PESCARA – Il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia, commentando l’intervento del Pd sul ‘caso’ porto, ha detto di essersi sempre occupato della problematica del dragaggio e di aver chiesto per tre anni che si procedesse con lo svuotamento della vasca di colmata e con il suo riutilizzo per gettarvi i nuovi fanghi dragati senza che una voce si levasse dal Pd per sostenere tale battaglia. Lo stesso Pd per primo sbandierava i documenti con cui nuovi tecnici dell’Arta avevano scoperto all’improvviso che quella vasca non si poteva usare, anzi addirittura era a rischio perché non era stata coibentata in precedenza . In realtà quella soluzione sembra essere l’unica percorribile, quella su cui oggi si ritrovano tutti, dal Ministero al Provveditorato all’Arta e all’Ispra.
Ha detto il sindaco:
dal giorno del mio insediamento non c’è stato istante che non mi sia occupato della vicenda porto finendo sempre contro un muro di gomma . Abbiamo tentato ogni strada, e ogni volta abbiamo trovato cancelli chiusi e porte serrate. I soldi per dragare ci sono, ci sono sempre stati, ma non ci hanno permesso di utilizzarli, una situazione da teatro del paradosso. E a sguazzare in questo paradosso è stato sempre il Pd, quello al quale, quando governava la città, hanno sempre permesso di dragare il fiume e gettare i fanghi nella vasca di colmata che fino al 2008, caso strano, si poteva usare, ma improvvisamente dal 2009 non si poteva usare più. E dal 2003 al 2009 sono state utilizzate le procedure più disparate: rileggendo le carte, abbiamo ritrovato le delibere con le quali il dragaggio venne affidato addirittura al Consorzio Asi-Val Pescara, e utilizzando sempre la vasca di colmata.
Quando già nel 2009 ho capito che qualcosa non andava per il verso giusto, ho chiesto subito di poter riutilizzare, anche noi, quella vasca, e il Pd per primo tirò fuori il documento con cui alcuni tecnici dell’Arta avevano certificato l’inutilizzabilità della vasca stessa. Oggi il Pd salta sui tavoli e pretende di dare lezioni di ‘buon governo’, ovviamente chiedendo di accelerare lo svuotamento della vasca per il suo utilizzo. Abbia il pudore di tacere il Pd, e si ricordi come per sei anni invece di portare avanti il progetto per l’ampliamento del nuovo porto o per lo sfondamento della diga foranea, pensava a creare ‘carrozzoni’, istituendo un presunto ‘Ente delle Autorità portuali’, e anche in tal senso abbiamo scavato tra le delibere. Stiamo lavorando da tre anni per salvare il nostro porto, impedendo la sua chiusura, appellandoci a ogni forza e Istituzione per riuscire a eseguire il dragaggio: bene ha fatto il Presidente della Confcommercio Ardizzi a istituire un presidio per tenere alta la guardia e l’attenzione su una problematica che riguarda tutta la città a tutela di tutti quei lavoratori che stanno pagando sulla propria pelle i problemi odierni. Nei prossimi giorni torneremo a Roma, per verificare a che punto stanno le pratiche e vigileremo sulle attività di analisi in corso, pretendendo il rispetto di una tempistica precisa. Al consigliere Di Pietrantonio consiglio invece di rileggere meglio il Testo unico e di fare meno demagogia: il sindaco di una città ha poteri d’azione solo sulle materie di propria competenza, e purtroppo il porto e il suo dragaggio non sono di competenza di un sindaco, altrimenti avrei scavato io stesso con le mie mani il fango dai fondali.