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A Civitella del Tronto la “Sardegna in Piazza”

da Redazione

Viaggio attraverso la Sardegna02Canti abruzzesi e sardi, stand enogastronomici con i prodotti dell’Isola, un viaggio, attraverso le opere  di Salvatore Atzeni, per conoscere l’antico e irripetibile fascino di   luoghi e volti della  Sardegna

CIVITELLA DEL TRONTO (TE) – Sabato e Domenica 23/24 Marzo 2013 avrà luogo a Civitella del Tronto, nella prestigiosa cornice della Fortezza cinquecentesca, la manifestazione “Sardegna in Piazza”, che vedrà la partecipazione di un suonatore di Launeddas (antico strumento musicale sardo) in un alternarsi di musiche e canti abruzzesi e sardi con il gruppo polifonico Acquaviva di Mosciano S.Angelo. La domenica sarà protagonista il duo Marimba, gruppo musicale sardo, con canti e balli tipici dell’Isola.

Stand enogastronomici con i prodotti dell’Isola completeranno l’offerta. Nell’ambito  di tale manifestazione, domenica 17 marzo alle ore 17.30 verrà inaugurata la mostra dell’artista sardo Salvatore Atzeni dal titolo: “Viaggio attraverso la Sardegna”. Le opere dell’artista aiutano il visitatore alla conoscenza della Sardegna più arcaica, attraverso la “scrittura” insita nei visi centenari e di paesaggi che raccontano il tempo passato come le “rughe” dicono della vita degli alberi.Un viaggio che richiede prima di iniziarlo un lungo respiro.


Il maestro Salvatore  Atzeni presenta così le sue opere:

Viaggio attraverso la Sardegna “Centenari e paesaggi della nostra terra”

Viaggio attraverso la SardegnaLa mostra vuole offrire uno spaccato di vita della Sardegna e consta di una serie di opere grafiche e pittoriche. Esse sono l’espressione e la traduzione di emozioni e stati d’animo vissuti durante gli spostamenti attraverso la mia terra avendo per compagni di viaggio il cavalletto, la carta, gli acquarelli, il caffè. Scelto il paese o più paesi, trascorro la giornata lavorando per strada e facendo rientro a casa alla sera, dopo aver completato almeno due quadri.Disegnare e dipingere dal vero crea emozioni uniche, legate al fatto di veder nascere l’opera in modo estemporaneo,fresco, di getto, seguendo le idee, l’ispirazione e la creatività del momento, e al fatto di coinvolgere la gente che,passando o accorrendo espressamente sul posto, si ferma a curiosare, ti pone delle domande, ti fa delle osservazioni,alla luce della conoscenza dei posti e delle persone, facendosi in qualche modo partecipe dell’opera e del suo sviluppo.

Dipingere in questo modo ti porta, inoltre, a vedere con occhi nuovi le bellezze del luogo, a coglierne caratteristiche prima trascurate, se non addirittura disprezzate, a riacquistare l’orgoglio e l’amore per la nostra terra, non secondaa nessuna per patrimonio paesaggistico e culturale e ricchezza umana. I ritratti sono la testimonianza della longevità del popolo sardo e di uno stile di vita che richiama l’attenzione egli studi degli scienziati del mondo intero.

I visi, fissati sulla carta con matita grassa, rappresentano uomini e donne che non ci sono più, ma il loro aspetto èstato immortalato sulla carta, per sempre con segni forti e decisi, ricchi di contrasti sia nell’ombreggiatura sia nel chiaroscuro. L’indagine dei volti è ricca di particolari morfologici e psicologici, di segni profondi che l’età ha inciso, creando in loro una metamorfosi che testimonia la vita vissuta sempre con grande dignità, seppure negli stenti, nei sacrifici, nella povertà, nelle intemperie, nella fatica del lavoro, segni incisi nel viso che richiamano i solchi della corteccia dei sugheri centenari delle nostre campagne, “s’ottigu”, per dirla nella nostra lingua. A questo, infatti, ho sempre paragonato, rispettosamente e affettuosamente, le persone che ho ritratto in cinquant’anni di attività.

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