PESCARA – Il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia ha incontrato ieri i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil e una delegazione degli operai del Cementificio di Pescara a fronte di un inasprimento della vertenza sindacale. Prima dell’incontro gli operai hanno aperto un presidio sotto il Palazzo comunale, rifiutando ogni coinvolgimento politico in attesa di essere ricevuti esclusivamente dal sindaco Albore Mascia, al quale hanno esposto gli ultimi sviluppi della vicenda, ossia la lettera con la quale la Sacci, lo scorso 3 settembre, ha annunciato la chiusura dello stabilimento con il licenziamento collettivo di tutti i dipendenti alla scadenza della Cassa integrazione ordinaria, procedura respinta dai sindacati che hanno chiesto e ottenuto un percorso alternativo, con la revoca dei licenziamenti e l’attivazione di una Cassa Integrazione straordinaria sino a maggio 2014, confermando, infine, che la Sacci ha disposto la chiusura di 3 dei 5 opifici esistenti in Italia, ma Pescara viene considerata ‘l’anello debole’, dunque la prima struttura a dover chiudere, concentrando tutti gli esuberi sul capoluogo adriatico. I sindacati hanno però anche esposto le strade che si intendono percorrere, ossia la possibilità di una ripresa del mercato dell’edilizia, l’ipotesi meno probabile allo stato attuale, e dunque delle attività del cementificio; una vendita dell’opificio o, infine, una riconversione dello stesso, sollecitando un impegno del sindaco a sostenere i lavoratori.Il sindaco ha dichiarato che l’amministrazione comunale di Pescara assicurerà agli operai del cementificio-Sacci Spa del capoluogo adriatico solidarietà e impegno per la salvaguardia dei posti di lavoro . Il prossimo 27 settembre il primo cittadino parteciperà al vertice inter-istituzionale convocato presso l’assessorato regionale alle Attività Produttive del vicepresidente Castiglione e con il Presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa e insieme si deciderà come muoversi nei confronti dell’Azienda proprietaria dello stabilimento, per verificare la disponibilità della famiglia Federici, titolare del Gruppo, a valutare e a investire in una possibile riconversione della struttura, o comunque ad attivare ogni forma di tutela nei confronti del centinaio di operatori diretti di un’azienda che comunque ha la sua rilevanza sul territorio.Il Comune di Pescara ribadisce e conferma la posizione assunta ormai un anno fa, quando ha espresso un parere contrario, parere obbligatorio ma non vincolante, al rinnovo e all’ampliamento dell’Autorizzazione Integrata Ambientale:dunque tutela dell’ambiente, ma senza dimenticare le 100 famiglie che hanno diritto al lavoro.
Ha detto il sindaco:
non ho alcun problema a garantire tale sostegno . So che alcuni esponenti del Consiglio comunale, a chiusura della seduta, sono scesi a solidarizzare con gli operai invitandoli in aula, e allora mi fa sorridere pensare che sono gli stessi consiglieri che un anno fa hanno sfilato con me chiedendo la delocalizzazione dell’impianto, e forse è chiaro che non si può essere ambientalisti la mattina, e solidarizzare la sera con quegli operai che vivono della produzione di cemento, non si può fare battaglie la mattina per impedire qualunque genere di costruzione, anche di una capanna, e poi la sera chiedere occupazione per chi lavora col cemento. Pensiamo che da giorni ci stiamo trascinando in Consiglio comunale la delibera sul Decreto Sviluppo che mira proprio a rilanciare l’edilizia, e che pure una minoranza tiene bloccata. Raccolgo l’invito dei sindacati e degli operai: la maggioranza di Governo, coerentemente, conferma la scelta operata un anno fa, quando abbiamo dato un parere negativo, obbligatorio ma non certo vincolante, contro il rinnovo dell’Aia al cementificio, perché da sempre abbiamo detto che la presenza di una tale fabbrica nel cuore della città ormai non è più concepibile e da anni chiediamo non la sua chiusura, ma la sua delocalizzazione. Dunque, quando la Regione ci ha chiesto quel parere, abbiamo pensato fosse l’occasione buona per accendere i riflettori su quella delocalizzazione e se la stessa Regione ha poi bloccato le procedure di rilascio dell’Aia forse vuol dire che non eravamo soli a pensarla in quel modo. Se quel parere fosse arrivato, avremmo deciso con l’Ufficio legale se impugnare dinanzi al Tar il provvedimento, perché l’obiettivo politico della mia maggioranza di governo è la delocalizzazione. Sicuramente ho intenzione di riprendere contatti con la proprietà della Sacci per capire quali sono le intenzioni della famiglia Federici, ossia quali sono i margini di manovra del Gruppo nei confronti dello stabilimento pescarese, e se hanno l’intenzione di aprire spiragli al fine di garantire i livelli occupazionali. Attenderemo ora l’incontro del 27 settembre in Regione per poi muoverci istituzionalmente con Regione e Provincia attraverso un’azione sinergica, proprio per dare maggiore forza al nostro intervento a favore delle 100 famiglie interessate.
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