ABRUZZO – Dopo la pubblicazione del fascicolo sulla salute, il CRESA prosegue ABruzzESi con un focus su istruzione e formazione , uno degli altri aspetti considerati nel progetto nazionale dell’Istat BES che concorrono a determinare il grado di benessere di una comunità e ne influenzano una possibile crescita equa e sostenibile.
Nel report Istruzione e Formazione si parlerà di livelli scolastici e universitari, di partecipazione alle attività di formazione continua, di gradi di competenze alfabetiche, numeriche e digitali e di pratica di attività culturali.
“Ne emerge il quadro di una società nella quale i giovani, soprattutto le ragazze, investono molto sull’istruzione. Critica invece la situazione della formazione professionale e del long-life learning. Elevata l’incidenza dei Neet, dei giovani che non studiano né lavorano, e allarmante lo scarso possesso di competenze alfabetiche, numeriche e digitali.
Sono le donne ad essere più istruite
Rispetto agli obiettivi di Europa 2020, la regione, in linea con quanto si osserva nel resto del paese, mostra un decrescente tasso di iscrizione dei bambini di 4 e 5 anni alla scuola materna, tanto che negli ultimi due anni scende al 94,4% vale a dire al di sotto del traguardo del 95%, ampiamente raggiunto fino all’anno scolastico 2012/2013.
Sale nel complesso il grado di istruzione della popolazione regionale. Segnali positivi provengono dall’incremento della quota di popolazione con elevato grado di scolarizzazione: gli incrementi degli ultimi anni sono particolarmente consistenti per i titoli di studio secondari di II grado (scuola superiore), buoni ma meno robusti per quelli terziari (università): la quota di popolazione regionale tra i 25-64 anni con al massimo il diploma di scuola superiore supera nel 2016 il 42% per gli uomini e il 41% per le donne, quella con titolo universitario rispettivamente sfiora il 14% e supera il 20%. Particolarmente positivo anche il dato sulla continuità scolastica: il 55%, più che nel resto del paese, dei giovani residenti si iscrive a corsi universitari nell’anno successivo al conseguimento del diploma.
Buono anche il dato sull’abbandono scolastico tra i 18 e i 24 anni che si attesta nel 2016 sul 14% per la componente maschile e non raggiunge il 5% per quella femminile, valori nel complesso sensibilmente più bassi di quelli delle principali ripartizioni territoriali (Obiettivo Europa 2020: <10%).
Sotto il profilo della formazione scolastica e universitaria i dati mettono in evidenza forti differenze di genere a vantaggio delle donne.
Critica la situazione della formazione professionale e di quella continua (long life learning).
In Abruzzo, come nel resto del Mezzogiorno, esigua e ampiamente al di sotto del livello minimo fissato da Europa 2020 nel 15% è la quota di popolazione 25-64 anni che ha partecipato ad attività di istruzione o formazione (7%) dato che, per le donne, evidenzia anche un forte calo rispetto a 10 anni prima.
La situazione non migliora se si considera la quota di popolazione maschile 18-24 anni con al massimo la licenza di scuola media inferiore che nel 2015 non risulta inserita in alcun programma di formazione (23%, 17° posizione nella graduatoria regionale ordinata per valori decrescenti). Assai più bassa la percentuale riguardante le donne (5%).
A rendere più preoccupante la situazione si aggiunge l’elevata percentuale di giovani ( 15-29 anni) Neet (not in Education, Employment or Training “non studente né occupato né in formazione”) che raggiunge in Abruzzo il 27% della popolazione maschile, in aumento dal 2004 di circa 14 punti percentuali, e il 19% di quella femminile, in calo rispetto a 10 anni prima di circa l’8%.
Sotto il profilo di genere, nel complesso si osserva che, a differenza di quanto si registra per l’istruzione, particolarmente grave la carenza di formazione professionale e l’insufficienza di apprendimento permanente fatto registrare dalla componente femminile.
Scoraggiante il livello di competenze alfabetiche, numeriche e digitali La misurazione delle “competenze funzionali” viene effettuata annualmente da l’Invalsi[1] tra gli studenti delle scuole secondarie di II grado attraverso prove che non misurano il livello di apprendimento di nozioni disciplinari specifiche ma la capacità di comprendere un testo scritto e di reperire ed elaborare informazioni (competenze alfabetiche) o la capacità di usare le proprie capacità (conoscenze ed abilità individuali) per risolvere problemi di tipo matematico in situazioni concrete (competenze numeriche). Per quanto riguarda la misurazione della competenza digitale, invece, si fa riferimento ai quattro domini individuati dal “Digital competence framework”[2] (informazione, comunicazione, creazione di contenuti e problem solving): che vengono misurati su una scala da 0 (nessuna competenza) a 2 (livello sovra base). Hanno un elevato livello di competenza le persone dai 16 ai 74 anni che per tutte e quattro le dimensioni hanno livello 2. Particolarmente scoraggiante il livello di competenza in tutti gli ambiti considerati degli abruzzesi, che riportano valori ampiamente inferiori alla media nazionale e superiori nel complesso solo a quelli del Mezzogiorno e si posizionano negli ultimi posti delle graduatorie delle regioni più virtuose. In Abruzzo, come nel resto del Paese, sono le donne a mostrare valori più elevati in ambito alfabetico (200 contro 190) e gli uomini nel campo numerico (198 contro 189) e in quello dell’alta competenza digitale (17,6% contro 15%). Su quest’ultimo influisce negativamente la più elevata percentuale di popolazione anziana femminile che fa osservare un livello di scolarizzazione inferiore a quello maschile cui si aggiunge la minore propensione delle donne non più giovani a utilizzare i mezzi informatici anche a causa dei maggiori impegni derivanti dalla attività di cura familiari che assorbono gran parte del loro tempo.
Assai bassa nel 2015 la partecipazione ad attività culturali, intendendo per partecipazione ad attività culturali lo svolgimento una volta l’anno di almeno tre attività tra: andare quattro volte al cinema; almeno una volta a teatro, musei e/o mostre, siti archeologici, monumenti, concerti di musica classica, opera, concerti di altra musica, leggere almeno quattro libri o un quotidiano almeno tre volte a settimana. Nel 2015 ha partecipato ad attività culturali il 25% della popolazione regionale maschile e il 23% di quella femminile, valori che relegano l’Abruzzo nelle ultime posizioni della classifica delle regioni ordinate per valori decrescenti (rispettivamente 14° e 15° posto, seguito solo dalla Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, e, per gli uomini anche dalla Basilicata). Negli ultimi 10 anni presi in considerazione l’indicatore mostra un andamento decrescente, con un attenuarsi della differenza di genere che tuttora persiste a vantaggio degli uomini (- 3% per la componente maschile e -1% per quella femminile).