Testimonial d’eccezione, il noto musicista pescarese Carlo Splendiani, oggi 46 anni, trapiantato di midollo nel 2011 per sconfiggere la leucemia che lo aveva colpito per la seconda volta
PESCARA – “Diventare donatori di Midollo osseo significa regalare un sogno a chi è colpito da una malattia difficile, la leucemia, e che ha una possibilità in più di trovare nel mondo una persona compatibile che può salvargli la vita. Diventare donatori significa dire tre volte sì alla vita attraverso un semplice prelievo venoso che ci inserisce in una banca dati internazionale”. Lo ha detto la responsabile dell’ADMO – Associazione Donatori di Midello Osseo – Pescara Mara Iannacone che oggi ha incontrato gli studenti dell’Istituto Professionale di Stato ‘Di Marzio – Michetti’ alla presenza del docente promotore, il professor Giuliano Natale, Vicepreside, e con un testimonial d’eccezione, il noto musicista pescarese Carlo Splendiani, oggi 46 anni, trapiantato di midollo nel 2011 per sconfiggere la leucemia che lo aveva colpito per la seconda volta.
Ad aprire la giornata promossa nell’ambito della Settimana Internazionale dei Donatori di Midollo Osseo, è stata proprio la testimonianza di Splendiani: “La mia vita era proiettata nella musica, musicista solista, componente dei gruppi Vaskomania e Anymalatina, sempre in giro per l’Italia – ha raccontato a una platea silenziosa di studenti –, poi nel 2006 per la prima volta la comparsa della malattia, sconfitta con le cure mediche. Nel 2011 il mondo che ti crolla addosso per la seconda volta con una recidiva, la leucemia è ricomparsa più cattiva di prima e a quel punto i medici hanno capito che poteva salvarmi solo un trapianto di midollo osseo, facendo scattare la ricerca di un donatore compatibile, un’impresa tutt’altro che facile perché i donatori sono ancora troppo pochi e le percentuali di compatibilità ancora meno. Nella malattia, ho avuto però la fortuna di avere un fratello, Alessandro, compatibile con me al 50 per cento e i medici hanno deciso di tentare, pur tra mille rischi e io devo a mio fratello la mia rinascita. Durante i giorni trascorsi nella camera sterile, solo, senza alcun contatto col mondo esterno fatti salvi i saluti da un vetro, ho scritto un brano, ‘Chimera’, ispirato proprio alla battaglia contro la leucemia e alla speranza di guarigione. Quando l’ho eseguito in pubblico, una volta terminata la fase di ripresa dal trapianto, l’ha sentito un produttore che ha deciso di lanciare il singolo e mi ha dato l’occasione di incidere il mio primo Cd da solista. Ai ragazzi lancio il mio appello: fatevi avanti, un vostro semplice prelievo di sangue può salvare la vita a chi, come me, ha avuto la sfortuna di incrociare il proprio cammino con una malattia subdola, dalla quale però, grazie alle cure più appropriate, si può guarire”.
“Per conoscere il proprio fenotipo – hanno poi spiegato le responsabili dell’ADMO – basta recarsi in ospedale e fare un semplice prelievo di sangue. Per diventare donatori di midollo occorre avere un’età compresa tra i 18 e i 35 anni, anche se poi, una volta iscritti nel registro internazionale, si può donare il midollo sino a 55 anni, pesare più di 50 chili ed essere in buona salute. Ci sono due modalità per donare il midollo, una volta che si risulta compatibili con un paziente: può essere eseguito un prelievo dalla cresta iliaca, in anestesia totale e ospedalizzazione; altrimenti si può donare anche da sangue periferico, ovvero dal braccio, una procedura un po’ più lunga ma meno invasiva. Ovviamente una volta accertata la compatibilità sono i medici a decidere quale procedura adottare, sulla base delle esigenze del paziente ricevente. La cosa fondamentale è che un piccolo contributo che per il donatore comporta al massimo tre giorni di fastidio, può significare salvare una vita per chi non ha altre opportunità”. Al termine dell’incontro l’ADMO ha invitato tutti gli studenti a partecipare alla Giornata dell’Admo prevista per sabato 28 settembre in piazza Sacro Cuore.