All’incontro parteciperanno il regista Fred Kuwornu e il giornalista Silvestro Montanaro: si parlerà di cittadinanza e seconde generazioni
CHIETI- Venerdì, 22 marzo 2013 alle ore 17.30, a Chieti, presso la Fondazione Carichieti nel prestigioso Auditorium di Palazzo de’ Mayo in Corso Marrucino, 121 si terrà la tavola rotonda Immigrazione\Integrazione, che quest’anno affronterà il tema “Giovani e nuove cittadinanze”.
L’evento promosso dal CVM Comunità Volontari per il Mondo con FOCSIV, è patrocinato dalla Presidenza del Consiglio della Regione Abruzzo, dal Comune, dalla Provincia, dalla Prefettura e dall’Università “G. D’Annunzio” di Chieti .
La tavola rotonda sarà introdotta dal Prefetto di Chieti Fulvio Rocco de Marinis, dal Sindaco di Chieti Umberto Di Primio, dal Direttore della FOCSIV Attilio Ascani e sarà moderata come ogni anno dal dr. Filippo Di Giovanni, della Caritas Diocesana di Chieti.
Parteciperà il regista-produttore-attivista-entrepreneur di origini ghanesi Fred Kuwornu.
Verso la fine degli anni ’80 inizia a collaborare come autore e conduttore delle principali emittenti radiofoniche dell’ Emilia e del Veneto. Dopo aver terminato gli studi in Scienze Politiche presso l’Università di Bologna, si trasferisce a Roma dove inizia l’attività d’autore di programmi televisivi di RAI 1, scrivendo i testi per conduttori come: Luca Giurato , Paolo Brosio, Ilaria D’Amico e realizzando diversi format televisivi. Nel 2007 viene scelto dal regista americanoSpike Lee per lavorare all’interno della crew del film “Miracolo a Sant’ Anna” , fianco a fianco con americani del calibro di Derek Luke, Laz Alonso, Omar Benson Miller, Michael Ealy e la nomination all’Oscar come direttore della fotografia Matthew Libatique. L’incontro con Spike Lee, ispira Fred Kuwornu a dirigere e produrre il docufilm ” Inside Buffalo” progetto internazionale sulla storia della 92^ Divisione” Buffalo Soldiers” interamente composta da soldati afroamericani che combatterono durante la Seconda Guerra Mondiale in Toscana.
Da anni si occupa di Seconde Generazioni in Italia ed è l’autore di “18 IUS SOLI”, un film documentario premiato con il Premio Mutti. 18 storie di ragazze e ragazzi nati e cresciuti in Italia ma con origini :asiatiche, sudamericane, africane e residenti in aeree geografiche diverse dell’Italia. Sono ragazzi nati in Italia, figli di immigrati: studiano nel nostro Paese, parlano la nostra lingua e i nostri dialetti, molto probabilmente non sono nemmeno mai stati nel paese d’origine dei loro genitori né spesso ne parlano la lingua. Eppure non sono riconosciuti cittadini italiani come tutti gli altri. Per ottenere la Cittadinanza italiana devono infatti sottoporsi al compimento del 18° anno di età ad un iter burocratico lungo e complesso, che non sempre termina con esiti positivi per il richiedente, con conseguenti e inevitabili gravi problemi di inserimento sociale e d’ identità. Oltre alle loro storie sono stati intervistati sociologi e politici italiani. E’ uno dei primi documentari “grassroot” prodotti in Italia, con lo scopo di essere utilizzato come piattaforma dal basso per generare una campagna sociale di Cambiamento rivolta agli stessi attori sociali che ne sono anche gli artefici.Attualmente il regista si trova a New York per presentare il documentario presso l’Istituto italiano di Cultura, alla Columbia University, l’Italian American Museum, il Calandra Institute e all’Ibrahim Theater International House a Philadelphia.
Ospite d’eccezione della tavola rotonda sarà anche Silvestro Montanaro, giornalista televisivo della Rai ed autore della serie “C’era una volta”.
Ha iniziato la sua carriera giornalistica come corrispondente di Paese Sera e poi dell’Unità. In seguito ha lavorato per la Voce della Campania firmando delicatissime inchieste sui rapporti tra mafia, camorra, poteri politici ed economici. Nel 1989 firma dossier sull’immigrazione clandestina e fa da addetto stampa alla prima associazione di immigrati. Nello stesso anno entra a far parte del gruppo fondante della trasmissione televisiva Samarcanda. Lavora con Michele Santoro anche a Il Rosso e il Nero e Tempo Reale, diventandone co-autore nell’ultima fase. Nel frattempo pubblica tre libri-inchiesta, di cui uno con Baldini e Castoldi adottato come libro di testo in numerose scuole, sul Mozambico e i suoi bambini nel dopoguerra. Silvestro Montanaro cura il progetto Sciuscià, ne realizza alcuni episodi, e diventa poi l’autore di Drug Stories. Alla fine di questa esperienza, nel 1998, edita il primo speciale televisivo in Europa sul debito estero dei paesi del Sud del mondo e realizza documentari fra i quali “Col cuore coperto di neve”, girato in Brasile sui temi del lavoro e della prostituzione minorile e “E poi ho incontrato Madid” sull’ultima delle terribili carestie che hanno afflitto il sud del Sudan.
Nel 1999 è autore del programma “C’era una volta” in onda su Rai Tre e oggi alla sua 12esima edizione. Nel 2002 è il conduttore della trasmissione Dagli Appennini alle Ande. Il programma “C’era una volta” di Silvestro Montanaro, analizza i cambiamenti globali, i mutamenti sociali, gli scenari politici e racconta le storie di coloro che di tali trasformazioni sono testimoni o vittime. “Tutte le azioni e i valori erano al rialzo, anche i meno solidi trovavano compratori creduli, una pletora di affari dubbi gonfiava il mercato, lo congestionava fino all’apoplessia. Al di sotto di quelle vane apparenze, però, risuonava il vuoto…” In questo modo Emile Zola, ne “Il denaro” raccontava i drammi della speculazione finanziaria che a inizio novecento sconvolse la Francia e Parigi tra un’orgia di speranze di ricchezza infinita e facile e la miseria finale di tanti avventurieri di borsa e soprattutto masse di illusi risparmiatori. “A due secoli di distanza – afferma Silvestro Montanaro, autore di C’era una volta, il programma di reportage internazionali in onda in seconda serata su Rai Tre – la scena sembra ripetersi, e questa volta su scala globale. Un decennio di “new economy”, “net economy”, cartolarizzazioni e bolle immobiliari ha geneticamente modificato l’economia mondiale, i suoi protagonisti ed assetti di potere, ed insieme i valori base dell’agire e sentire umano in ogni campo. La produzione reale di merci è divenuta comprimario, spesso scomodo, dei processi di accumulazione delle ricchezze. Produrre costa e i costi confliggono con la necessità trimestrale di allettare gli azionisti con dividendi che devono essere sempre crescenti. Si è affermata la figura rampante dello speculatore capace, da novello Re Mida, di trasformare in oro qualsiasi cosa tocchi. Una stagione di promesse basate su infiniti e fragilissimi castelli di carta ha inquinato politica, economia, cultura. L’apparenza è divenuta piu’ forte, infinitamente piu’ forte della realtà e si è perversamente legata alla speranza- bandiera del decennio, quel “tutti milionari” nella roulette, promessa sempre vincente, del dio Borsa”. “C’era una volta” indaga alcune pagine di queste trasformazioni che tanto pesano oggi sui destini dell’umanità e tanto peseranno ancora.