Il programma proposto da Marco Di Battista e Dino Plasmati unisce infatti i loro temi originali e la rivisitazione dei brani dei grandi maestri del jazz contemporaneo attraverso una visione moderna del quartetto jazz: l’incontro armonico e melodico di pianoforte e chitarra, la spigliata inventiva della ritmica mettono a confronto il suono morbido e presente di Bonisolo con la visione diretta e ricca di spunti dei due leader, già mostrata nei loro lavori più recenti.
Una musica che sfrutta il filo della tradizione per tesserlo in maniera personale: questo il principio dell’Open Quartet. Le strutture classiche del jazz vengono riviste attraverso le proprie attitudini personali e i temi sono concepiti modificando le forme, con pause, repentini cambi di tempo e strutture articolate: non si rinnega la tradizione, la si sposta sul
Gli spunti lanciati da Di Battista e Plasmati innescano perciò il dialogo con il linguaggio di un musicista come Robert Bonisolo. Il sassofonista canadese di origine italiana è un solista ispirato ed un elegante e attento arrangiatore. Grazie al suo spirito improvvisativo, fervido e maturo, riesce sempre a sganciare i brani dalle soluzioni più consuete e trovare una chiave personale e, allo stesso tempo, interessante per il pubblico e utile per i suoi compagni di palco.
La coesione del quartetto deriva dalle prolungate e mutue collaborazioni che hanno di volta in volta unito i musicisti coinvolti: contesti diversi, dove è maturata l’intesa e la reciproca conoscenza. L’unione con Robert Bonisolo rappresenta il punto di partenza per esplorare nuove prospettive musicali.
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