PESCARA – Sabato 2 e domenica, 3 marzo prossimi, presso la sala convegni dell’hotel PLAZA, in piazza Sacro Cuore a Pescara sarà in scena la compagnia dell’Antico teatro dei burattini di Firenze, compagnia teatrale che propone spettacoli imperniati su diverse favole classiche e indimenticabili come Pinocchio, Biancaneve ed Aladin,u tilizzando burattini alti 1 metro scolpiti a mano nel legno.
Nel capoluogo adriatico verrà proposta la favola di Biancaneve. Gli spettacoli alle ore 15.30, 17.00 e 18.30 coinvolgeranno non solo i più piccoli ma tutta la famiglia.
TRAMA (tratto da wikipiedia) – La trama più popolare è quella che vede un giorno una regina intenta a cucire vicino a una foresta, sulla neve. Si punge un dito e guardando il sangue sul terreno innevato, desidera d’avere una figlia con i capelli scuri come l’ebano, la pelle bianca come la neve e le labbra rosse come il sangue; dopo qualche tempo la regina ebbe una figlia, alla quale dà il nome Biancaneve, ma nel darla alla luce la regina muore.
Il re, per assicurare una figura materna alla figlia, decide di risposarsi. La seconda moglie del re, una bellissima donna che possedeva uno specchio magico, invidiosa della bellezza della giovane figliastra, incarica un cacciatore di portare la ragazza nel bosco, ucciderla e riportarle i polmoni e il fegato (il cuore in alcune versioni) come prova della conclusione del suo compito. Il cacciatore, però, impietosito dell’implorare della fanciulla e dalla sua bellezza, decide di lasciarla nel bosco e di uccidere un cinghiale, portando alla regina gli organi di questo animale, convinto che comunque Biancaneve verrà uccisa da qualche belva feroce. La regina, dopo aver ricevuto il fegato e i polmoni, li mangia, convinta che siano quelli della figliastra. La matrigna davanti allo specchio magico Illustrazione tedesca di Franz Jüttner, 1905
Biancaneve, dopo aver vagato per un po’ nel bosco, si imbatte in una casa costruita proprio nel cuore della foresta nella quale abitano sette nani, che lavorano in una vicina miniera per guadagnarsi da vivere. La casa è vuota e Biancaneve, affamata e stanca, si nutre con parte del cibo e del vino già preparato dai nani, prendendone un poco di ogni porzione, per poi addormentarsi nell’unico dei sette letti della propria misura. I nani, dopo un primo attimo di sgomento per l’intrusione, sono felici di ospitare la dolce Biancaneve, che in cambio li accudisce nelle faccende domestiche. La vita scorre tranquilla fino a quando la regina cattiva, grazie allo specchio fatato, scopre che la ragazza è viva e in salute.
Travestitasi da vecchia venditrice, cerca perciò per due volte di uccidere Biancaneve, prima stringendole una cintura in vita fino a toglierle il respiro, poi con un pettine avvelenato. In entrambi i casi la giovane viene però salvata dall’intervento dei nani, che riescono a farle riprendere i sensi, ammonendola ogni volta di non far entrare nessuno in casa.
A questo punto la regina, travestita da vecchia contadina e venditrice di frutta, si avvia nuovamente verso la casa dei nani con l’obiettivo di far assaggiare a Biancaneve una mela avvelenata. Per convincere Biancaneve ad accettare almeno una mela in dono la taglia in due, assaggiandone la metà che non era avvelenata. Biancaneve al primo morso della parte avvelenata, cade in uno stato di morte apparente da cui nessuno degli sforzi compiuti dai nani riesce a svegliarla. Gli stessi nani, convinti che sia morta, la pongono in una bara di cristallo e la sistemano sulla cima di una collina in mezzo al bosco.
Per molto tempo Biancaneve resta vegliata dai nani finché un giorno non viene notata da un principe che passava di lì. Il principe, vorrebbe portarla nel suo castello, per poterla ammirare e onorare per tutti i giorni della sua vita. Dopo molte insistenze i nani, impietositi dai sentimenti del giovane, acconsentono alla sua richiesta. Avviene però che uno dei servitori del principe, arrivati per trasportare la bara al castello, inciampi su di una radice sporgente, facendo cadere la bara giù per il fianco della collina. Durante la caduta esce dalla bocca di Biancaneve il boccone di mela avvelenato e così la ragazza si risveglia. Biancaneve s’innamora subito del principe e vengono organizzate le nozze a cui viene invitata anche la matrigna di Biancaneve. Questa, che non conosceva il nome della sposa, ma era stata avvertita dallo specchio che era più bella di lei, rimane impietrita riconoscendo Biancaneve. Nel frattempo erano state fatte arroventare sulle braci due scarpe di ferro che la strega viene costretta ad indossare. A causa del dolore procuratole dalle calzature incandescenti la strega è costretta a ballare finché cade a terra, morta.
In un’altra versione il finale è diverso: la matrigna, giunta al castello, rimane stupita. Riavutasi dalla sorpresa tenta di fuggire, ma i presenti chiedono al re di punirla. Così, vestita di cenci e dimenticata, vive a lungo in un carcere oscuro. Solo Biancaneve si reca spesso a darle conforto, poiché i buoni non conoscono l’odio.