Abruzzo, un tavolo tecnico contro la petrolizzazione

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E’ stato deciso ieri nell’incontro tra associazioni, docenti, ricercatori e l’assessore all’ambiente Mario Mazzocca. Intanto crescono le adesioni al “Manifesto di Termoli”: il governo faccia un passo indietro o sarà referendum

PESCARA – Un tavolo tecnico tra Regione e associazioni, per ottimizzare i saperi e renderli funzionali alla lotta contro la petrolizzazione, ai fini di una consultazione tra assessorato all’ambiente e associazioni che sarà formalizzata a breve: è questo il primo risultato dell’incontro che c’è stato ieri a Pescara. Erano presenti WWF, Legambiente, Italia Nostra, FAI, Mare Vivo, Pro Natura e docenti e ricercatori, quali: Francesco Brozzetti, Lelio Del Re, Piero Di Carlo, Maria Rita D’Orsogna e Vincenzo Olivieri. Per la Regione è intervenuto l’assessore all’ambiente Mario Mazzocca mentre il presidente D’Alfonso, fuori sede con la famiglia per alcuni giorni, ha inviato un messaggio di saluto ribadendo il suo impegno.

Il tavolo, al quale docenti e ricercatori parteciperanno a titolo completamente gratuito, per spirito di servizio in favore dei cittadini abruzzesi, inizierà subito la sua attività, sia nell’ambito dei ricorsi all’autorità giudiziaria che la Regione sta presentando in queste settimane, sia nelle future azioni volte a contrastare la petrolizzazione.

L’incontro si è svolto ieri a Pescara, mentre a Roma da poco finiva un’altra riunione al ministero dello sviluppo economico, dove erano presenti i governatori Emiliano e Pittella (con cui hanno avuto modo di parlare i referenti nazionali delle scriventi associazioni che erano lì in un sit-in), per la Calabria l’assessore all’ambiente Antonella Rizzo e per il governo il Sottosegretario Simona Vicari. La buona nuova è che, in accoglimento dell’istanza presentata dalle associazioni, è stata chiesta una moratoria di tutte le attività in essere Il Governo ha chiesto una settimana per pensarci, rimandando ad una prossima riunione.

A inizio lavoro l’assessore Mazzocca ha fatto sapere che il cosiddetto Manifesto di Termoli, promosso da Abruzzo, Basilicata, Calabria, Marche, Molise e Puglia, ha già raccolto l’appoggio incondizionato della Sardegna e l’assenso di Toscana e Liguria, che hanno richiesto di presentarlo come proposta formale in Commissione Ambiente ed Energia.

“Il documento – ha ribadito Mazzocca – è stato oggi presentato, dal presidente della Puglia Michele Emiliano e dal vice presidente abruzzese Giovanni Lolli, nell’ambito della discussione del Decreto sicurezza operazioni in mare in sede di Conferenza Unificata. Nel caso di un mancato recepimento del Manifesto di Termoli o senza una reale linea di apertura di dialogo con il Governo, le Regioni proseguiranno ognuna per la sua strada con la linea dei ricorsi e si porterà avanti la proposta del referendum abrogativo. I punti fondamentali sui quali ci muoviamo sono l’insostenibilità della petrolizzazione in Adriatico, in contrasto con il modello di sviluppo dell’area; la necessaria apertura di un tavolo permanente di discussione con il Governo; la fissazione di date per portare avanti il discorso avviato in Molise (il 18 settembre, in occasione dell’apertura della Fiera del Levante è previsto il prossimo incontro ufficiale) e l’innalzamento della discussione a livello europeo”.

L’assessore ha inoltre annunciato l’ennesimo ricorso della Regione Abruzzo, questa volta contro il progetto della Spectrum, ed ha affermato che se fosse necessario sarà predisposto anche l’intervento giudiziario contro Ombrina, in caso di completamento dell’iter burocratico relativo a questo progetto.

Non poteva mancare una riflessione sul tema del Parco Nazionale della Costa Teatina, baluardo contro la petrolizzazione e modello di sviluppo sostenibile per il quale è pronto il decreto per la perimetrazione, dopo che il commissario straordinario ha concluso il suo lavoro. Che il Parco sia una occasione per il territorio appare evidente a chiunque voglia guardare alla situazione delle nostre coste senza paraocchi e senza legami a quel passato condizionato da resort, porti a go-go e colate di cemento a ogni costo. Le associazioni hanno ribadito, inoltre, la strumentalità della risoluzione di Abruzzo Civico votata urgentemente e tra l’altro inutile. Ma non si può accettare come messaggio politico di una regione che da una parte lotta contro il petrolio e dall’altro non riesce a vincere le resistenze di lobby legate al passato. Un plauso all’assessore Mazzocca che ha difeso la protesta dei 60.000 a Lanciano (unico a votare contro la risoluzione) e che ha sottolineato come l’istituzione del Parco faccia parte dell’accordo di programma, ribadendo l’impegno della maggioranza per la sua realizzazione. Tale determinazione e coerenza politica le associazioni la chiedono anche al Presidente D’Alfonso.

Nel corso dell’incontro è anche emersa una importante novità: due delle società impegnate con diversi pozzi nei progetti in mare relativi alle acque territoriali della Croazia hanno rinunciato agli investimenti ritenendoli non remunerativi. L’ennesima dimostrazione, semmai ce ne fosse bisogno, del fatto che il proliferare delle iniziative di perforazione lungo le nostre coste si spiega soltanto con tassazione e royalty decisamente favorevoli ai petrolieri.

Tornando agli eventi locali, il tavolo di lavoro degli esperti presentato dalle associazioni lavorerà con la Regione anche in vista di una serie di incontri di avvicinamento alla COP21, fondamentale appuntamento previsto a fine anno a Parigi, al quale l’Abruzzo, forte dell’elaborazione di una Strategia di adattamento ai cambiamenti climatici, parteciperà attivamente. Si sta cercando di organizzare un evento internazionale proprio a Parigi, per il quale hanno già dato una adesione di massima alcune personalità del mondo scientifico e culturale di livello internazionale. In vista di quell’evento ci sarà, in autunno, un incontro propedeutico da organizzare a Pescara, che esperti ed associazioni hanno proposto di trasformare in un convegno internazionale sul tema dell’inquinamento di suolo, aria e acqua connesso alle trivellazioni. È stato anche proposto che venga elaborato un sistema stabile di monitoraggio dei livelli di inquinamento e della sismicità indotta dalle attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi. È giusto, in una regione proattiva e attenta, alzare il livello dei controlli e tenere costantemente informati i cittadini.

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