Il figlio non riconosciuto del vate: lunedì 14 marzo alle ore 17.30
PESCARA – Si è molto scritto dei tre figli di d’Annunzio, Mario, Gabriellino e Veniero, avuti dalla moglie Maria Hardouin di Gallese e dei difficili rapporti spesso intercorsi con l’illustre genitore, come pure si è abbastanza scritto della figlia adottiva Renata, la prediletta dal poeta, detta Cicciuzza o Sirenetta, nata dalla relazione adulterina di d’Annunzio con Maria Gravina Cruillas nel periodo in cui i due amanti vissero a Francavilla al Mare, dal 1894 al ’97.
Poco o nulla invece sappiamo di un quinto figlio che d’Annunzio ebbe, il secondo della sua relazione con la Gravina, che egli non volle mai riconoscere, attribuito a Rocco Pesce, anche se esistono documenti, uno in particolare, che risale al periodo fiumano, in cui d’Annunzio scrive di suo pugno una sorta di testamento spirituale: “Gabriele Cruillas Gravina, figlio della Principessa Maria Cruillas Gravina di Ramacca, è il mio figlio segretamente diletto che oggi la mia speranza consacra erede di tutte le mie sovranità effimere e perenni.”
Eppure ci riferiamo ad una figura che non passò affatto inosservata nel panorama letterario, politico e sociale della prima metà del secolo scorso. Gabriele Cruillas, infatti, fu un apprezzato poeta e narratore – persino da autorevolissimi intellettuali come Filippo Tommaso Martinetti, o come il nostro conterraneo Luigi Antonelli – amante ed esperto di cinema, al quale dedicò un impegnativo ed avanguardistico studio e per il quale, a seguito di un grave incidente ricevette una medaglia di grande mutilato, agitatore politico – si considerava l’erede di Mussolini, – creatore nel secondo dopoguerra del Partito Nazionale Italiano e prima ancora delle Camicie Verdi.
A rimettere almeno in parte le cose a posto ci ha pensato Franco Di Tizio, sicuramente uno dei più attenti, documentati e scrupolosi biografi del Vate e della sua famiglia, con un ponderoso studio monografico, Gabriele Cruillas. Il figlio non riconosciuto da d’Annunzio, pubblicato da Ianieri, con prefazione di Umberto Russo, che si aggiunge ai molti suoi volumi dedicati a d’Annunzio, ultimo quello che affronta il difficile eppur intenso rapporto tra il poeta e la figlia Renata. Servendosi di un assai ricco apparato bibliografico, compresi gli studi di Piero Chiara e Raffaele Tiboni, delle sue opere creative e di numerosi documenti finora quasi del tutto sconosciuti, l’autore disegna una ricca biografia di Gabriele Cruillas, nato a Francavilla al Mare nel 1897 e morto a Roma nel 1978, dalla quale emerge una personalità straordinariamente ricca, dai molteplici interessi, la cui figura andrebbe riconsiderata nel panorama letterario, culturale e storico-politico del Novecento. Di Tizio tra l’altro auspica che, dopo la recente scoperta del Dna di d’Annunzio si possa definitivamente accertare la paternità di Gabriele Cruillas.
Dell’ultimo libro di Di Tizio, con particolare riferimento ai rapporti di D’Annunzio con il figlio non riconosciuto Gabriele, si parlerà lunedì 14 marzo alle ore 17.30 a Mediamuseum di Pescara nel corso del sesto incontro della serie dei lunedì letterari “D’Annunzio e gli altri”, che fa seguito a quelli dedicati ai rapporti del Vate con Mussolini, Flaiano, Debussy, Eleonora Duse e le donne di cultura fiorentine, le regine della moda. Organizzato come i precedenti dalla Fondazione Edoardo Tiboni per la Cultura e dal Centro Nazionale di Studi Dannunziani, con il coordinamento di Dante Marianacci, insieme a Franco Di Tizio parteciperà Franca Minnucci, attrice e studiosa dannunziana. Gli intermezzi musicali saranno affidati a Luisa Marchegiani (flauto) e a Benedetta De Simone (arpa), allieve del Conservatorio Luisa D’Annunzio, diretto da Massimo Magri, mentre lettere e brani dal libro di Di Tizio, oltre che dalla Minnucci, saranno letti da Lorenzo Taraborrelli, allievo della Scuola di Teatro del Mediamuseum, diretta da Paolo Rosato e Rossella Mattioli.