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Abruzzo, tumore al pancreas: 280 nuove diagnosi all’anno in Regione

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Gli oncologi: “Serve più informazione sulla malattia”

CHIETI – Il tumore del pancreas nel 2015 ha colpito 280 abruzzesi, 12.500 persone in tutta Italia. È una forma di cancro molto aggressiva e a prognosi sfavorevole. Eppure i cittadini non sembrano esserne informati.

Secondo un sondaggio dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) il 77% non conosce i sintomi, l’88% non ha mai letto nulla in merito e il 97% non ne ha mai parlato con il proprio medico di famiglia. Ma 8 su 10 sono interessati a saperne di più.

Per colmare queste lacune l’AIOM promuove PanCrea: creiamo informazione, un “Tour della prevenzione” che vuole fare luce su una delle neoplasie a prognosi più sfavorevole e che oggi fa tappa a Chieti con un convegno nazionale presso la Sala Cascella della Camera di Commercio, della città abruzzese.

“Il trattamento migliore per il paziente colpito da cancro al pancreas prevede necessariamente il coinvolgimento di diverse figure specialistiche che può essere garantito solo in centri sanitari altamente specializzati – affermano la prof.ssa Clara Natoli Direttore della Clinica Oncologica P.O.SS. Annunziata di Chieti e il dott. Pierluigi Di Sebastiano, Direttore Chirurgia Generale a indirizzo oncologico, del P.O.SS. Annunziata di Chieti -. Oggi prima ancora che della cura parliamo di prevenzione, che è fondamentale. Solo il fumo di sigaretta provoca il 30% dei casi tra gli uomini e il 10% nelle donne”. “Il tour PanCrea è fondamentale perché punta a informare la popolazione – sottolinea la prof.ssa Rosa Rita Silva Direttore dell’UO Oncologia di Fabriano -. Seguire uno stile di vita sano è necessario per ridurre il rischio di cancro, anche del pancreas. Uno dei pericoli più grandi è la sigaretta: infatti il 23% di chi ha risposto alla survey fuma. Ma non solo. Il 55% non pratica esercizio fisico con regolarità e solo uno su dieci mangia le porzioni di frutta e verdure raccomandate. Comportamenti non corretti, su cui dobbiamo intervenire”.

L’iniziativa è giunta alla seconda edizione e quest’anno tocca altre cinque regioni con altrettanti incontri aperti al pubblico, che vedono la partecipazione di oncologi, medici di famiglia, pazienti, giornalisti e cittadini. Nell’ambito di PanCrea, campagna resa possibile grazie al contributo incondizionato di Celgene, sono stati realizzati due opuscoli informativi, uno dedicato alla prevenzione e uno ai pazienti, oltre che al sito internet www.tumorepancreas.org.

“Solo il 7% dei casi di tumore del pancreas è individuato in fase iniziale – sottolinea la prof.ssa Natoli -. E’ una malattia molto difficile da diagnosticare, perché non esistono programmi di screening specifici, come ad esempio per il cancro al seno o del colon-retto. Tuttavia, un paziente su dieci ha almeno un parente colpito dallo stesso male. Queste persone devono segnalare tempestivamente i sintomi al proprio medico di famiglia”.

Il carcinoma pancreatico fino a poco tempo fa era una patologia “orfana” e gli oncologi avevano a disposizione pochi farmaci. Negli ultimi anni la ricerca scientifica ha portato all’introduzione nella pratica clinica di nuovi farmaci (tra cui il nab-paclitaxel associato alla gemcitabina) e nuovi schemi di trattamento (come il FOLFIRINOX), che hanno dimostrato efficacia nei pazienti con tumore del pancreas avanzato.

“Da febbraio dello scorso anno è rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale nab-paclitaxel (paclitaxel legato all’albumina formulato in nanoparticelle), un farmaco antitumorale già utilizzato nel trattamento del cancro della mammella metastatico – conclude la prof.ssa Natoli -. La tecnologia brevettata “nab” utilizza un meccanismo di azione innovativo che sfrutta le più recenti scoperte in ambito di nanotecnologia. Riesce infatti ad arrivare alla radice del tumore rallentando o, persino, arrestandone la crescita. L’auspicio è che la ricerca porti presto ad altri avanzamenti non solo nella conoscenza dei meccanismi della biologia del tumore, ma anche nello sviluppo di nuove strategie terapeutiche”.

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