LANCIANO – Mercoledì 16 novembre, al teatro Fenaroli di Lanciano, alle ore 21.00, nell’ambito della VI edizione della rassegna di Teatri Randagi, sarà di scena “Il malato immaginario”, piece tratta da Molière , ma rielaborata in uno spettacolo di Stefano Angelucci Marino con Tommaso Bernabeo, Rossella Gesini, Stefano Angelucci Marino.
Progetto scenico, testo e regia di Stefano Angelucci Marino, scena e costumi di Artibò.Maschere Stefano Perocco di Meduna, burattini Brina Babini / Atelier della Luna.Suono Globster.
Organizzazione Teatro del Sangro. Una coproduzione TEATRO DEL SANGRO/ TEATRO STABILE D’ABRUZZO,in collaborazione con la PROVINCIA DI CHIETI – ASSESSORATO ALLA CULTURA,con la collaborazione del CERAM (Centro di Ricerca Abruzzese per il Teatro di Maschera).
Le musiche sono state concesse dall’ Archivio Multimediale EMF Lanciano (Associazione “Amici della Musica” FEDELE FENAROLI – Lanciano).
APPUNTI DI SCENA:
Non si entra in Molière senza conseguenze. Oggi come non mai la lezione di Molière è attuale, la sua capacità di penetrare il male in tutte le sue forme (sociali e psichiche), facendo ricorso alle armi della satira e della comicità. Molière ha utilizzato il comico come dispositivo per raccontare la violenza del mondo.Scritta nell’ultimo anno di vita di Molière, la commedia è intrisa di realismo. Lo stesso protagonista, che si presenta come un classico personaggio farsesco, pronuncia a tratti affermazioni lucide e ragionevoli, mostrando un cinismo e una disillusione che tradiscono le amare riflessioni dello stesso autore, il quale approfitta delle occasioni comiche offerte dalla trama per introdurre in modo inaspettato un’aspra denuncia della società a lui contemporanea.Ancora una volta il gioco è l’amorevole massacro della Tradizione. Non “mettere in scena”, ma “mettere in vita” un testo antico: resuscitare Molière, non recitarlo. La tecnica della resurrezione parte dal fare a pezzi, disossare e così in questo “Malato Immaginario” Angelucci Marino ha alternato scrittura e ri-scrittura, seguendo e deformando lo scheletro del testo originario.L’operazione registico-drammaturgica, giocata tra re-invenzione, maschere della commedia dell’arte e burattini tradizionali, è consistita nel prendere questo classico della letteratura teatrale europea e rivisitarlo con rispetto e rigido scrupolo, ma anche con una tranquilla impudenza inventiva.Già da un decennio il Teatro del Sangro incentra una parte importante del proprio lavoro artistico sul recupero e la re-invenzione delle maschere e delle tecniche di Commedia dell’Arte. L’incontro con i burattini a guanto tradizionali (le Guarattelle) diventa quindi una tappa importante sullo sviluppo del lavoro artistico che la compagnia porta avanti nei propri spettacoli, cercando di combinare in una proposta originale i codici “parenti” del teatro d’attore,della commedia dell’arte e del teatro tradizionale dei burattini.