PESCARA – Mercoledì sera protagonista della prima serata di Pescara Jazz 2024 dopo il live dei Bokanté é stato l’Ada Montellanico Quintetto. Filo conduttore del nuovo progetto “Canto Proibito” è stato il 1600, epoca del medio-tardo barocco. Un periodo musicalmente parlando molto florido come ha narrato la stessa cantante che sapientemente ha introdotto ogni brano in modo tale da far immergere lo spettatore nel quadro del tempo.
Un periodo dove tuttavia è stato sottolineato come le forze conservatrici rappresentate dall’Inquisizione molto presente negli stati cattolici imponevano divieti e censure. Il teatro veniva considerato luogo di perdizione e gli spettacoli furono interdetti. In particolare alle donne fu proibito esibirsi pubblicamente, poche riuscirono ad affacciarsi sulla scena socio culturale tanto che ad esse subentrarono i castrati ovvero ragazzi a cui in età pre-puberale veniva inflitta una atroce violenza.
Proprio da questo scenario nasce il progetto che ha scelto alcuni degli autori più importanti del periodo come F. Handel, A. Scarlatti, A. Caldara, M.A. Cesti, G. G. Carissimi, F. Cavalli, Barbara Strozzi e Francesca Caccini. La musica riusciva a essere presente solo nei palazzi nobiliari e negli stati liberali in particolare a Venezia.
Grazie agli arrangiamenti di Giovanni Falzone anche musicista del quintetto (tromba e arrangiamenti) si è potuto dare a questi pezzi una chiave jazz, dando grande spazio alla lettura personale, e una chiave moderna. Il live si è aperto intorno alle 23.20 con “O cessate di piagarmi” di Alessandro Scarlatti.
“1600 anno turbolento, si arriva alla monodia dal sacro all’uomo. C’è stata la rivoluzione scientifica con Galileo, Keplero, il primo teatro pubblico dove solo clero e nobiltà potevano partecipare a pagamento. Un secolo che si è aperto con il rogo di Giordano Bruno. Per questo Canto Proibito, perché in quel secolo erano proibite molte cose” ha sottolineato la Montellanico introducendo il pezzo che dà nome al progetto e che la vede protagonista nel testo, “un inno a vivere le passioni e i sentimenti in modo profondo e libero”.
In “Piangerò la sorte mia” di Handel si narra di Cleopatra che piange per la scomparsa di Giulio Cesare mentre in “Delizie contente” di Francesco Cavalli dove si esprime il desiderio di fermare il tempo affinché i piaceri possano prolungarsi. Altri due brano eseguiti sono stati “Che si può fare” di Barbara Strozzi e “Già il sole dal Gange” di Alessandro Scarlatti, tributo a uno dei più grandi fiumi del mondo.
Gli altri musicisti presenti nel quintetto sono Ermano Barone alla batteria, Filippo Vignato al trombone, Gabriele Evangelista al contrabbasso.