LETTOMANOPPELLO (PE) – Il Comune di Lettomanoppello promuove una pratica virtuosa per l’ambiente cioé l’ abbattimento verticale dei rifiuti in plastica grazie alla installazione di una “Casa dell’Acqua”, che sarà disponibile per i cittadini nelle prossime settimane . Una fontana tecnologicamente avanzata che permetterà, dietro piccolo compenso da lasciare direttamente al distributore, di ricevere acqua naturale liscia o gassata microfiltrata.
É sufficiente presentarsi presso il distributore di acqua con delle bottiglie, in vetro, è scegliere la tipologia di acqua desiderata. La “Casa dell’Acqua” è in corso di installazione in Largo Assunta, di fronte la Sala Consigliare. Nelle prossime settimane sarà fatta la presentazione al pubblico. Con le Case dell’acqua i cittadini usufruiscono di un servizio pubblico in più, apprezzando sia la qualità dell’acqua spillata sia l’economicità.
Le Case dell’acqua rappresentano un piccolo ma concreto esempio di sostenibilità, grazie al quale le abitudini di migliaia di persone cambiano, viene fornita acqua di qualità, si risparmia e si dà una mano all’ambiente, diminuendo la produzione e la circolazione di plastica e, quindi, le emissioni di CO2 in atmosfera.
Sono migliaia i cittadini che ogni giorno, in molte parti d’Italia, si recano alla Casa dell’acqua più vicina per compiere un gesto semplice, ma di grande significato economico e ambientale.
In Italia ancora troppi cittadini non si fidano di bere l’acqua del rubinetto: un italiano su tre, secondo i dati diffusi dall’Istat (Annuario degli indicatori ambientali 2009). Ciò avviene nonostante il consumo di acqua di casa sia molto più comodo rispetto all’acquisto delle pesanti confezioni; nonostante “l’acqua del sindaco” sia più sicura perché più controllata; nonostante il risparmio economico sia lampante: in media 0,5 millesimi di euro al litro per l’acqua spillata dal rubinetto di casa, circa 1.000 volte di più per l’acquisto di una bottiglia di minerale (stime Eurispes, Rapporto Italia 2008).
I consumi di acqua in bottiglia in Italia
Un’anomalia tutta italiana, che viene confermata anche dai dati relativi al consumo nazionale di acqua in bottiglia: nel 2008, gli italiani ne hanno acquistati 12,5 miliardi di litri, 194 litri all’anno a testa (dati Rapporto Beverfood; 2009-2010). Un dato che pone il nostro in cima ai Paesi europei per consumi di acqua in bottiglia e al terzo nella classifica mondiale, dopo Emirati Arabi (260 litri all’anno a persona) e Messico (205).
I vantaggi ambientali
Dal punto di vista dell’impatto sull’ambiente, 12,5 miliardi di litri di acqua in bottiglia hanno comportato l’uso di circa 365 mila tonnellate di Pet, un consumo di 693 mila tonnellate di petrolio e l’emissione di 950 mila tonnellate di CO2 equivalente in atmosfera. Solo il 35% degli imballaggi in plastica sono raccolti in modo differenziato e avviati al riciclaggio: il restante 65% finisce in discarica o al recupero energetico. Infine, solo il 18% delle bottiglie di acqua minerale viaggia su ferro, il restante 82% viaggia sui tir con conseguente consumo di gasolio e produzione di CO2 e polveri sottili.
Ma perché gli italiani non si fidano di bere l’acqua di casa? Salvo casi particolari, si tratta di un’errata percezione che i cittadini hanno nei confronti di una risorsa che è sottoposta a controlli costanti e che spesso deve rispondere a requisiti di qualità più severi rispetto all’acqua imbottigliata. Insomma, l’acqua del sindaco è buona, economica, controllata, non inquina e aiuta l’ambiente.
Le normative
In materia di controlli delle acque, esistono precise normative (due decreti legislativi, 31 del 2001 e 27 del 2002), controlli sia interni (del gestore del servizio idrico) sia esterni (delle Asl di competenza). 62 sono i parametri di qualità (chimico-fisici e batteriologici) che devono essere rispettati. Vi sono poi controlli di routine e di verifica (il numero minimo varia secondo il volume di acqua erogato ogni giorno). Le Asl possono prevedere maggiori frequenze di controllo di campionamento in relazione a differenti fattori (dimensioni dell’acquedotto, grado di vulnerabilità delle fonti, numero degli impianti e frammentarietà delle rete idrica). Per le acque minerali, in base al decreto del 29 dicembre 2003, è previsto che i soggetti titolari di concessione debbano svolgere analisi delle acque una volta all’anno.
I vantaggi delle Case dell’acqua
Si stima che ogni singola “Casa” eroghi 2.500 litri ogni giorno, che equivalgono a circa 1.700 bottiglie in plastica da un litro e mezzo. In un anno, quindi, prelevando l’acqua dalle “Case dell’acqua” non si utilizzano circa 620 mila bottiglie. Dato che tradotto in numero di mezzi pesanti circolanti per il trasporto delle confezioni d’acqua significa 65 tir in meno su strade e autostrade.
I vantaggi ambientali non si fermano qui: approvvigionandosi a una “Casa dell’acqua”, ogni anno, si evita di produrre (e smaltire) 20 tonnellate di Pet e, di conseguenza, si risparmiano 35 tonnellate di petrolio e 300 metri cubi di acqua. Trentacinque tonnellate di petrolio, tradotte in emissioni in atmosfera, corrispondono a 30 tonnellate di CO2 e 350 chilogrammi di monossido di carbonio.