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Aca,il Comune di Pescara chiede le dimissioni del Cda

da Redazione

PESCARA – Il sindaco Luigi Albore Mascia  ha ufficializzato ieri  la richiesta dell’Amministrazione comunale di Pescara, formalizzata con l’assessore alla Gestione del Territorio Marcello Antonelli e con il consigliere comunale e regionale Pdl Lorenzo Sospiri, di dimissioni dell’intero Consiglio d’amministrazione dell’Aca. Inoltre viene richiesta la nomina di un nuovo Cda secondo i criteri  della Spending Review, ossia con soli due consiglieri nominati tra i dirigenti comunali, dunque a costo zero per l’Aca, e un Presidente eletto dall’Assemblea dei sindaci. La richiesta è  stata rilanciata  a tre giorni di distanza dalla nuova Assemblea dei sindaci già convocata per venerdì prossimo, 19 aprile, per la nomina di un nuovo consigliere d’amministrazione, nomina che però si chiede di bloccare per azzerare l’intero Cda, una misura ormai necessaria vista la situazione disastrosa    in cui versa l’Aca.

Ha detto il sindaco:

il ‘caso’ inerente la gestione della risorsa idrica da parte dell’Aca ha del paradossale , un paradosso che, purtroppo, si riflette direttamente sulle pubbliche amministrazioni locali e, ovviamente, sui cittadini in termini di costi. Come ricorderete il Comune di Pescara è l’unico non solo ad essersi opposto al rinnovo del Consiglio d’amministrazione, circa un anno fa, e lo abbiamo fatto con le dichiarazioni a verbale dell’assessore Antonelli e lasciando l’assemblea al momento del voto, insieme al sindaco di Spoltore. Ma, subito dopo, abbiamo anche fatto ricorso contro il rinnovo del Cda, questo perché ritenevamo illegittima la procedura adottata, ossia la mancata adozione dei nuovi criteri della Spending Review che, con l’approvazione del bilancio, avrebbe determinato la caduta del Cda e la nomina del nuovo Presidente con una nuova composizione di carattere tecnico, e non politico, che avrebbe anche garantito un taglio dei costi del solito ‘carrozzone’. Al contrario l’Assemblea ha deciso di procedere posticipando il voto del bilancio a quello del rinnovo del Cda, confermando, automaticamente il Presidente Pd di nuovo in carica. Ma la nostra posizione non era pregiudiziale, ma scaturiva dalla conoscenza e dalla consapevolezza dell’inadeguatezza di una gestione politica della nostra acqua ormai non più tollerabile, specie dopo la crisi idrica del 2007, e poi i continui guasti prolungati, con lunghe carenze e una rete colabrodo che denotano un’assenza totale di investimenti sul territorio. Solo qualche settimana fa, ricordo, che decine di comuni, Pescara compresa, sono rimasti completamente a secco per la rottura all’acquedotto Giardino, rottura comunicata in ritardo alle amministrazioni, e che ci ha costretto a fare i salti mortali, sostenendone i relativi costi, per sostenere la popolazione, rimasta anche per tre giorni senz’acqua. E in quei tre giorni è stato il Comune a distribuire, con la Protezione civile, oltre 2mila bottiglie d’acqua; è stato il Comune a far portare a Pescara, pagandola, un’autobotte perché va detto che in tali circostanze l’Aca non garantisce alcun supporto al territorio, come invece sarebbe suo dovere fare. Ma non basta perché oggi assistiamo poi a un’assurdità, ovvero il Pd, il partito che da vent’anni ha occupato stabilmente la presidenza dell’Aca con i propri uomini, oggi contesta la sua gestione, segno non di correttezza nei confronti del territorio, o di generosità d’animo o di una presa di coscienza della propria inadeguatezza, ma semplicemente sintomo di una guerra intestina nel Partito Democratico, diviso in fazioni, che sta cercando solo di scalzare una frangia del partito per far posto a un’altra. Se oggi il Pd contesta la gestione dell’Aca, per coerenza dovrebbe semplicemente togliere il disturbo dai vertici dell’Azienda, e consentire la nomina di una nuova governance con i criteri della Spending Review, e invece questo non accade, lasciando intendere che quella attuata è la solita pantomima politica di un partito che, nella lotta per la leadership, cerca un nuovo equilibrio attraverso la spartizione delle poltrone.

Per venerdì prossimo – ha aggiunto il consigliere Sospiri – è stata convocata nuovamente l’Assemblea dei sindaci, su ordine del giorno del Presidente Di Cristoforo, per la nomina di un nuovo consigliere d’amministrazione. Per noi si tratta di una convocazione assurda, perché se ne deve andare tutto il Consiglio d’amministrazione e la nostra non è una posizione di oggi, determinata dai continui problemi tecnici o dalla denuncia del Commissario Caputi, ma è una posizione certa e cristallizzata che abbiamo da sempre ed è talmente forte da aver inoltrato noi un ricorso in Tribunale dove abbiamo eccepito come loro abbiano ricostituito un Consiglio d’amministrazione già decaduto per le norme della Spending Review, la quale prevedeva la costituzione di un nuovo Cda composto da soli due consiglieri nominati tra due tecnici-dirigenti comunali, che, in quanto pubblici dipendenti, non avrebbero percepito ulteriori indennità, dunque il loro impegno sarebbe stato a costo zero per la comunità, e poi un Presidente eletto dall’Assemblea dei Sindaci. Venerdì riaffermeremo che il Consiglio d’amministrazione ricostituito era illegittimo, non parteciperemo ad alcuna votazione perché è venuto meno il presupposto iniziale. Ma soprattutto la posizione del Pdl è coerente contrariamente a quella del Pd che oggi, sull’Aca, versa lacrime di coccodrillo, contestando addirittura una gestione che da sempre fa capo al Pd, in cui il Pd è sempre stato partito di maggioranza nell’Aca e oggi tenta di scrollarsi di dosso le sue responsabilità.

Il Pd – ha aggiunto l’assessore Antonelli – prima elegge di Cristoforo alla Presidenza dell’Aca in modo illegittimo, con tutti i sindaci schierati come una corazzata, poi, al primo incidente di percorso tecnico, come poteva essere la rottura dell’acquedotto Giardino, lo hanno aggredito e massacrato, come se Di Cristoforo fosse stato eletto dai marziani, e invece è stato eletto dal Pd che oggi si deve assumere la responsabilità delle scelte che ha fatto. Poi il Pd farà buona cosa impedendo ai propri sindaci di eleggere, venerdì, un Cda che deve andare a casa. Oggi noi chiediamo le dimissioni di Di Cristoforo, l’azzeramento del Consiglio d’amministrazione, e la nomina di un nuovo Cda secondo le regole della Spending Review. Peraltro mi farebbe piacere capire come fa Di Cristoforo a liquidarsi 63mila euro di indennità di risultato, come se quel risultato fosse stato positivo.

Intanto il sindaco Albore Mascia ha anche ufficializzato che l’udienza di pignoramento prevista per oggi in Tribunale è stata rinviata al prossimo 6 giugno.

 

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