Le ipotesi di reato formulate dal pm di Pescara, Annarita Mantini, sono avvelenamento colposo e adulterazione di sostanze alimentari. La presenza del metallo pesante nelle conduttore dell’acque ad uso potabile a servizio dei cittadini di Roccamorice, a causa della rottura di una strumentazione di servizio della rete idrica, era stata accertata dalla Asl di Pescara il 15 aprile scorso, nel corso di un controllo periodico.
Tale riscontro aveva determinato il giorno dopo l’emissione, da parte del sindaco di Roccamorice, di un’ordinanza di divieto dell’acqua per uso potabile. Nello specifico, dalle indagini svolte dalla Forestale sarebbe emerso che l’Aca, in qualità di gestore delle rete acquedottistica del Comune di Roccamorice, sversò, tramite un sistema di troppo pieno, parte delle acque contaminate da mercurio sui terreni adiacenti ai serbatoi interessati.
Dopo una serie di campionamenti effettuati con la collaborazione dall’Arta, il Cfs ha riscontrato concentrazioni di mercurio fino a 223 volte superiori ai valori massimi consentiti dalla legge. Accertato lo stato di inquinamento del terreno, si è proceduto al sequestro probatorio delle aree interessate dallo sversamento abusivo, con la collaborazione dei tecnici dell’Arta, ponendole a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Sono ancora in corso, invece, le indagini per l’illecito smaltimento di rifiuti pericolosi e inquinamento doloso dei terreni sequestrati che ricadono nel territorio del Parco Nazionale della Majella.
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