Presso il Cortile del Palazzo dell’Annunziata la dodicesima edizione della manifestazione teatrale curata dal Borgo Pacentrano
SULMONA (AQ) – Per iniziativa del Borgo Pacentrano riviviamo a Sulmona, per la dodicesima edizione, la rievocazione storica avvenuta nella città ovidiana il 18 luglio del 1294, della “Consegna Decreto di Nomina Pontificia a Pietro da Morrone”, l’anacoreta, taumaturgo, che divenne Celestino V.
Una figura quanto mai attuale, che doveva ‘’rilanciare il ruolo del Papato, la cui immagine si era fortemente deteriorata a causa di simonia, nepotismo, collusione con l’Impero, vizi ignobili e riprovevoli’’, come asserisce Stefania Di Carlo nel volume riferito all’evento e presentato la settimana scorsa a Sulmona.
La manifestazione teatrale, con ingresso libero, si svolgerà nel cortile del Palazzo dell’Annunziata, Corso Ovidio a Sulmona,oggi, venerdì 28 agosto 2015, alle ore 21.30.
La rappresentazione è curata dal Borgo Pacentrano, uno fra i competitore della storica Giostra Cavalleresca di Sulmona, in collaborazione con le associazioni “Studio Arte” dell’Aquila, “Recta Rupes” di Popoli e ‘’Insieme per il Centro Abruzzo’’ di Sulmona.
La sceneggiatura è di Stefania Di Carlo, docente aquilana, scrittrice, giornalista e autorevole studiosa di Celestino V, ricercatrice in Francia di numerose pergamene inedite in latino, riferite a Celestino V ed al suo Ordine. La regìa è dell’attore protagonista Antonio Rampino, in collaborazione con Luigi Di Cesare e Raffaello De Angelis, capitano del Borgo.
I ruoli chiave vengono interpretati, come per l’edizione passata, dagli attori professionisti:
Antonio Rampino, Pietro da Morrone;
Tino Catena, “Santuzzo” ovvero San Roberto da Salle, fedelissimo di Pietro;
Lorenzo Calabrò, cronista partecipante che conduce lo spettatore nelle scene;
Pietro Becattini, cardinale Stefaneschi.
Adriano Di Buccio è Carlo II d’Angiò. Raffaello De Angelis è il portavoce dei delegati cardinalizi del Sacro Collegio, per la consegna del Decreto di elezione al Soglio romano, giunti da Perugia dopo il travagliato Conclave, a causa delle rivalità delle potenti famiglie degli Orsini e dei Colonna.