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Abruzzo, terremoto 2 anni dopo: il decalogo di Save the Children

da Mariacristina Salini

Secondo l’associazione c’è poca attenzione ai bambini nell’emergenza e  nel post emergenza: un decalogo per dire come proteggere e aiutare i minori durante e dopo una calamità

L’AQUILA –  Un vademecum in 10 punti su come proteggere i bambini e gli adolescenti nelle emergenze e rafforzare la capacità dei minori e delle comunità di prevenire e rispondere a future catastrofi naturali. Sono gli obiettivi e i contenuti del decalogo elaborato da Save the Children con un gruppo di esperti, presentato ieri all’Aquila nell’ambito del convegno “Proteggere i bambini nelle emergenze”, organizzato in collaborazione con Associazione Focolare Maria Regina, CRRA Asl dell’Aquila, Facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi dell’Aquila e con il patrocinio del Comune dell’Aquila, dal Centro Servizi per il Volontariato dell’Aquila e dall’AIPAssociazione Italiana di Psicologia.

Un primo passo per arrivare quindi a un protocollo operativo per la protezione dei minori in emergenza che, accettato e validato da tutti gli attori coinvolti, rappresenti il riferimento nazionale per tutti gli operatori in emergenza, dalla protezione civile, al personale sanitario, ai volontari, agli operatori sociali, agli psicologici.

Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children Italia dice:

Con il decalogo e il successivo protocollo operativo Save the Children intende far sì che l’Italia si doti di procedure condivise e standardizzate per la protezione e l’aiuto ai bambini in situazioni di emergenza.

Guardando indietro alla drammatica emergenza posta dal sisma all’Aquila nell’aprile di 2 anni fa e a tutta la fase di post emergenza e di ricostruzione, Save the Children ha constatato come i bambini – nel sistema di protezione ed intervento emergenziale ma anche nella cruciale fase di uscita dall’emergenza e di recupero –  siano quasi invisibili, praticamente mai nominati e considerati come gruppo a sé stante, bisognoso di specifici e prioritari interventi.

“A livello di linee-guida nazionali non sono previsti interventi ad hoc per i minori colpiti, come per esempio la creazione di quelle che Save the Children chiama «aree a misura di bambini», realizzate da Save the Children in alcune tendopoli all’Aquila subito dopo il sisma e anche adesso, per esempio, in Giappone”, prosegue Valerio Neri. “Ma anche nella fase di post emergenza e ricostruzione, tanto più in un  paese ad alto rischio di eventi calamitosi quale è l’Italia, sono necessari interventi sistematici di prevenzione e riduzione dei rischi che prevedano un coinvolgimento dei bambini e degli adolescenti, a partire dalle scuole”, conclude Valerio Neri.

La situazione dei bambini: aprile 2009-aprile 2011

Il terremoto di due anni fa all’Aquila ha provocato 308 vittime – di cui 22 con meno di sedici anni – oltre 1500 feriti, più di 65000 sfollati e circa 23000 case distrutte. Secondo i dati della Protezione Civile i bambini e gli adolescenti colpiti dal terremoto sono stati circa 12500, di cui quasi 6mila di età compresa tra 0 e 9 anni e 6500 tra i 9 e i 19 anni .

A 2 anni dal sisma si stimano in quasi 3000  i bambini e adolescenti accolti nei MAP (Moduli Abitativi Provvisori) e Progetto CASE (Complessi Antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili) nel comune dell’Aquila, quasi il 20% della popolazione complessiva residente nelle new town. 1112 persone si trovano in varie strutture ricettive della regione Abruzzo e 254 in strutture di permanenza temporanea (in particolare nella Caserma della Guardia di Finanza e nella Caserma Campomizzi dell’Aquila).
Inoltre sono ancora molti i minori che rivivono ogni giorno il trauma del terremoto . Oltre il 5% dei bambini aquilani da 3 a 14 anni presenta tuttora disturbi legati all’ansia, come mancanza d’attenzione e lamentele somatiche, e oltre il 7% dei ragazzi da 6 a 14 anni soffre di sindrome post-traumatica da stress  che si manifesta con paura intensa, senso di impotenza e orrore, il rivivere in maniera persistente il momento drammatico, difficoltà di addormentarsi, ipervigilanza. Un dato che è il triplo rispetto alle altre province abruzzesi.
Sul versante scolastico si registra un decremento di 700 alunni nel numero di iscrizioni per l’anno scolastico 2010-2011 rispetto a quello precedente e la riapertura di soli 5 asili nido rispetto ai 12 aperti prima del terremoto.

Sottolinea Raffaella Milano, Responsabile Programmi Italia-Europa di Save the Children:

“La sofferenza emotiva di tanti bambini e adolescenti, l’assenza di adeguati spazi di socializzazione, l’emorragia di iscrizioni a scuola, sono tutti segnali che non possono essere sottovalutati e indicano una difficoltà dei minori così come del resto della comunità a uscire da una dimensione di emergenza, insicurezza, paura. D’altra parte mancano interventi specifici e strutturati nel tempo che aiutino i bambini e le loro famiglie a reagire e  ritornare a una situazione di piena e positiva normalità, oltre poi alle lentezze registrate sul versante della ricostruzione materiale della città e dei luoghi colpiti”.

Il decalogo

A partire da questa situazione, il decalogo stilato da Save the Children dà per la prima volta indicazioni specifiche per la protezione dei minori in emergenza ma anche in post emergenza. Per esempio vi si dice come da subito, in un’emergenza: debbano entrare in azione degli esperti di protezione dei minori che si occupino per quanto possibile di proteggeli  dall’esposizione ad eventi angoscianti e violenti; che sia previsto subito anche un supporto psicologico stabile e continuativo per i minori e assicurata la presenza costante di un pediatra nei Punti Medici Avanzati; che nelle strutture di accoglienza di emergenza sia garantita l’unità familiare; che siano costituite delle “aree a misura di bambino” nelle tendopoli dove i bambini possano giocare e recuperare un senso minimo di normalità.
L’ultimo punto del decalogo riguarda quindi le attività di prevenzione, che debbono coinvolgere in modo sistematico i bambini. In particolare i piani comunali di protezione civile debbono contenere specifiche misure per l’infanzia, gli edifici scolastici debbono rispettare gli standard di sicurezza e nelle scuole debbono svolgersi regolarmente attività di protezione civile.

“La prevenzione e la preparazione dei bambini e delle comunità ad eventuali eventi calamitosi è fondamentale”, spiega ancora Raffaela Milano. “Come Save the Children da febbraio abbiamo avviato all’Aquila il progetto Bussola che non solo offre supporto psico-sociale ai bambini e alle famiglie ma prevede interventi di prevenzione e di riduzione del rischio attraverso anche la formazione di personale specializzato come i tutori di resilienza”.

L’intervento di Save the Children dopo il sisma, il contributo delle aziende.
Save the Children è intervenuta all’Aquila sin dalle ore successive al sisma allestendo 4 aree a misura di bambino in altrettante tendopoli e tuttora porta avanti attività in favore dei minori, con un ampio programma in 7 scuole dell’aquilano. Dall’aprile 2009 ad oggi sono 2600 i bambini e adolescenti seguiti e aiutati finora. L’intervento di Save the Children in risposta all’emergenza terremoto in Abruzzo è stato possibile anche grazie a molte aziende che lo hanno sostenuto con donazioni filantropiche, cessione di beni o raccolte fondi fra i propri dipendenti. Fra le più generose: IKEA , Sisal, Vodafone Italia, Compass, Mac Arthur Glen, Arcelor Mittal, Fondazione Giuseppe e Pericle Lavazza Onlus, Fila-Giotto, Findomestic Banca,  Autostrade per l’ Italia, Lombardini, Appco Direct Italy, Nokia Italia.

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