Il consigliere pentastellato, infatti, ha denunciato il caso “dell’affare sbagliato” in Consiglio Regionale tramite un intervento prima e un’interpellanza regionale poi. Successivamente ha presentato anche alla Squadra Mobile di Pescara un esposto su alcune presunte irregolarità nell’acquisto da parte della Asl del famigerato edificio.
L’aver portato alla luce alcune criticità di questo investimento sbagliato in una conferenza stampa, che lo ricordiamo si aggira intorno ai 6 milioni di euro (2 milioni e 800 mila euro costo di acquisito e 4 milioni di euro stanziati per ristrutturare la palazzina) per un immobile che l’anno prima è costato al proprietario circa 900mila euro, è costata a Pettinari una cospicua richiesta di risarcimento danni da parte del Presidente D’Alfonso che si è sentito “leso” nella sua immagine e per questo ha chiesto al consigliere 200mila euro.
Ma oggi la Procura dà ragione a Pettinari e, come lui aveva annunciato, vede nell’acquisto dell’immobile qualcosa di anomalo, tanto da procedere con perquisizioni a tappeto presso abitazione ed uffici dei soggetti coinvolti. Sono finiti sotto inchiesta il Direttore Generale della Asl di Pescara, l’imprenditore che ha venduto l’immobile alla Asl e altri due dirigenti della stessa . Secondo la Procura l’ipotesi di reato sarebbe relativa all’art. 353 del Codice Penale e riguarderebbe la turbata libertà della scelta del contraente .
“Non vogliamo avere ragione a tutti i costi” commenta Pettinari “ma i fatti ci danno ragione, i fatti ci dicono che i nostri dubbi erano fondati e ancora una volta possiamo dire che il Movimento 5 Stelle sta dalla parte giusta . “Vorrei ricordare” continua il consigliere “ a chi mi accusa di essere “portatore di odio” ( o “barelliere di odio”) solo perché faccio fino in fondo il mio dovere, che la denuncia all’Autorita’ giudiziaria è uno dei sacrosanti doveri istituzionali che ha l’uomo dello Stato, laddove ritenga che operazioni legate alla pubblica amministrazione presentino lati oscuri” .
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