Al Circus di Pescara “Due di noi” con Lunetta Savino ed Emilio Solfrizzi

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PESCARA – Il quinto appuntamento della 46ª Stagione Teatrale della Società del Teatro e della Musica vedrà calcare il palcoscenico del Teatro Circus, per la prima volta a Pescara, due bravi e popolari attori  beniamini del  grande pubblico televisivo e cinematografico: Lunetta Savino ed Emilio Solfrizzi  che, dopo i successi personali degli ultimi anni nel piccolo e grande schermo, tornano a lavorare insieme in teatro a distanza di anni, portando in scena “Due di noi”, piéce d’esordio dello scrittore e drammaturgo inglese Michael Frayn. Divertente, demenziale farsa dove le coppie scoppiano o stanno per scoppiare anche se si sono appena formate. Composto da tre atti unici, il lavoro è un fuoco di fila di trovate, di battute incongruenti, riunite attorno, in tutti e tre i casi, a un’invenzione drammaturgica che ha per protagonista una coppia, colta in situazioni al limite – comiche, surreali o addirittura inquietanti -, ma sempre risibili.A dare vita alla girandola di situazioni, la verve e la simpatia de due bravi e popolari attori diretti da Leo Muscato, capace di soluzioni registiche di grande inventiva.

Gli spettacoli si terranno al Teatro Circus  Martedi 28 Febbraio alle  ore 21, Mercoledi 29 Febbraio,  alle ore 21 e Giovedi 1 Marzo , alle  ore 17.

Questa commedia fu rappresentata per la prima volta a Londra nel 1970. Era l’esordio teatrale di Michael Frayn, autore allora sconosciuto, che solo una decina d’anni dopo sarebbe diventato famoso in tutto il mondo grazie al successo di Rumori fuori scena. Due di noi racchiude tre atti unici, concepiti per essere recitati da un’unica coppia d’attori che raccontano tre emblematiche e paradossali situazioni matrimoniali. Nella prima, Black and silver, un marito e una moglie, entrambi col sistema nervoso logorato da un pargoletto insonne e urlante, tornano in vacanza a Venezia nella stessa camera d’albergo dove avevano trascorso la luna di miele. Il confronto passato/presente è inevitabilmente comico, tenero, con una punta d’amarezza. Nella seconda, Mr. Foot, la comunicazione di coppia è praticamente azzerata: la moglie sopperisce dialogando in modo surreale con il piede del marito, l’unica parte del corpo che ne tradisce qualche sprazzo emotivo, ad onta della sua ostentata e glaciale indifferenza. L’ultima situazione, Chinamen, consiste in un vero e proprio virtuosismo drammaturgico e attorale: marito e moglie si ritrovano a dover gestire una cena alla quale hanno invitato, per errore, una coppia di amici da poco separati e il nuovo boyfriend di lei. Qui il meccanismo comico, spinto al limite della farsa, è potenziato dal fatto che gli stessi due attori, grazie ad un diabolico meccanismo di entrate, uscite e travestimenti, si trovano ad interpretare ben cinque ruoli diversi, dando vita ad un vorticoso crescendo di equivoci fino al paradosso finale. Sono passati ormai quarant’anni da quel felice esordio, ma la freschezza di queste piccole pièces è rimasta intatta, a riprova del loro valore teatrale e della bravura dell’autore.

 

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