Il capolavoro di Pirandello , nella interpretazione di Giancarlo Cauteruccio e Giuseppe Manfridi, sarà in scena domani sera nell’ambito della stagione del Contemporaneo
CHIETI – Giovedì, 24 marzo, alle ore 21.00 a Chieti presso il Teatro Marrucino piazza Valignani ,sarà in scena “Uno, nessuno e centomila” di Luigi Pirandello , adattamento teatrale di Giuseppe Manfridi, con Fulvio Cauteruccio,Alessia Innocenti , Laura Bandelloni , la regia di Giancarlo Cauteruccio.Scene e video di Giancarlo Cauteruccio e Loris Giancola. Archiviato il successo di “Madame de Sade”, che ha fatto registrare al Marrucino quasi il tutto esaurito, dopo una settimana torna il grande teatro del cartellone del Contemporaneo, curato da Stefano Angelucci Marino. Protagonisti stavolta sono la compagnia Krypton di Firenze e Luigi Pirandello, drammaturgo principe del Novecento italiano.
Con “Uno, nessuno e centomila”, Giancarlo Cauteruccio affronta per la prima volta una tematica pirandelliana, scegliendo un romanzo e non una scrittura teatrale, grazie anche all’adattamento che ne ha fatto Giuseppe Manfridi.
Il testo originale, conosciutissimo, è del 1926, ed è considerato una sintesi della grande opera di Luigi Pirandello: Vitangelo Moscarda, giovane banchiere siciliano, tenta ricostruire la sua esistenza affrancandola dai condizionamenti imposti dalla natura e dalle convenzioni, alla ricerca del vero sé, possibile solo attraverso un atto di libertà.
Nella riscrittura di Manfridi, Anna Rosa, l’amante, è una sorta di doppio che accompagna il protagonista nello scandire a ritroso le stazioni della sua Via Crucis; la moglie Dida invece diventa un simulacro di erotica mondanità. Gli altri personaggi sono voci, presenze incorporee.
L’idea registica che è sottesa a questo progetto della compagnia toscana del Krypton evidenzia la tematica del fallimento esistenziale e Cauteruccio vira la messinscena verso Samuel Beckett, l’autore-guida del suo teatro negli ultimi venti anni. La scena, firmata da Loris Giancola, è un luogo metafisico abitato da voci ed oggetti. Fulvio Cauteruccio, attore protagonista e fratello del regista, si muove in un labirinto di sedie dislocate su una scala-altare in cima a cui troneggia, immersa in un buco fino alla vita, il suo alter ego, Anna Rosa. La discesa nel profondo del protagonista, la sua lucida follia, il suo parlare pensato lo conducono alla totale dissipazione di sé, e l’immagine finale dello spettacolo lo vede interrato fino al collo. Ad officiare tutto il rito c’è uno specchio, occhio indagatore, che diviene simbolo dell’indeterminatezza della realtà.
“Uno nessuno e centomila”, composto da Pirandello quando ormai tutte le sue opere teatrali erano state scritte, viene utilizzato dal drammaturgo come una sorta di serbatoio dei temi e dei personaggi affrontati nella sua produzione; l’opera nella quale convergono tutti i motivi che hanno caratterizzato la sua arte. Il romanzo della solitudine dell’uomo lasciatoci dall’autore siciliano fornisce l’occasione sia al regista sia all’attore di far convergere nella messinscena tutta la visionarietà, la fisicità, il rapporto tra corpo e spazio, che negli anni hanno analizzato e sviluppato nelle più diverse direzioni .
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