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A Pescara Milo Vallone porta in scena “Il Sentiero della Libertà”

da Redazione

Venerdì prossimo, presso l’Auditorium Cerulli,in  occasione della Liberazione,una nuova pièce teatrale di Milo Vallone incentrata sulla Linea Gustav
milo vallone
PESCARA – Il prossimo venerdì 24 Aprile, alle ore 21.00 presso l’Auditorium Cerulli,in via Verrotti c/o scuola Benedetto Croce,a Pescara , andrà in scena lo  spettacolo “Il Sentiero della Libertà” ,tratto da un racconto scritto da Luca Pompei,adattato e interpretato da Milo Vallone.A settant’anni dalla fine del II conflitto bellico “Il Sentiero della Libertà” ha a tema storie ambientate in quella linea difensiva tedesca che durante la seconda guerra mondiale ha letteralmente diviso l’Italia in due, da Cassino ad Ortona.

La  pièce è un progetto di teatro di narrazione attraverso il quale ci si propone di raccontare alcune delle realtà territoriali che erano coinvolte in quel limbo di terra denominato appunto “Linea Gustav”.
Attraverso la voce e la suggestiva interpretazione di Milo Vallone, si racconterà la storia di quei giorni e di come, accanto alle vicende storiche, si muovevano anche storie di straordinaria umanità che hanno riguardato uomini e donne del territorio coinvolto.

La mise en espace andrà in scena in uno spazio comunale inconsueto e non ancora molto frequentato: l’Auditorium Cerulli.
Con la rappresentazione di questo spettacolo dunque, si punta a far conoscere tale  Auditorium del capoluogo adriatico che rappresenta un’ulteriore risorsa in tema di spazi culturali, di cui spesso sia la cittadinanza e sia gli operatori, lamentano la carenza.

Ingresso: € 6,00.
Per informazioni: 085.45.49.2.40 – info@tamtamcom.com

La Compagnia della Memoria

presenta

Il sentiero della libertà
Diario di un viaggio sulla Linea Gustav

Da un racconto di Luca Pompei con Milo Vallone e con la partecipazione di Ciro Improta

Musiche originali ed eseguite dal vivo da Enrico Bottiglione.

Adattamento drammaturgico e regia Milo Vallone

Il sentiero della libertà.
Diario di un viaggio sulla Linea Gustav.
Settembre 1943, con la firma dell’armistizio con le Forze Alleate, l’Italia si chiama fuori dal conflitto mondiale. Mussolini è fuori dai giochi, Badoglio e l’esercito italiano in balia della furia degli ex alleati tedeschi: il generale Kesserling avvia un vero e proprio rastrellamento su tutto il territorio italiano, mentre l’Ottava Armata della Gran Bretagna, dopo i successi in Africa alla guida di Montgomery sta avanzando verso nord, giungendo in breve tempo nel centro Italia, sulla sponda meridionale del Sangro, dall’altra parte la linea difensiva tedesca, denominata Gustav, nel mezzo una sorta di terra di nessuno, una lingua di poche centinaia di chilometri dall’Adriatico al Tirreno, popolata, oltre che da gente del luogo, da migliaia di prigionieri in fuga, sbandati, partigiani, costretti a rimbalzare come palline in un flipper da un versante all’altro alla ricerca di una via di fuga verso la libertà.
In questo drammatico contesto storico, si fanno strada le vicende di eccezionale umanità e solidarietà tra la gente che abita questi luoghi, la quale, pur di essere in qualche modo di aiuto per soldati di ogni longitudine che qui si ritrovano per ragioni diverse a vagabondare, rischia la propria vita e quella dei propri cari.
In questo limbo vive il protagonista di questa storia, il soldato semplice Nicola Di Gregorio.
Era di guardia in un campo di prigionia nel nord Italia, il comandante del campo, italiano anche lui, dopo la firma dell’armistizio decide, con estremo coraggio, di liberare tutti, ma di li a poco l’arrivo di una pattuglia di tedeschi, il comandante viene fucilato sul posto, tutti gli altri, guardie e prigionieri insieme, catturati, Nicola insieme ad un soldato inglese, riesce a scappare.
Il soldato inglese vuole ricongiungersi con l’esercito di Montgomery il cui quartiere generale è a Paglieta, Nicola è stanco e vuole solo tornare a casa, in un paese del Molise, ma ogni tentativo di eludere gli sbarramenti tedeschi sembra essere vano, nel frattempo, dopo aver fallito lo sfondamento sul versante orientale, gli alleati preparano una grande controffensiva, sul versante occidentale che culminerà con la battaglia di Cassino nel 1944.
60 anni dopo il figlio di Nicola si trova a ripercorrere da est ad ovest tutti quei luoghi, quei boschi, quelle grotte dove suo padre ed il suo amico inglese hanno vagato alla ricerca di un sentiero verso la libertà.
Da qui prende il via il nostro racconto: il figlio di Nicola ha in mano le pagine sgualcite di un diario che il padre ha scritto appuntando le vicende di quei giorni ma soprattutto raccontando della fame, degli stenti, della paura di essere nuovamente catturati, e annotando inoltre le commoventi testimonianze della generosità e della solidarietà dei contadini che hanno aiutato Nicola ed il suo amico a resistere, salvando loro la vita.

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