Secondo il Cna andamento a “montagne russe” del credito abruzzese, soprattutto in provincia di Chieti
PESCARA – Nel 2015 più credito alle imprese, ma non alle piccole, con la provincia di Chieti nelle vesti di autentico laboratorio delle nuove tendenze in atto. Lo rileva lo studio realizzato per la Cna Abruzzo da Aldo Ronci (su dati Bankitalia) secondo cui alla fine di dicembre scorso, dopo tre anni di flessione ininterrotta, i finanziamenti concessi nella nostra regione dal sistema bancario sono tornati a salire di 620 milioni.
Un incremento importante (in valore percentuale, il 2,63% rappresenta il triplo di quello nazionale, fermo allo 0,72%) e tuttavia destinato a soddisfare le esigenze di accesso al credito solo di una parte limitata della clientela, come rileva lo stesso Ronci: «É cresciuto infatti il credito al consumo concesso ai privati, per 503 milioni, ed è stato un autentico boom rispetto agli ultimi sette anni. Ed è cresciuto di 70 milioni anche quello alle imprese, ma in questo caso si tratta di due variazioni di segno assolutamente opposto: le medie e grandi imprese hanno usufruito infatti di un aumento di 115 milioni, mentre le micro-imprese, ovvero le ditte individuali fino a 5 addetti, hanno subito al contrario un decremento di 45milioni».
Questo andamento a “montagne russe” del credito abruzzese al mondo produttivo si concentra però soprattutto in una provincia: Chieti. Perché è qui che l’analisi rivela l’aumento più consistente (94 milioni, contro i 26 del Teramano, ma anche i decrementi di 42 milioni del Pescarese e di 8 dell’Aquilano), ma la sua pressoché totale destinazione all’industria, su tutti il comparto dell’Automotive, con +77). Mentre buoni aumenti vanno ma anche all’industria della carta e della stampa (+40). Aumento per aumento, nel territorio di Chieti crescono pure i depositi nei conti bancari: 289 dei 534 milioni di euro dell’intero incremento regionale sono infatti concentrati in quest’area.
Territorio simbolo delle contraddizioni in materia creditizia, il Chietino non sfugge alla regola neppure sul fronte negativo: perché è qui che si concentra un aumento-monstre delle “sofferenze” (cioè i crediti non più esigibili) per 317 dei 639 milioni che gravano sull’intero Abruzzo. Con un incremento nel territorio provinciale che, tra 2009 e 2015, si è sestuplicato, a fronte di un valore “solo” triplo conseguito dalle altre province, in linea con il dato nazionale.
Uno sguardo alle banche, infine: i piccoli istituti locali, un tempo protagonisti, sono finiti in un cono d’ombra, complici i processi di concentrazione che negli ultimi tempi hanno segnato la sorte di molti di loro. All’appello con l’erogazione di credito, nel 2015, hanno fatto segnare una caduta di 128 milioni, mentre le banche medie (+377 milioni), le grandi e le maggiori (+500 milioni) hanno convogliato i loro aumenti quasi solo sui privati e sul credito al consumo.