedia di Marcinelle. In quel tragico giorno del 1956, 262 minatori persero la vita nell’inferno della miniera di Bois du Cazier, in Belgio. Tra loro, 136 erano italiani e ben 60 abruzzesi. Alcuni personaggi della politica hanno voluto ricordare quell’evento.

Sigismondi e Testa

“Ogni anno in Abruzzo e in Europa si rinnova il dovere di mantenere vivo il ricordo di quell’immane tragedia, doloroso simbolo dell’emigrazione italiana nel mondo, così come l’impegno per una cultura del lavoro e della sicurezza in ogni luogo ove si svolga. La perdita, l’8 agosto 1956, di 262 minatori di cui 136 italiani e molti dei quali abruzzesi, rappresenta una catastrofe impressa nella memoria collettiva dei popoli italiano e belga. Il lavoro, altissimo valore costituzionale, merita di essere celebrato ogni giorno dalle istituzioni, italiane ed europee, attraverso la garanzia delle giuste tutele e dei giusti riconoscimenti per tutti”. Lo affermano i parlamentari abruzzesi, Etelwardo Sigismondi e Guerino Testa (nella foto), a margine dell’ odierna cerimonia di commemorazione delle vittime di Marcinelle, a Manoppello (Pe).

Santangelo

 “Ricorre oggi, 8 agosto, l’anniversario della tragedia di Marcinelle, una sciagura sul lavoro dolorosamente scolpita nella coscienza e nella memoria del nostro Paese che ha coinvolto 137 italiani provenienti prevalentemente da Abruzzo e Molise. A 68 anni dalla tragedia è doveroso ricordare il sacrificio degli italiani e degli abruzzesi nel mondo”. Con queste parole l’assessore regionale con deleghe alla cultura e al sociale, Roberto Santangelo, ricorda le vittime del vasto incendio che nel 1956 si sviluppò all’interno della miniera di carbone di Bois du Cazier, a Marcinelle, in Belgio.

Tra le vittime c’erano padri di famiglia che avevano lasciato la terra d’origine per assicurare un futuro ai propri figli, trovando però all’estero condizioni di vita difficili – rimarca SantangeloGli italiani dormivano, infatti, nelle famose “cantines”, baracche gelide d’inverno e roventi d’estate, e trovarono molta ostilità da parte degli abitanti del luogo in quanto stranieri. La tragedia di Marcinelle ispirò così la scrittura dell’art. 48 del Trattato di Roma, che istituì il 25 marzo 1957 la Comunità economica europea (CEE), con cui si stabilisce il divieto di qualsiasi discriminazione, fondata sulla nazionalità, tra i lavoratori degli Stati membri per quanto riguarda l’impiego, la retribuzione e le altre condizioni di lavoro”.

Citando quanto espresso dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del 67° anniversario della strage, l’assessore Santangelo richiama i valori di sociali e culturali della Costituzione basati sul lavoro e sulla sicurezza sui luoghi lavoro:

“Il Presidente Mattarella, nel 2023, ha ricordato che le vittime di Marcinelle ‘hanno contribuito a promuovere i più alti valori sociali e culturali che animano la Costituzione, a cominciare dal diritto al lavoro’. Oggi dobbiamo tenere a mente l’importanza della tutela dei lavoratori per garantire la sicurezza sui posti di lavoro e condannare ogni forma di discriminazione affinché venga realmente onorato l’articolo 1 della nostra Repubblica e, soprattutto, venga realizzata un’equa giustizia sociale” conclude Santangelo.

Pagano

Oggi ricordiamo con commozione e rispetto il 68° anniversario della strage di Marcinelle. In quel tragico giorno del 1956, 262 minatori persero la vita nell’inferno della miniera di Bois du Cazier, in Belgio. Tra loro, 136 erano italiani e ben 60 abruzzesi, nostri connazionali, uomini coraggiosi e laboriosi che cercavano un futuro migliore per le loro famiglie. Sento allora il dovere di esprimere il mio più profondo cordoglio ai familiari delle vittime, che ancora oggi portano nel cuore il peso di quella immane tragedia. Marcinelle non è solo un ricordo doloroso, ma un monito costante e attuale sull’importanza della sicurezza sul lavoro, tema che deve rimanere prioritario nell’agenda politica e sociale del nostro Paese”. Così, in una nota, il Presidente della I Commissione Affari Costituzionali della Camera Nazario Pagano.

“In memoria dei minatori di Marcinelle, rinnoviamo il nostro impegno per promuovere una cultura della sicurezza sul lavoro che metta al centro la persona. Oggi il nostro pensiero va a quegli uomini e alle loro famiglie, con la promessa che continueremo a lottare per garantire un diritto inalienabile che deve essere tutelato con determinazione e serietà da tutte le Istituzioni” conclude Pagano.

Di Marco (PD)

Ogni volta a Manoppello è un’emozione grande ricordare il sacrificio dei 60 abruzzesi che 68 anni fa morirono nella miniera belga di Marcinelle. Questa mattina ogni comune toccato da quelle morti ha ricordato i padri e i fratelli persi in quei cunicoli, come Manoppello, dove le vittime accertate furono 22 tanto da essere considerata “Città martire”, anche Turrivalignani, Lettomanoppello, Passolanciano e Serramonacesca. Una tragedia che non si può dimenticare che appartiene all’Abruzzo e che per questa ragione deve essere anche rappresentata ad alto livello istituzionale nelle celebrazioni che si svolgono fuori dall’Italia. A questo proposito chiederò con una risoluzione che il gonfalone della Regione Abruzzo venga accompagnato non da semplici funzionari o rappresentanti non eletti della Regione, ma da membri dell’Esecutivo oppure del Consiglio regionale”, così il consigliere regionale PD Antonio Di Marco reduce dalle celebrazioni a Manoppello.

“Dalle testimonianze dirette degli eredi, in particolare quella di Nino Di Pietrantonio che questa mattina ha raccontato la memoria della sua perdita, emerge che i 262 minatori morti a Marcinelle potrebbero essere molti di più, perché molti corpi non furono riconosciuti oppure e non avevano alcun tipo di elemento che ne identificasse il nome e cognome – aggiunge Di Marco – . Un sacrificio che deve essere ricordato, con la costruzione di una memoria collettiva soprattutto rivolta alle giovani generazioni e che va coniugato Al grande tema della sicurezza del lavoro e del diritto a un lavoro per realizzare i propri progetti di vita, non per andare a morire lontano da casa e dei propri cari oppure a causa del bisogno di lavorare. L’incidente del Bois du Cazier questo non lo ha consentito, ma è diventato un monito per tutti e per sempre a cui soprattutto le istituzioni e chi crea lavoro, devono dare ascolto”.

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