Mercoledì 29 Febbraio il pianista abruzzese proporrà un nuovo disco
PESCARA – Mercoledì, 29 febbraio, alle ore 21.00, al Teatro Massimo sarà di scena la grande musica di Michele Di Toro.
Il pianista abruzzese torna con un nuovo disco, “Echolocation” una raccolta di brani inediti arrangiati e improvvisati al momento. Una produzione tutta Abruzzese firmata dalla Protosound Polyproject e VOLUME! Records; la distribuzione in tutti i negozi italiani e nei principali store digitali è curata dalla EDEL.
A testimonianza della sua grande qualità tecnica e artistica, Di Toro celebrerà l’uscita del disco con un imperdibile concerto al BLUE NOTE di Milano l’11 Marzo prossimo.
Come da comunicato stampa:
“…un genio classico dal cuore jazz…”: è con frasi simili che la critica nazionale candida Michele Di Toro ad essere icona di un Abruzzo che vuole lasciare un segno indelebile nel panorama musicale nazionale e internazionale… e non possiamo far altro che essere d’accordo con quanto scritto.
Incontriamo l’artista che ci parla di questo suo nuovo progetto.
“Echolocation”. Un titolo davvero enigmatico. Cosa vuole raccontare?
R – Echolocation vuole raccontare la mia personalità di uomo e artista tradotta in musica. Il termine Echolocation (il punto dove nasce il suono) mi ha incuriosito molto in quanto cercavo appunto un modo di tentare un approccio alla mia musica che nascesse da un dettaglio e poi durante l’ìmprovvisazione si trasformasse in materia sonora.
L’improvvisazione è grande protagonista di tutte le tracce. Hai sempre amato questo modo di suonare e di comporre. In questa occasione hai portato su disco questo tuo modo di tradurre la musica che hai in mente. È stato facile o è stata un’avventura più complicata di quello che ti aspettavi?
R – Non è stato molto difficile… Quando hai le idee chiare su come intendi sviluppare la tua musica l’importante è abbandonarsi alle proprie emozioni con naturalezza. Nell’occasione della registrazione, sono riuscito ad entrare perfettamente in sintonia con il pianoforte, un gran coda Steinway & Sons della collezione Fabbrini, preparato per l’occasione in modo eccellente. Il risultato è stato davvero gratificante sotto tutti i punti di vista.
Anche nei titoli hai fatto ricorso alla fantasia. Voglia di essere originale oppure semplicemente un modo tuo personale di intendere la musica legata all’improvvisazione?
R – Un pò tutte due le cose insieme. Cerco sempre di essere originale nella mia musica, di conseguenza anche nei titoli. A patto che ci sia sempre autenticità e sincerità nel messaggio che si vuole fare arrivare.
Ancora a proposito di titoli: è presente una suite che richiama grandi artisti del passato e del presente. Sono i nomi che hai usato ad aver ispirato la suite o, viceversa, ascoltando la suite ti sono venuti in mente questi personaggi?
R – In realtà sono musicisti che amo particolarmente per la loro completezza sotto il punto di vista ritmico, armonico, melodico. Mi trovo perfettamente a mio agio ad improvvisare su Bartok, Stravinsky, Debussy, Prokofiev.
Copertina e veste grafica molto semplici e raffinate. C’è un nesso con le composizioni presenti nel disco?
R – La sobrietà e semplicità del mio messaggio musicale a chi ha interesse di ascoltare il mio lavoro. E poi, in fin dei conti, rispecchia anche la mia personalità di uomo ed artista.
Quanto di Abruzzo c’è tra le righe di “Echolocation”?
R – Tanto. Essendo nato in questa splendida regione, porto nel mio pensiero musicale anche il mio senso di appartenenza.
Una lunga gavetta, esperienze notevoli alle spalle e una grande carriera ancora in divenire. Soddisfatto o ancora in cerca della grande occasione personale? Sinceramente: se fosse nato in “America”, oggi chi sarebbe Michele Di Toro secondo te?
R – Non sono mai abbastanza soddisfatto. Cerco sempre di migliorarmi e ben vengano le collaborazioni con musicisti dotati di grande sensibilità. Se fossi nato in America forse sarei stato sicuramente facilitato nell’approccio con un mondo quale la musica. C’è un livello artistico molto alto e di prim’ordine e il confronto con grandi musicisti sarebbe stato molto stimolante”.
Dopo il Blue Note di Milano cosa hai in programma per promuovere questo nuovo lavoro?
R – Dopo la presentazione ufficiale al mitico Blue Note di Milano stiamo lavorando sui concerti live. Alcuni sono già in programmazione, altri sono in via di definizione.