CHIETI – Si terrà a Chieti nella Bottega d’Arte, Camera di Commercio ,in Corso Marrucino, 148 , dal 7 marzo al 7 aprile 2014 l’esposizione dal titolo:”L’altra metà del lavoro/Appunti di viaggio” di Max Mandel,a cura di Giovanni Gazzaneo. L’inaugurazione venerdì 7 marzo,alle ore 18.00.
“Max Mandel è un occhio: sa vedere”
Henri Cartier-Bresson
La realtà può essere molte cose nello stesso momento. Basta saperla guardare con il giusto senso di meraviglia. Sembra essere l’insegnamento delle fotografie che Max Mandel (Milano, 1959).
E’ una mostra dal duplice titolo, L’altra metà del lavoro / Appunti di viaggio perché composta di due percorsi differenti eppure complementari. La prima parte raccoglie la ricerca del fotografo sul lavoro femminile, con una serie di intensi ritratti in bianco e nero, in cui lo sguardo fugge un approccio retorico per cercare l’umanità più autentica dietro il ruolo o la mansione. Persone, quindi, prima che professioni. Si va da Eleonora e Chiara, giovani musiciste, a Patrizia, parrucchiera; da Valdina, anziana contadina, a Laura, biologa; da Alfia, benzinaia, a Sara, addetta di ambasciata a Kabul. Fino a Carla, Francesca, Roberta, Alessandra, disoccupate. L’ambiente, gli strumenti e il prodotto del lavoro (o la sua assenza) non sono solo il contesto ma, come nelle tele rinascimentali, contribuiscono a costruire il senso profondo del ritratto.
In Appunti di viaggio, invece, Mandel coglie particolari minimi, invisibili a tutti fuorché a lui, e li traduce in immagini quasi astratte. Riflessi su un vetro o su una lamiera, giochi di luce e ombra su una parete, fiori in una vasca, aerei di carta in volo nella Galleria Vittorio Emanuele a Milano. Immagini raccolte durante viaggi, dall’Europa, al Medio Oriente, all’Asia, dove si radicano le sue origini (in lui scorre sangue turco-afghano, ebreo ed europeo). “Il suo sguardo – scrive il curatore della mostra Giovanni Gazzaneo – è mosso dalla passione della bellezza del quotidiano. Capace di coniugare sapere e vedere, vuole offrirci della realtà non la superficie, che per quanto abbagliante è pur sempre scorza, ma l’essenza, la sua poesia più intima”. Nei ritratti in bianco e nero o nella meraviglia cromatica di un particolare, alla base degli scatti di Mandel è sempre la realtà. Lo aveva intuito subito il grande fotografo francese Henri Cartier-Bresson, che nel 1990 dopo aver visto, quasi per caso, le immagini di Max Mandel scrisse di proprio pugno: “Sono stato sempre affascinato dalla realtà assoluta, questo rispetto per la verità quotidiana che solo il Realismo ci può dare. È scoprire un mondo nuovo, e un’arte di tutto rispetto, il vedere questa realtà dettagliata colta da Max Mandel, e accorgersi che è un’opera d’arte assoluta, e al tempo stesso una particella autentica della nostra vita quotidiana. Questa è la grande Arte, questo è il dono rarissimo”.
Accompagna la mostra, realizzata con la collaborazione del Comitato di Gestione della Bottega d’Arte della Camera di Commercio di Chieti, e di Crocevia – Fondazione Alfredo e Teresita Paglione, un catalogo di ottanta pagine, con un testo di Giovanni Gazzaneo.
“Siamo onorati di ospitare la mostra di Max Mandel, – afferma Silvio Di Lorenzo, presidente della Camera di Commercio di Chieti, con i suoi affreschi fotografici carichi di umanità e di struggente intimità. Con Mandel inauguriamo il rinnovato slancio delle attività della Bottega d’Arte presieduta da Aurelio Bigi. Oggi, anche con la crisi, – continua Di Lorenzo – l’investimento in cultura permette di dotarsi di quegli strumenti utili a fare economia, nuova economia; non c’è Made in Italy senza cultura”.
Cenni biografici
Max Mandel è nato a Milano il 3 ottobre 1959. Fotografo e ricercatore iconografico, i suoi ambiti spaziano dalla ripresa e documentazione di opere d’arte, alle immagini di paesaggio, ai contesti urbani e architettonici. Nel corso della sua attività ha compiuto ripetuti viaggi in Europa, Asia e Americhe. Dal 1988 al 2005 ha curato la documentazione fotografica delle campagne di scavo (Giordania) e di restauro (Siria, Egitto) dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme. Impegnato nella divulgazione della storia della fotografia, si occupa con particolare riguardo del periodo della sua nascita e dei primi sviluppi nel XIX secolo. Alle fotografie di documentazione, affianca quelle di carattere artistico. La sua ricerca percorre più strade, confluite nelle raccolte: Appunti di Viaggio, L’altra metà del lavoro, Il Tigri e l’Eufrate, Viaggio in Italia, Ritagli di tempo, Decoupage, Cartoline da Street View. Fra le numerose esposizioni, citiamo: Museo d’arte moderna, Konya (Turchia), 1986; Il Torchio di Porta Romana, Milano, 1987, 1990, 1994; Villa Pasole, Feltre, 1993; Consolato Generale degli Stati Uniti d’America, Milano, 1996; Biblioteca d’Arte del Castello Sforzesco, Milano, 2001; Centro di Cultura Italo-Arabo Dar al Hikma, Torino, 2003; Zoom International Photographic Exhibition, Tokyo e Atami (Giappone), 2004; Museo Nazionale di Fotografia, Brescia, 2005; Università Selgiuchide, Konya (Turchia), 2007; Museo di Mevlana, Konya, 2008; Sala del Podestà, Rimini, 2008; Ambasciata d’Italia a Kabul (Afghanistan), 2008. Le sue fotografie figurano in volumi e pubblicazioni di case editrici italiane ed estere.
Orari: dal lunedì al giovedì 17.00-20.00; dal venerdì alla domenica 10.00-13.00 e 17.00-20.00
Ingresso gratuito
INFO: tel. 0871 354308 – www.ch.camcom.it
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