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Accattonaggio e bivacco … fenomeno in crescita a Pescara

da Redazione

Lo sostiene il Presidente della Commissione consiliare Sicurezza del Territorio Armando Foschi che ha verificato di persona  la presenza di persone che  praticano l’accattonaggio  o che bivaccano  nelle strade

PESCARA – Il Presidente della Commissione consiliare Sicurezza del Territorio Armando Foschi ieri mattina  ha effettuato un giro tra le strade  di Pescara  per verificare quali sono i soggetti ‘stanziali’ che quotidianamente bivaccano nelle strade cittadine in attesa degli spiccioli di elemosina dei passanti ed ha potuto verificare di persona  che nel capoluogo adriatico  l’emergenza ‘bivacco’ è forte ed è un fenomeno in crescita, che richiede un intervento tempestivo e coordinato delle Forze dell’Ordine per un rimedio rapido, attraverso la semplice applicazione dell’ordinanza sindacale già esistente.

Ha detto Foschi:

partendo dinanzi alle chiese e ai supermercati principali, sino agli angoli più frequentati della città, ne ho contati almeno una trentina, volti ormai noti, che ogni giorno si accomodano, seduti a terra, o girovagando tra le auto ferme ai semafori, chiedendo soldi . Appena lo scorso 3 agosto ho inoltrato l’ultima lettera a Prefetto e Questore sollecitando un intervento, ricordando che Pescara ha già adottato da tre anni tutte le possibili ordinanze e misure per contrastare i fenomeni di degrado sociale, come quella contro la prostituzione, anti-vandali e writer e anche quella contro il bivacco nei nostri spazi pubblici, emanando un provvedimento che vieta il consumo di bevande alcoliche di qualunque gradazione, birra compresa, in tutti i parchi e giardini della città o comunque in tutte le zone aperte, e vieta anche di utilizzare le stesse zone pubbliche per sdraiarsi o dormire.

Eppure anche quell’ordinanza non basta: ci sono aree che quotidianamente sono invase da utenti comunitari ed extracomunitari, senzatetto, che si accampano in parchi e giardini, trasformati in latrine a cielo aperto per i bisogni fisiologici, persone che utilizzano le fontanelle pubbliche per lavarsi nudi, sotto lo sguardo esterrefatto dei passanti e in alcuni bivacchi è stata verificata anche la presenza di bambini, costretti a vivere in condizioni igienico-sanitarie indecorose con gravi rischi per la salute, un fenomeno che ovviamente si aggrava in estate”.

E Foschi aveva anche allegato l’elenco delle zone a rischio, ossia il tratto della strada-parco a ridosso del Conservatorio, i giardinetti del terminal bus della stazione, piazza Sacro Cuore, i giardini di piazza Primo Maggio, l’area della Madonnina-Lega Navale, il Parco Renzetti, piazza Salvo D’Acquisto, piazza Alessandrini, dinanzi al Mediamuseum, la golena sud del fiume sotto il ponte di ferro, i giardinetti spartitraffico dinanzi al Teatro D’Annunzio o in via Pepe e il parco di via Trigno.

Ha sottolineato  ancora Foschi:

le verifiche della Polizia municipale sono costanti, ma non bastano, e per tale ragione ho chiesto la formale convocazione urgente del Tavolo per l’Ordine pubblico e la sicurezza per capire come poter intervenire con un nucleo Interforze per debellare il fenomeno e restituire sicurezza e dignità a tutte le zone della città. Oggi, a venti giorni di distanza, ho deciso di eseguire un giro di ricognizione, verificando il peggioramento della situazione: le parrocchie Stella Maris, in via Scarfoglio, San Cetteo, in via Gabriele D’Annunzio, Cuore Immacolato di Maria, in via Vespucci, Spirito Santo, in via L’Aquila, così come i supermercati Conad di via Vespucci, via D’Annunzio, e via Bologna, o i Tigre di via Venezia e via Nicola Fabrizi, o ancora Todis di via Gobetti, hanno un bivacco stanziale, ossia sono sempre gli stessi senzatetto e senzalavoro che si accampano al mattino presto e vanno via la sera tardi. Poi si comincia: corso Vittorio Emanuele è senza dubbio la strada preferita. C’è il ragazzo claudicante che si aggira tra le auto al semaforo, all’incrocio con via Venezia; c’è l’uomo seduto a terra dinanzi alla Banca dell’Adriatico con il cane pastore; poi c’è la ragazza immobile travestita da statua poco più avanti; il ragazzo con il gattino bianco al guinzaglio che staziona fisso dinanzi all’Ufficio delle Poste centrali; da stamane c’è una new entry, un uomo con il barboncino dinanzi al negozio Tim; ancora qualche metro e s’incontra un altro uomo con un cane bianco e il cartello ‘abbiamo fame’, in posizione genuflessa; dinanzi alla Bnl c’è il signore pakistano seduto sullo sgabello a dare il buongiorno a tutti i passanti sperando negli spiccioli; all’incrocio con via Roma c’è un ragazzo di circa 30 anni, in ginocchio, con il cane; di fronte c’è una ragazza, forse proveniente dall’Est, seduta a terra a chiedere l’elemosina; poi comincia il gran bazar di corso Umberto, con la ragazza travestita da farfalla colorata; il ragazzino con la fisarmonica; all’incrocio con via Firenze, c’è un carrozzino fermo da cui sbuca una faccia da adulto che chiede soldi; di fronte c’è una vera orchestrina; un’altra statua bianca truccata col cerone spunta all’incrocio con via Nicola Fabrizi; in piazza Salotto ci sono due ragazze che chiedono spiccioli in cambio di bolle di sapone e poi due giovani, con bambini ben curati al seguito, che ogni dieci minuti lasciano le mani delle adulte per sparire tra i tavolini degli aperitivi riportando un bottino fatto di biscotti, pasticcini, pizzette e panini rubacchiati forse tra gli avanzi dei tavoli. All’incrocio con via Regina Elena c’è l’uomo senza un piede e con la protesi staccata che, seduto a terra, chiede soldi e poi ci sono i venditori di pappagallini. Senza dimenticare i nuovi arrivati, posizionati dinanzi alla Feltrinelli, in via Milano, che con una litania in lingua rumena ringraziano Dio e chiedono spiccioli ai passanti. Pescara sta ormai divenendo la ‘città degli accattoni’, una situazione che sicuramente denuncia un disagio crescente sul territorio, ma è anche vero che per buona parte si tratta di cittadini dell’Est che spesso non sono censiti, sono ‘fantasmi’ per le Forze dell’Ordine e per i Servizi sociali che, pur volendo, non sono nelle condizioni di aiutare, proprio perché quei cittadini, ufficialmente, non esistono. E’ dunque evidente che solo l’intervento delle Autorità e delle Forze dell’Ordine può porre un freno alla problematica. Nel frattempo nei prossimi giorni sottoporrò l’esito del mio giro all’esame della Commissione Sicurezza del Territorio per valutare il da farsi.

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