Questa sera New Orleans e il mondo sonoro di Bix Beiderbecke rivivranno all’Aurum
Mauro Ottolini. trombone, sousaphone, voce
Vanessa Tagliabue Yorke. voce
Stephanie Ocean Ghizzoni. voce, riti voodoo
Vincenzo Vasi. voce, theremin, strumenti giocattolo
Paolo Degiuli. cornetta
Guido Bombardieri. clarinetto, sax alto
Dan Kinzelman. sax tenore, clarinetto, clarinetto basso
Enrico Terragnoli. banjo, chitarra, podofono
Danilo Gallo. contrabbasso
Zeno De Rossi. batteria
PESCARA – Oggi,martedì 15 luglio 2014,alle ore 21.30, il Pescara Jazz Village ospita Mauro Ottolini Sousaphonix all’Aurum di Pescara, una delle formazioni più particolari del jazz italiano, alle prese con il recente progetto Bix Factor. Una vera e propria piccola orchestra, formata da dieci elementi e attenta a far convergere le sonorità dei pionieri del jazz con le istanze contemporanee e con la modernità dei compositori del primo novecento. Il biglietto di ingresso costa 10 euro ed è possibile acquistare l’abbonamento alle tre serate del Pescara Jazz Village per 20 euro. Il partner della seconda serata è Banca dell’Adriatico. Il concerto sarà presentato da Ilaria Cappelluti, voce di R101, e avrà inizio alle 21.30. In caso di pioggia, verrà spostato all’Auditorium Flaiano.
Bix Factor è il nuovo progetto discografico ed editoriale di Sousaphonix la band guidata dal trombonista, compositore e arrangiatore Mauro Ottolini: un concept album dedicato alla musica degli anni venti e trenta e, in particolare, alla figura di Bix Beiderbecke, un doppio cd con 20 brani che fanno da colonna sonora a un racconto fantastico che ha come protagonisti personaggi dell’epoca che rivivono nei musicisti sul palco. Le parole del racconto e la musica si fondono in questo progetto unico nel panorama del jazz. Un “film invisibile” in musica e parole, un vero e proprio viaggio nel tempo attraverso il quale un manipolo di musicisti riuscirà a salvare il mondo contemporaneo dalla minaccia di una terribile epidemia. Nel disco brani tratti dal repertorio del jazz di un preciso periodo, quello che va dagli anni 20 alla metà degli anni 30, si intrecciano con pagine della tradizione di New Orleans e Chicago che finora nessuno in Italia ha mai inciso, brani originali e il secondo movimento di Ebony Concert di Igor Stravinsky.
Ottolini e i suoi musicisti seguono una personale bussola: il “nord” è segnato, in questo caso, dal jazz di New Orleans, non nel senso di uno sterile revival quanto nel recupero della polifonia e nella libertà dell’uso dei materiali sonori, nella voglia di metterne a nudo le radici. Mauro Ottolini è un polistrumentista e questo si riflette negli stili e nelle movenze della sua musica: l’uso del mutevole trombone con le sue sordine, della saettante slide trumpet, del corposo quanto agile sousaphone lo ispira nel generare brani che esprimono una personalità complessa, frutto di una storia personale che comprende musica classica e operistica, popolare, jazz e afroamericana. Il trombonista e compositore produce una musica che travalica frontiere stilistiche, geografiche e temporali.
Mauro Ottolini è uno dei musicisti più interessanti del nuovo jazz italiano. Lasciata l’orchestra dell’Arena di Verona per inseguire il suo vero amore, il jazz, si è velocemente imposto come leader fantasioso e sorprendente. Alla sua ascesa hanno contribuito la fiducia e la stima che altri grandi musicisti – quali Enrico Rava, Franco D’Andrea, Gianluca Petrella e il cantautore Vinicio Capossela – hanno dimostrato per lui, chiamandolo regolarmente nelle loro formazioni: Nato a Bussolengo in provincia di Verona nel 1972, si diploma in trombone presso il conservatorio di Verona con il massimo dei voti. Segue poi i corsi di perfezionamento di Michel Bequet e studia per un breve periodo a Los Angeles con Bill Booth. Nel 2002 si diploma in Jazz al conservatorio di Trento con il maestro Franco D’Andrea e studia con il grande trombonista Steve Turre. Da anni Ottolini esprime il proprio talento eclettico come compositore e come arrangiatore non solo per i progetti a suo nome, ma anche per importanti formazioni jazz, rock, pop e avant-garde. Ha arrangiato, di recente, le musiche di Michael Jackson nel disco Rava on the dance Floor (ECM 2012), le musiche del disco Bix Factor per Sousaphonix (Parco della Musica di Roma 2012), il singolo “Sole” per Negramaro e “Il tempo non inganna” per Malika Ayane nel disco Ricreazione (Sugar 2012). Ottolini è ideatore e leader di molti progetti musicali che si sviluppano in veri e propri lavori concettuali sconfinando in forme d’arte che si intrecciano con la sua musica. È infatti l’ideatore del cartone animato Working Man Blues, vincitore di numerosi premi ed ha inoltre scritto, in collaborazione con Vanessa Tagliabue, il romanzo breve “Bix Factor” contenuto nel cd omonimo prodotto da Parco della musica records.
Mercoledì 16 luglio, Pescara Jazz prosegue all’Aurum con il terzo ed ultimo appuntamento del Pescara Jazz Village: sul palco salirà il Franco D’Andrea Sextet. Il concerto intitolato Monk and the Time Machine è un dialogo con la musica del pianista statunitense realizzato per mezzo di una formazione che unisce i due gruppi con cui D’Andrea, insignito del Top Jazz come miglior musicista del 2013, si è esibito con maggiore frequenza negli ultimi anni, vale a dire il trio con Ottolini e D’Agaro e il quartetto con Andrea Ayassot, Aldo Mella e Zeno De Rossi.