Ad aprire il corteo il Gonfalone della Città, portato dai Vigili urbani in alta uniforme, seguito dai labari di tutte le Associazioni Combattentistiche e d’Armi, e dalle Autorità, civili e militari, tra cui, oltre al sindaco Albore Mascia, anche il Presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa, il vicepresidente del Consiglio comunale Adele Caroli, e poi l’assessore Nicola Ricotta, il consigliere regionale Alessandra Petri, i consiglieri comunali Armando Foschi e Licio Di Biase, e il consigliere della Circoscrizione Castellamare Benedetto Gasbarro. Il corteo si è fermato dinanzi al Sacrario Civile dove il sindaco Albore Mascia, il Presidente Testa e il vicepresidente Caroli hanno deposto la Corona d’alloro, mentre il maestro Silvio De Iuliis ha eseguito Il Silenzio.
“Per la prima volta in assoluto – ha sottolineato il sindaco Albore Mascia – abbiamo voluto cominciare l’evento di Commemorazione dinanzi al Sacrario Civile, realizzato circa dieci anni fa, per volontà e iniziativa di Ermanno Ricci, all’epoca assessore con la giunta Pace, che riuscì a traslare all’interno del monumento i resti delle vittime civili del drammatico bombardamento, sino a quel momento custoditi in una fossa comune. E oggi questo monumento rappresenta il simbolo del dramma umano vissuto da migliaia di famiglie che tra il 31 agosto e il 14 settembre furono spezzate, dilaniate, famiglie che mai avrebbero pensato che Pescara potesse finire nel mirino dei bombardamenti. Ben 1.900 morti nel primo attacco, 2mila nel secondo attacco con 341 bombe sganciate da 37 bombardieri B-24 dell’aeronautica militare. Pescara è stata però anche un esempio, perché ha saputo rimboccarsi le maniche, e cominciare la sua ricostruzione, partendo dai servizi utili, case, ospedali, uffici pubblici, al fine di ricostituire, innanzitutto, quel tessuto sociale che, con lo sfollamento, era andato inesorabilmente distrutto. Dunque il Sacrario è simbolo del dolore, ma anche della speranza per quanti hanno trovato il coraggio di sopravvivere e andare avanti. Tra essi la famiglia Cotumaccio che, il 31 agosto 1943, sotto la prima pioggia di bombe, in via Ravenna dove abitava, vide morire il primo figlio, Giovanni, neanche vent’anni. Oggi a rappresentare la famiglia c’è la figlia Anna Maria, che continua a portare avanti il ricordo di quel fratello giovane e tanto amato, e a lei abbiamo consegnato una targa ricordo in memoria di Giovanni e di quanti non ce l’hanno fatta”.
La cerimonia è poi proseguita, come da tradizione in corso Vittorio Emanuele: all’incrocio con via Michelangelo si è aperto il secondo corteo con la deposizione della seconda Corona accanto alla lapide sistemata sulla storica recinzione in muratura della vecchia stazione, lapide che lo scorso anno l’amministrazione comunale ha completamente riqualificato e reinstallato, sostituendo con una struttura in marmo la vecchia struttura in plastica. Quindi i partecipanti alla manifestazione si sono trasferiti nella chiesa del Cuore Immacolato di Maria per la celebrazione della Santa Messa, officiata da Don Emilio Leonzi, celebrazione promossa, quest’ultima, con la Confcommercio. Presenti, per l’amministrazione comunale, l’assessore Antonio D’Intino e il consigliere comunale Licio Di Biase, con il Presidente della Confcommercio Ezio Ardizzi, il Direttore Walter Recinella, il Presidente del Sib-Confcommercio Riccardo Padovano e il Prefetto Vincenzo D’Antuono. Al termine della Santa Messa, il terzo corteo con la deposizione delle due Corone, una del Comune, l’altra dell’Organizzazione di Categoria, sul monolite del Monumento dedicato ai Caduti dei Bombardamenti in piazza della Marina, di fronte alla sede della Capitaneria di Porto. E dopo l’Alzabandiera, sulle note de Il Silenzio e dell’Inno d’Italia, alle 13.45, ora esatta del bombardamento, il suono delle campane delle chiese cittadine.
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