Pescara

Pescara, ‘Ignazio Silone in Italia e in Europa’ al Mediamuseum

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La tavola rotonda organizzata dalla Fondazione Edoardo Tiboni

PESCARA – Se fosse servita la prova del nove per certificare il persistente fascino dell’opera e del pensiero siloniani, la presentazione di “due libri freschi di stampa” dedicati al suo inossidabile carisma e la contestuale Tavola rotonda “Ignazio Silone in Italia e in Europa”, ne sono stati una puntuale dimostrazione. A cominciare dalla nutrita partecipazione d’un pubblico attento affluito numeroso al Mediamuseum per il promettente appuntamento culturale organizzato dalla Fondazione Edoardo Tiboni, sempre attenta alla straordinaria opera dello scrittore abruzzese. Oltre a Maria Nicolai Paynter (autrice, in lingua inglese, di On Friendship and Freedom: The Ignazio- Marcel Fleischmann Correspondence – ©University of Toronto Press, Toronto, luglio 2016, 256 pp.) e Antonio Gasbarrini (coautore con Annibale Gentile de I Fontamaresi. La Scuola “ delle” Libertà nella Fontamara d’Ignazio Silone – Angelus Novus Edizioni, L’Aquila, novembre 2015, pp. 192), hanno partecipato all’intenso incontro durato ben due ore Dante Marianacci, Angelo De Nicola, Gabriella Albertini e Nicoletta Di Gregorio.

Marianacci, presidente del Centro Nazionale di Studi Dannunziani, nella sua introduzione ha ricordato di aver conosciuto personalmente Silone a Pescara sul finire degli anni Sessanta in occasione della rappresentazione teatrale de “L’Avventura di un povero cristiano”, tratteggiando poi alcuni snodi essenziali della sua straordinaria figura non solo letteraria, figura messa in discussione ed in negativo negli ultimi vent’anni da qualche storico revisionista.

Maria Nicolai Paynter, professore emerito della newyorchese università Hunter College, ha delineato a tutto tondo la genesi di una profondissima amicizia ripercorsa nella riproposizione dell’inedito scambio epistolare intercorso tra l’esule Silone continuamente spiato dalla Polizia fascista italiana e il mecenate Fleischmann che lo ha ospitato e, sopratutto “protetto”, nella sua casa a Zurigo per un decennio, dal 1934 al 1944.

Senza il sostegno materiale e la solidarietà umana di Fleischmann, lo scrittore abruzzese subito apprezzato a livello europeo e via via in tutto il mondo anche grazie agli altri volumi pubblicati in Svizzera in lingua tedesca dopo il successo di Fontamara, non sarebbe mai nato (è la tesi di fondo del suo libro; sono di quel periodo, con titoli e testi ovviamente in tedesco: Il Fascismo, Vino e Pane, La scuola dei dittatori, Il seme sotto la neve, Ed egli si nascose).

Per la poetessa Nicoletta Di Gregorio l’attualità del pensiero di Ignazio Silone emerge attraverso il suo concetto di Libertà, Libertà individuale che deve però diventare Libertà di tutti, con l’impegno sociale e ideale. Questo assunto si collega alla adesione al cristianesimo, inteso come religione nella cui centralità vi è l’accoglienza e l’amore dei poveri. In altre patole, farsi ultimo tra gli ultimi.

Il saggista Antonio Gasbarrini ha sottolineato come le principali parole-chiave dell’etica esistenziale siloniana (Libertà, Verità, Utopia) non siano state astratte, ma sono state da lui sempre coniugate con il perno attorno a cui devono ruotare per rimuovere le ingiustizie sociali: “ il sinonimo” Lotta. Quanto al libro de I Fontamaresi, frutto dell’anticipatrice esperienza didattica sperimentata nel 1975 in una quinta elementare di Pescina da Annibale Gentile (scomparso quattro anni fa), esperienza incardinata sul romanzo Fontamara, così si è espresso Silone nel corso della visita della scolaresca a Roma: «Vi sono grato anche di come avete letto il romanzo perché non pensavo di poter essere capito dai bambini. Certo lo sognavo».

Il giornalista Angelo De Nicola ha approfondito il legame, non solo ideale, tra lo scrittore abruzzese e il suo doppio: Pietro l’eremita, ovvero Celestino V protagonista del romanzo L’avventura di un povero cristiano. Ponendo subito una domanda centrale nel suo accalorato, lucido intervento: chi è dunque Celestino-Silone? Questa la sua convincente argomentazione: Celestino-Silone è: «‘uno per il quale il potere è un servizio’; ‘è un uomo che crede in un’utopia’; ‘è un uomo di pace’; ‘è un uomo come noi’».

La docente-artista Gabriella Albertini ha delucidato, da par suo, l’aspetto creativo dei disegni – pubblicati nel libro I Fontamaresi –, realizzati durante l’anno scolastico dai bambini di Pescina per illustrare il primo capolavoro dello scrittore abruzzese, sotto la guida sicura del loro Maestro ch’era, tra l’altro, anche pittore. Il suo commento alle immagini proiettate sullo schermo, abbinato alla descrizione del testo contenuto nelle pagine siloniane, ha evidenziato l’inaspettata concordanza empatica esistita tra la scrittura e l’interpretazione visiva dei bambini.

A conclusione del riuscito incontro culturale sono stati realmente, ma anche simbolicamente donati alla biblioteca del Mediamuseum da Maria Nicolai Paynter e Antonio Gasbarrini i due libri presentati, nonché Ignazio Silone tra l’Abruzzo e il mondo e Ignazio Silone comunista (1921-1931) a suo tempo scritti, sempre a quattro mani, da Gasbarrini e Gentile.

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