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A Lanciano in scena : “Aldo morto. Tragedia”

da Redazione

Dopo il rinvio a causa della neve,  venerdì al Teatro Studio di Santa Maria dei Mesi  arriva  la pièce di Daniele Timpano che analizza l’impatto della morte di Aldo Moro sull’Italia di allora e di oggi

LANCIANO (CH) – Rinviato a causa delle condizioni meteorologiche di inizio febbraio, arriverà venerdì prossimo, 30 marzo, alle ore 21.00 al teatro Studio di Lanciano (Via Santa Maria dei Mesi, 12), diretto da Stefano Angelucci Marino, lo spettacolo di Daniele Timpanaro, “Aldo morto. Tragedia”.
La tragedia di via Fani, con il rapimento di Aldo Moro e l’uccisione dei cinque agenti della scorta e poi la successiva esecuzione del presidente della Democrazia Cristiana, hanno segnato una dolorosa ferita per tutta l’Italia: fiumi di inchiostro sono stati versati per quell’evento che oggi viene riproposto in teatro da Daniele Timpano, classe 1974, che non può avere ricordi diretti dell’omicidio dello statista democristiano, ma partendo dalla narrazione della sua vicenda, si confronta con l’impatto che questo evento ha avuto nell’immaginario collettivo.
In scena, assieme al suo corpo e a pochi oggetti, ci sarà solo la volontà di affondare fino al collo in una materia spinosa e delicata senza alcuna delicatezza e senza alcuna retorica o pietismo.
Così il giovane regista ed attore descrive la sua opera: «Desolato, io non c’ero quando è morto Moro. Aldo è morto senza il mio conforto. Era il 9 maggio 1978. Non avevo ancora quattro anni. Quando Moro è morto, non me ne sono accorto. Ma dov’ero io quel 9 maggio? E cosa facevo? A che pensavo? E soprattutto a voi che ve ne importa? È una cosa importante cosa facevo e che pensavo io a tre anni e mezzo? Aldo è morto, poveraccio. Aldo Moro, lo statista. Che un certo Moro fosse morto l’ho scoperto alla televisione una decina di anni dopo, grazie a un film con Volontè. Un film con Aldo morto. Ci ho messo un po’ a capire fosse tratto da una storia vera. Oh, mio Dio! Hanno ammazzato Moro? E quando? Perché? E come? Lo hanno trovato nel bagagliaio di Renault 4 rossa, undici colpi sparati a bruciapelo addosso. Oh, mio Dio! Hanno ammazzato Moro! Brutti bastardi. E vabbè, pazienza. Niente di importante. Cose che capitavano negli anni ’70. Bisognava fare la rivoluzione. Chi? Brigate rosse. Era il 9 maggio del 1978. Non avevo ancora quattro anni. Brigate rosse, sì. Ma rosse in che senso?».

Drammaturgia, regia, interpretazione Daniele Timpano
Oggetti di scena Francesco Givone
Disegno luci Dario Aggioli
Editing audio Marzio Venuti Marzi
Collaborazione artistica Elvira Frosini
Aiuto regia Alessandra Di Lernia

Una produzione amnesiA vivacE
con il sostegno di Area06
in collaborazione con Cité Internationale des Arts, Comune di Parigi
si ringrazia Cantinelle Festival di Biella

 

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