Nonostante l’entusiasmo generato da Zeman e dal suo gioco, molti sono i problemi ancora da risolvere. Perchè il Pescara possa vivere una stagione da protagonista, occorre lavorare ancora molto.
PESCARA – Tra poco meno di un mese, a Verona, il Pescara inizierà la nuova stagione. Sono passati circa due mesi dall’ultima partita dello scorso campionato, ma molte cose sono cambiate. Lasciato libero Di Francesco, desideroso di provare a cimentarsi con la serie A, è arrivato Zeman, tecnico discusso, ma garanzia di spettacolo. Inoltre non è stato rinnovato il contratto con Fabrizio Lucchesi, principale artefice degli ultimi due campionati dei biancazzurri, decidendo di dare piena fiducia al direttore sportivo Delli Carri.
Anche la squadra è stata rivoluzionata, o quasi, seguendo le indicazioni di Zeman per il cui tipo di gioco servono giocatori specifici.
In porta, salutato Pinna sono arrivati Pinsoglio dalla Juve e Anania dalla Pro Patria. Mentre per il primo c’era già un accordo da tempo con la società di corso Galileo Ferraris, il secondo è arrivato sotto precisa segnalazione del boemo che lo aveva avuto nella non felice esperienza di Avellino.
In difesa invece, Zeman ha rivoluto con sé Simone Romagnoli, difensore centrale scuola Milan, l’anno scorso tra i protagonisti del Foggia. Sono arrivati inoltre a completare il reparto difensivo, il terzino sinistro Antonio Bocchetti dal Frosinone, il terzino destro Antonio Balzano dall’Atletico Roma ed è tornato Loris Bacchetti dalla Sampdoria. Rispetto allo scorso anno, dunque, il reparto difensivo è stato stravolto. Per esaltare il 4-3-3 iperoffensivo di marca zemaniana sono stati ingaggiati due terzini di grande spinta e un difensore centrale, Romagnoli, in grado di impostare l’azione e farla ripartire velocemente.
A centrocampo l’acquisto di rilievo è stato il brasiliano Romulo Togni, proveniente dal Sorrento. Dotato di un buon tiro, e bravo nel calciare le punizioni, Togni agirà da regista nel nuovo Pescara pronto a scaricare il gioco sugli interni di centrocampo o sulle ali, o a mettere il centravanti solo davanti al portiere.
Il reparto avanzato è chiaramente quello maggiormente potenziato. Davanti sono infatti arrivati Insigne (19 gol con Zeman a Foggia), Immobile (l’anno scorso metà stagione a Siena e l’altra metà a Grosseto) e Sciarra (proveniente dal Barletta). A questi tre vanno aggiunti i confermati Sansovini, Soddimo, Maniero e Giacomelli. Nelle prime amichevoli di stagione Zeman ha spesso dato fiducia al tridente Sansovini-Maniero-Insigne con Togni regista e Gessa-Cascione interni di centrocampo. In difesa invece è stato provato il quartetto Balzano-Capuano-Romagnoli-Bocchetti.
La squadra sembra quindi per lo più fatta. Rimangono ancora un paio di dubbi: in porta, Anania al momento è favorito rispetto a Pinsoglio, mentre, nel ruolo di terzino destro, che Zanon sta facendo di tutto per convincere Zeman a dargli fiducia. Fiducia che, a forza di prestazioni convincenti, pare essesi conquistato Gessa, giocatore dato per sicuro partente a giugno, e che invece sta guadagnando sempre più spazio nelle gerarchie del boemo.
Finora le amichevoli hanno detto che gli schemi offensivi di Zeman sono stati assorbiti facilmente: Maniero pare rinato ed è infatti uno dei mattatori dell’estate biancazzurra, mentre Insigne è entrato subito in forma ed è diventato immediatamente un idolo dela tifoseria.
Va però detto che non è tutto oro quello che luccica. La pochezza degli avversari incontrati fin qui, non ha infatti permesso di testare l’assetto difensivo della squadra. La cosa di per sé non sarebbe grave, perchè è noto che Zeman non curi praticamente per niente i movimenti difensivi dei suoi uomini. Chi prende il boemo sa già dall’inizio che la sua squadra avrà il miglior attacco e la peggior difesa del torneo. Il problema è che un centrocampo privo di mediani di copertura come quello provato fin qui, pare eccessivamente offensivo anche per Zeman. Né si può dire che la difesa, con Balzano e Bocchetti bravi ad attaccare, ma con enormi lacune difensive, e la coppia Romagnoli-Capuano, totalmente priva di esperienza, dia garanzie adeguate. Come non la darebbe del resto, se a Pescara tornasse Diamoutene, giocatore che con Zeman in A fece disastri a non finire a causa delle sue notorie “distrazioni” in fase di copertura.
Altro dubbio che viene covato è quello inerente al tridente offensivo. Qui le perplessità non sono dovute agli uomini (con Zeman segnerebbe valanghe di gol persino Paponetti) bensì sulla loro disposizione. Zeman infatti pare essere deciso a rilanciare Maniero, l’anno scorso beccato spesso dai tifosi per la sua inconcludenza sotto rete. L’ex juventino ha fin qui risposto bene e la coppia con Insigne pare funzionare. I dubbi vengono per il ruolo di terzo componente del tridente. Fin qui Zeman ha provato spesso Sansovini, ma il giocatore, spostato sulla fascia, pare essere un pesce fuor d’acqua. Con molta probabilità il ruolo ora occupato da Sansovini verrà preso nel corso della stagione da Giacomelli, più adatto, per caratteristiche, alle mansioni richieste da Zeman.
Il che significa che Sansovini finirà per vedersela con Immobile e Maniero per il ruolo di prima punta. Tre centravanti per un posto paiono essere troppi anche per un campionato lungo come quello di B, tanto più che anche sulle fasce, la concorrenza è agguerrita. Infatti l’allenatore biancazzurro pare essere deciso a tenere anche Sciarra e con l’ex giocatore del Barletta più Soddimo e Giacomelli la concorrenza in avanti appare spietata.
C’è poi il dubbio che ogni anno agita i sogni dei tifosi biancazzurri: e Verratti cosa farà? Sarà il suo anno? Di Francesco nel finale dello scorso anno, pareva avergli ritagliato su misura il ruolo di regista davanti ala difesa. Il ragazzo, pur con qualche difficoltà iniziale, aveva risposto bene. Ora, con l’arrivo di Togni in quel ruolo che fine farà il giovane biancazzurro? Zeman lo ha voluto trattenere per misurarne le potenzialità, ma, dispiace dirlo, e ci prenderemo molti insulti per questo, al momento, il ragazzo non è adatto al gioco del boemo e, ancora meno, per la B. lL’impressione è che lui stesso non creda nelle sue capacità: nel calcio moderno infatti un giocatore, indipendentemente al ruolo in cui gioca, deve saper fare due cose: aggredire gli avversari e saper sia difendere che attaccare.
Verratti ha indubbie qualità tecniche, ma, deve anzitutto imparare a essere più aggressivo e, soprattutto, deve tirare di più in porta. Non è possibile infatti che, arrivato al limite dell’area tenti sempre il passaggio per il compagno e mai il tiro. Questo non è sintomo di altruismo, ma mancanza di responsabilità. Se un giocatore infatti ha la possibilità di tirare in porta, deve provarci a costo di sbagliare. Il neo numero 10 biancazzurro questo non lo ha ancora capito. E, con Zeman, non tirare mai in porta equivale a una sentenza di autoesclusione.
Il ragazzo può imparare molto grazie agli schemi offensivi del boemo ( come a suo tempo fece Totti), a patto di crescere dal punto di vista mentale: diversamente sarà un altro campionato da “vorrei ma non posso”.
Il Pescara è dunque un cantiere ancora aperto. Molte sono le questioni irrisolte. Da qui al 27 agosto c’è tempo per lavorare e costruire una squadra che sappia far sognare i tifosi regalando loro spettacolo e vittorie.