Titolare dell’azienda Spiedì, succede a Marco Camplone, che ha concluso il suo mandato e per statuto non è rieleggibile alla carica
PESCARA – È Roberto Di Domenico, titolare dell’azienda Spiedì, il nuovo Presidente della sezione Agroalimentare di Confindustria Chieti Pescara, che conta oltre 60 tra le più importanti imprese di settore del territorio, una qualificata filiera agroalimentare che parte dalla pasta e passa per il vino, il caffè, toccando il dolciario.
L’Assemblea si è riunita in mattinata e ha proclamato Di Domenico alla guida della sezione che oggi, in piena ripartenza, assume un ruolo ancora più cruciale nella valorizzazione dei prodotti made in Abruzzo.
Di Domenico succede a Marco Camplone (F.lli De Cecco di Filippo), che ha concluso il suo mandato e per statuto non è rieleggibile alla carica, il quale resta nel Consiglio Direttivo. Una compagine che vede alla Vice Presidenza Stefania Bosco (Storiche cantine Bosco Nestore), e poi Giuseppe Carulli (GE.gel. srl), Giancarlo D’Annibale (Rustichella d’Abruzzo), Nicola D’Auria (D’Auria Distillerie & Energia SpA), Carmine Falcone (Pescaradolc srl), Enrico Saquella (Saquella 1856 srl), Giacinto Tenaglia (Geldi SpA) e Cinzia Turli (D. Lazzaroni e C. SpA).
Il neo Presidente, nel ringraziare il suo predecessore per il lavoro svolto nell’ultimo triennio, sottolinea l’importanza del progetto “Autoctonie in terra d’Abruzzo”, la cui prima fase ha ricevuto il riconoscimento di best practice di livello nazionale sul tema della sostenibilità.
“Con la mia Presidenza intendo portare alla fase 2 il progetto, affinché si possa raggiungere un sodalizio in grado di attrarre i diversi portatori d’interesse e di rivitalizzare la filiera dell’allevamento ovino, punto di partenza di una potenziale filiera a chilometro zero”, afferma Di Domenico, chiedendo fin da subito “il supporto di tutti gli imprenditori nel condividere tempi e strumenti per la messa a fuoco delle tematiche di settore prioritarie e la definizione di nuove linee programmatiche. Occorre il massimo coinvolgimento degli associati”.
La pandemia di Coronavirus e il conseguente lockdown hanno avuto un forte impatto anche sul settore agroalimentare, che si è trovato e si trova nella condizione di garantire la continuità della produzione e di aumentare nello stesso tempo le condizioni di sicurezza per gli operatori.
“Fin dai primi giorni dell’emergenza”, spiega Di Domenico, “in azienda ci siamo subito organizzati per mettere in campo tutti i protocolli previsti, dalla misurazione della febbre al distanziamento a mensa e negli spogliatoi. Ciò che rende le aziende del nostro settore più preparate è il fatto che lavoriamo già abitualmente con standard elevati di pulizia e con accurati sistemi di protezione”.
Il neo Presidente, titolare della pescarese Spiedì (attiva nella lavorazione delle carni dà lavoro a circa 50 persone compreso l’indotto), spiega la sua visione legata ad una specifica identità regionale. “Dobbiamo ridare vita a un comparto che adesso è dormiente, quello degli allevamenti, possibilmente bio”, afferma, “il progetto si lega a doppio mandato a quello di Autoctonie per l’utilizzo della nostra lana. In Abruzzo esistono circa mille stalle, dove lavorano dalle sei alle otto persone, l’ambizione del nostro progetto è di far arrivare questa forza lavoro a seimila unità. Uno dei progetti che sto portando a termine, e che ho messo in atto nella grande distribuzione in Italia e da qualche settimana anche in Belgio, e a breve in Svizzera, riguarda l’esportazione del marchio Arrosticino d’Abruzzo. Mantenendo l’integrità della filiera attraverso misure che ne rafforzano la tracciabilità, si rafforza il prodotto made in Abruzzo che va dalla lana al latte fino alla carne dei nostri ovini e quindi all’arrosticino. Dobbiamo puntare soprattutto al biologico, sia nel settore della frutta e verdura che negli allevamenti, perché l’Abruzzo è il posto ideale per farlo”.
Tra le attività che è pronto a mettere in campo, Di Domenico sottolinea la necessità di “una scuola di formazione per operatori specializzati nel settore carni”, un segmento che “attualmente viene portato avanti grazie alla presenza degli immigrati, serbi, bulgari, bengalesi”. E poi, l’importanza di garantire liquidità alle imprese evitando restrizioni del credito. “Le banche”, conclude, “se l’azienda è seria devono allentare i cordoni. Una volta il direttore andava nelle aziende a vedere con i suoi occhi l’attività, parlava con l’imprenditore, con i lavoratori, oggi in troppi guardano solo i bilanci”.
La Vice Presidente Stefania Bosco condivide lo spirito di sinergia e di grande continuità che caratterizzano le linee programmatiche tracciate dal neo Presidente e conferma il suo pieno sostegno nella realizzazione delle stesse, con particolare attenzione alla tutela del Made in Italy e al continuo sviluppo delle nostre aziende all’estero.