CHIETI – Adriano Barattucci (il cognome diverrà Baratucci) nacque in provincia di Chieti. Emigrò per l’Argentina dove si stabilì a Buenos Aires. All’inizio fece diversi e duri lavori. Poi proprio in questa città realizzò il sogno con il quale era partito dall’Abruzzo.
Decise di aprire una attrezzato negozio sulla “avenida Santa Fe” al n. 2462 a cui diede il nome di “La Teatina”. Si specializzò nella vendita di prodotti di pasticceria, dolciumi, confetti e liquori. In più riuscì ad affermare il “Corfinio Barattucci” come “exquisito licor”.
Anche la maggior parte degli altri prodotti li importava, se possibile, dal suo Abruzzo e tra questi i confetti Pelino. Appena dopo aprì un annesso negozio di alimentari con pasta, insaccati e prodotti vari. Fu il primo a portare in terra argentina la innovativa e rivoluzionaria impastatrice “Meschini”.
Poi acquistò tre carrozze, con cavalli, che adornò con scritte pubblicitarie. Con queste attrezzò un assai funzionale servizio a domicilio. I prodotti de “La Teatina” entrarono così anche nelle più importanti case della capitale argentina. Nel campo commerciale il suo nome divenne sinonimo di correttezza e qualità.
Lavoratore instancabile, sul posto di lavoro era il primo ad arrivare e l’ultimo ad uscire, seppe guadagnarsi la stima ed il rispetto di tutti. Generoso benefattore dei poveri. Barattucci fu, tra le altre tante cose, consigliere della “Società italiana Unione e Benevolenza”, presidente della “Società Abruzzo” e tesoriere della “Unione Italiana”.
Divenuto personaggio, influente e assai considerato, spese le sue energie, soprattutto, per i suoi connazionali più bisognosi.
A cura di Geremia Mancini – Presidente onorario “Ambasciatori della fame”
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