La Regione Abruzzo stringe la mano ai beneficiari del nuovo Accordo di Coesione in modo da condividere le regole ed evitare il rischio di sanzioni o definanziamenti degli interventi. Cambiare metodo significa rivedere le modalità di attuazione e mettere a terra concretamente la cifra di 1 miliardo e 300 milioni previsti dall’Accordo di Coesione firmato nel febbraio scorso dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni all’Aquila.
Oggi, nella sala Ipogea dell’Emiciclo, dopo quel passaggio istituzionale è stato compiuto il primo passo: sindaci, tecnici e in generale tutti i beneficiari dell’Accordo sono stati convocati per condividere i contenuti dello schema di convenzione che la Regione deve adottare prima della bollinatura del Cipess. Il tutto nel perimetro delle novità del DL Sud.
«Oggi scriviamo un patto da gentiluomini – ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri in apertura dei lavori -. Un patto che non guarda bandiere o colori politici da frapporre poiché siamo chiamati tutti insieme a decidere quando e come intendiamo modernizzare questa Regione, dotarla di strumenti per superare i gap strutturali e renderla fruibile e circolabile. Per farlo dobbiamo superare i nostri percorsi di vita politica e stringere un’alleanza fortissima con il sistema delle autonomie locali. Non avremo performance apprezzabili – ha concluso Sospiri – se non ci uniamo in questo patto, e oggi ci diamo questo obbligo pensando al benessere delle future generazioni».
Durante l’incontro sia il presidente Sospiri che il sottosegretario con delega alla Programmazione Daniele D’Amario hanno posto l’accento sulla necessità di superare i colli di bottiglia che si formano durante i controlli di primo livello e che ci si pone di superare nel nuovo ciclo di programmazione 2021-2027.
«Nel nuovo accordo – ha detto D’Amario – saremo chiamati ad avere cronogrammi certi per la spesa, ma anche degli step amministrativi intermedi che dovremo cristallizzare. Fino a qualche anno fa il problema era quello di ottenere i fondi, oggi il tema è cambiato perché ci sono tantissime risorse, ma vanno messe a terra evitando penalizzazioni o il rischio di definanziamento. Per questo scriviamo insieme le regole, in modo che la Giunta adotti uno schema di convenzione che sia il più possibile omogeneo e condiviso da tutti nella logica di partenariato».
A spiegare nei dettagli la portata tecnica delle novità, è stata l’Autorità Responsabile del Psc Emanuela Murri, in qualità di dirigente responsabile dell’Accordo che ha evidenziato la rottura rispetto al passato, introdotta col decreto Sud che ha fortemente rinnovato tutta la politica di coesione nazionale.
Un decreto, ha evidenziato Murri, che di fatto ha reso la gestione dei controlli più manageriali e che ha lavorato molto sulla riduzione dei tempi di pagamento ai beneficiari. Rispetto al passato ci sono tante novità, quali:
– l’introduzione di un cronogramma procedurale (che individua chi fa cosa) oltre al rispetto di un cronogramma finanziario in base al quale avverranno i trasferimenti (pena il definanziamento);
– ci saranno economie di premialità sui fondi Fesr ed Fse;
– il sistema di monitoraggio non sarà più quello comunemente noto come “SGP”, ma tutto confluirà nel sistema di monitoraggio Regis, in modo da omogeneizzare strumenti di gestione e controllo.
Regione Abruzzo sarà tenuta a inviare al Governo una relazione annuale nella quale si dovrà dare evidenza dello stato di attuazione degli interventi e dare conto di eventuali spostamenti.
Il materiale informativo dei lavori sarà messo a disposizione sul portale della Regione Abruzzo: https://coesione.regione.abruzzo.it
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